Il Consiglio d’Europa, tramite la propria Assemblea Parlamentare, ha espresso opinione favorevole al ritorno del diritto di voto alla Russia con la piena partecipazione a tutte le votazioni dell’assemblea. La notizia sconvolge i già delicati equilibri geo-politici e porta all’attenzione un organo che, occorre ricordarlo, non fa parte dell’Unione Europea: non è il Consiglio dell’Unione Europea – dove vengono riuniti a secondo del tema (sicurezza, economia, politica estera ecc) un membro rappresentante di ogni Governo degli Stati Ue – e non è neanche il Consiglio Europeo, ovvero la riunione di tutti i Presidenti del Consiglio della zona Ue (diretto da Tusk). No, il Consiglio d’Europa è un’antica istituzione nata nel 1949 dopo la Seconda Guerra Mondiale e si occupa di promuovere la democrazia e i diritti umani: tra le opere più importanti, la produzione della Convenzione Europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali, il trattato europeo più importante per il riconoscimento dei diritti umani valido anche oggi. L’Assemblea ha sede a Strasburgo e vede 324 membri: parlamentari di 47 Stati, 28 dei quali fanno parte dell’Unione Europea: ebbene, dopo un breve excursus necessario dal punto di vista storico e politico, torniamo ai giorni d’oggi.



UCRAINA VS CONSIGLIO EUROPA “TRADIMENTO RIAMMETTERE LA RUSSIA”

Nel 2014 la Russia aveva visto togliersi il diritto di voto al Consiglio D’Europa per l’annessione della Crimea e la sanguinosa guerra con l’Ucraina (ma del tutto conclusa): lo Stato di Putin non era stato però espulso dal Consiglio e da mesi continuava la richiesta costante di Mosca di poter essere riammesso ufficialmente. Per oggi è previsto il voto d’elezione del nuovo segretario generale del Consiglio d’Europa e proprio su questo voto la Russia aveva lanciato un ultimatum: o avrebbero partecipato al voto oppure sarebbero usciti definitivamente dall’organo. Ieri dunque l’Assemblea parlamentare ha fatto votare il tutto e con 118 voti a favore (62 contrari e 12 astenuti) è passata la linea di riammissione: oggi dunque la Russia potrà partecipare al voto e la sua delegazione potrà tornare ad avere effettivi poteri come per gli altri 46 Stati membri del Consiglio a Strasburgo. «Se la Russia non torna in questa assemblea chi si penalizza è il Consiglio d’Europa che non avrà’ più nessuno strumento per influenzare le decisioni» aveva detto in aula il deputato Pd Piero Fassino, che spingeva per la riammissione della Russia. «La delegazione russa è stata invitata a riprendere il lavoro: i diritti fondamentali sono stati protetti, il diritto alla partecipazione, il diritto di prendere parte a dibattiti e i diritti di voto. Ora inizia la fase successiva: la conferma delle credenziali», ha commentato il presidente della Duma Vyacheslav Volodin confermando che la Russia prenderà parte ai lavori dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Chi è andata su tutto le furie è la delegazione dell’Ucraina, come prevedibile: «alto tradimento» e Kiev annuncia la sospensione della partecipazione ai lavori dell’assemblea.

Leggi anche

Zelensky rifiuta proposta Usa di arruolare più uomini nell'esercito/ "Putin teme solo Trump e forse la Cina"SCENARI/ Da Trump a Khamenei, le manovre di Teheran per superare la fine di Assad