«È possibile dare priorità alle prime dosi, occorre fare presto», questo ha spiegato il Premier Draghi in un movimentato Consiglio Europeo provando a “sferzare” gli altri leader sul seguire più il modello inglese piuttosto che l’iniziale approccio europeo. Seppur in maniera cordiale come sua consuetudine, l’ex BCE ha sottolineato alla Presidente Von der Leyen che così non è più possibile continuare con ritardi non più sostenibili nella campagna vaccinale.
Secondo quanto trapelato all’AGI e all’ANSA, il presidente del Consiglio Mario Draghi nel suo intervento al Consiglio Ue ha espresso il sostegno allo strumento Covax per condividere il vaccino anti-Covid con i Paesi a basso reddito ma «ha fatto notare che non è il momento di fare donazioni in Ue per una questione di credibilità nei confronti dei cittadini europei visti i ritardi nelle vaccinazioni». Da ultimo, ha intimato le Big Pharma al rispetto dei contratti «chi non rispetta gli impegni non dovrebbe essere scusata».
DRAGHI VS VON DER LEYEN: “FARE PRESTO SUI VACCINI”
Secondo fonti europee riportate da Rai News, il Premier Mario Draghi al vertice Ue avrebbe sollecitato e non poco una veloce accelerazione sui vaccini e sul piano di consegna e produzione: poco prima dei colloqui iniziati al Consiglio Europeo, il Presidente del Consiglio ha sentito al telefono l’omologo francese Emmanuel Macron. Fibrillazione, raccontando ancora le fonti Rai, quando la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen ha presentato la diapositiva sulle consegne delle dosi di vaccino del secondo e del terzo trimestre, il Premier Draghi ha affermato che «non sono rassicuranti, perché non danno certezze».
Sassoli e Michel hanno dato il benvenuto al nuovo Presidente italiano mentre sono stati coordinati interventi e “pressing” sulle Big Pharma per aumentare le dosi di vaccini Covid nei prossimi mesi: «Le case farmaceutiche dovrebbero onorare i loro obblighi contrattuali, ma dovremmo anche continuare ad agevolare tutte le soluzioni pratiche di concessione di licenze che permettano di accelerare la vaccinazione su grande scala dei nostri cittadini», ha spiegato in Consiglio Ue il n.1 dell’Europarlamento David Sassoli. «Per aumentare in tempi rapidi la produzione è essenziale affrontare le carenze e le strozzature nella catena di approvvigionamento. La nostra ripresa economica sarà più forte se la diffusione dei vaccini sarà maggiore», ha concluso l’esponente Pd.
LA BOZZA DEL CONSIGLIO UE
Mario Draghi si appresta all’esordio in Consiglio Europeo
e le sue richieste sul piano vaccini comunitario sembrano già portare a qualche primo risultato: nella bozza di dichiarazione finale del vertice Ue in partenza alle 15 fino alle 12 di domani si legge «Sosteniamo gli sforzi ulteriori della Commissione per lavorare con l’industria e gli Stati membri per aumentare l’attuale capacita’ di produzione di vaccini e per adattarli a nuove varianti se necessario». Le imprese europee devono assicurare «prevedibilita’ della loro produzione di vaccini e rispettare le scadenze contrattuali relative alla loro distribuzione. La trasparenza relativamente agli sforzi complessivi deve essere rafforzata».
L’ipotesi di sviluppare produzioni di vaccino Covid anche in altre case farmaceutiche, liberando così i brevetti, sembra sempre più avanzare come probabilità. Nel frattempo, nel documento che sarà soggetto alla revisione del Consiglio Ue (e mostrato dal Sole 24 ore), si aggiunge che occorre «mantenere rigide restrizioni mentre intensifichiamo gli sforzi per accelerare la fornitura di vaccini’ e che ‘per il momento i viaggi non essenziali devono essere limitati».
VERSO IL CONSIGLIO UE
Oggi 25 e domani 26 febbraio torna a riunirsi il Consiglio Europeo per la seconda volta in questo 2021 ma è l’esordio assoluto del Premier italiano Mario Draghi dopo il cambio di Governo avvenuto la scorsa settimana: sarà di nuovo un vertice virtuale, per effetto delle stingenti regole anti-Covid, ma vedrà