DRAGHI, VON DER LEYEN, MACRON: REAZIONI ALL’ACCORDO SULLE SANZIONI
«Il sesto pacchetto di sanzioni morde forte, distruggerà la capacità di Vladimir Putin di finanziare la sua guerra», lo ha detto al termine del Consiglio Europeo la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen.
Secondo il Premier Mario Draghi, intervenuto in conferenza stampa al termine del vertice straordinario di Bruxelles, anche l’Italia esce soddisfatta rispetto alle proposte lanciate nella due giorni europea del Presidente del Consiglio: «L’Italia non esce penalizzata, per noi l’obbligo di non importare petrolio russo scatterà alla fine dell’anno». Non solo, continua il Presidente Draghi, «Sul funzionamento del mercato dell’energia e sui prezzi alti siamo stati accontentati. La Commissione ha ricevuto ufficialmente mandato per studiare la fattibilità del price cap». L’accordo al Consiglio Ue sulle sanzioni alla Russia, conclude il leader della maggioranza, «è stato un successo, perché immaginare di essere uniti su un embargo di circa il 90% del petrolio russo non sarebbe stato credibile. È stato un successo completo». In merito al tema del bilancio comune, Draghi rintuzza il Consiglio Europeo: «Sono dieci anni che sostengo che è necessario creare una capacità fiscale centrale. Certo è che fino al Next Generation Eu non si era fatto niente. E quello è stato un messaggio importantissimo e un precedente fondamentale. La solidarietà prima non si vedeva e in quell’occasione si è vista. E’ un precedente che è impossibile dimenticare e mi aspetto che verrà utilizzato». Infine, l’appello di Draghi sulla sicurezza alimentare: «Non si può perdere la battaglia sulla sicurezza alimentare altrimenti i Paesi che rischiano carestie e che già non stanno con l’Occidente si sentiranno traditi e non verranno mai dalla parte dell’alleanza». Ne coglie l’intuizione il Presidente della Francia Emmanuel Macron che annuncia la risoluzione presso l’Onu sul tema del grano: «Nel colloquio che abbiamo avuto con Olaf Scholz sabato scorso ho proposto al presidente Putin un’iniziativa per una risoluzione alle Nazioni Unite per sbloccare i carichi di grano e cereali fermi nel porto di Odessa». L’Europa attende ora una risposta dal Cremlino, come sottolineato dal Capo dell’Eliseo, «siamo in contatto permanente con il Segretario Generale delle Nazioni Unite».
EMBARGO PETROLIO RUSSIA: ACCORDO TROVATO AL CONSIGLIO EUROPEO
Dopo una giornata di scontri e “limature” della vecchia bozza, il Consiglio Europeo Straordinario convocato a Bruxelles (30-31 maggio) ha trovato un accordo di massima sul sesto pacchetto di sanzioni Ue alla Russia. In particolare, il “veto” posto dall’Ungheria all’embargo del petrolio russo è stato superato con un nuovo schema di accordo messo in campo dai 27 leader Ue.
L’annuncio è stato dato in nottata dal Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel: «Abbiamo raggiunto l’accordo per vietare l’esportazione di petrolio russo nell’UE. Questo copre immediatamente più dei 2/3 delle importazioni di petrolio dalla Russia, tagliando un’enorme fonte di finanziamento per la sua macchina da guerra. Massima pressione sulla Russia per porre fine alla guerra». I dettagli verranno limati e conclusi oggi dagli ambasciatori dei 27 Paesi Ue oggi, ma l’accordo si può dire sostanzialmente raggiunto. L’intesa di massima prevede un embargo immediato al petrolio che arriva dalla Russia all’Ue via mare, mentre rinvia a data da destinarsi lo stop al greggio trasportato attraverso l’oleodotto Druzhba (sodisfando così le richieste dell’Ungheria e degli altri Paesi più direttamente dipendenti dal petrolio russo). Orban si è però convinto non soltanto con l’inserimento della deroga per il petrolio in arrivo via oleodotti ma anche per la clausola “misure di emergenza” che scatta in caso di interruzione della fornitura di energia da parte del Cremlino. Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia hanno ottenuto che in caso di “ritorsioni” russe, l’Ue aiuterà i Paesi più direttamente colpiti. Si legge nella nuova bozza: «In caso di interruzioni improvvise della fornitura saranno introdotte misure di emergenza per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento. A tale riguardo, la Commissione monitorerà e riferirà regolarmente al Consiglio sull’attuazione di tali misure per garantire condizioni di parità nel mercato unico dell’UE e la sicurezza dell’approvvigionamento».
NUOVA BOZZA CONSIGLIO UE: COSA PREVEDE
Questo nuovo pacchetto di sanzioni europee alla Russia include altre misure incisive, anticipate sempre la scorsa notte dal Presidente Michel: «de-Swifting della più grande banca russa Sberbank, divieto di altre 3 emittenti statali russe, e sanzionare i responsabili di crimini di guerra in Ucraina». Nella black list Ue, infine, dovrebbe entrare anche il patriarca Kirill.
Sul tavolo del Consiglio Europeo convocato ieri, i leader hanno trattato anche altri punti nodali all’ordine del giorno, a cominciare dal piano RePoweEu con cui l’Europa punta a “smarcarsi” dagli idrocarburi russi e puntare invece alle rinnovabili. Si aggiunge alla bozza del Consiglio Ue anche il piano di aiuti da 9 miliardi di euro per l’Ucraina e la sua ricostruzione. Non vi sono novità sul fronte gas, mentre sull’emergenza grano le introduzioni sono ancora preliminari: la Commissione Europea pensa ad una sorta di scorta navale (piano originario dell’Inghilterra, ndr) per portare le navi cariche di grano fuori dall’Ucraina. Il punto è molto delicato in quanto si rischiano conseguenze catastrofiche, laddove dovessero arrivare attacchi dalla Russia: l’Europa a quel punto cosa farebbe, sarebbe pronta a reagire militarmente? In attesa di scoprire se nel Consiglio Europeo di giugno si arriverà ad una proposta condivisa e scritta, nella bozza diffusa ieri sera si leggono vari appelli al Cremlino per condurre alla pace: si chiede a Mosca di «porre fine al limite massimo consentito di esportazione di generi alimentari, soprattutto nella regione di Odessa», ma si chiede anche di «fermare immediatamente i suoi attacchi indiscriminati contro i civili e le infrastrutture civili e a ritirare immediatamente e incondizionatamente tutte le sue truppe e l’equipaggiamento militare dall’intero territorio dell’Ucraina entro i suoi confini internazionalmente riconosciuti. Le atrocità commesse dalle forze russe e la sofferenza e la distruzione inflitte sono indicibili. Il Consiglio europeo invita la Russia a consentire l’accesso umanitario immediato e il passaggio sicuro di tutti i civili interessati».
LE PRIME REAZIONI DELLA RUSSIA SU PETROLIO E GAS
Dopo l’accordo raggiunto dall’Ue nel Consiglio Europeo in corso, la Russia non sta certo a guardare: «Come ha detto giustamente ieri la Presidente Von der Leyen, la Russia troverà nuovi importatori. Degno di nota il fatto che contraddica le sue dichiarazioni del giorno prima. Rapido cambiamento di impostazione che indica che l’Ue non è in gran forma», twitta il rappresentante permanente russo presso gli organismi internazionali a Vienna, Mikhail Ulyanov.
Non direttamente conseguenza degli accordi europei sulle sanzioni è la decisione altrettanto impattante sul fronte energetico del gigante russo Gazprom: da oggi ha sospeso ufficialmente le forniture di gas verso l’Olanda facendo sapere anche le motivazioni. «Gazprom ha interrotto del tutto le sue forniture a GasTerra in seguito al mancato pagamento in rubli»: il rischio è molto vicino anche per la Danimarca, il tutto mentre al Consiglio Europeo ci si è “azzuffati” sul petrolio lasciando per il momento “fermo” il dialogo sul gas, decisamente ben più impattante per i 27 Paesi Ue rispetto al greggio.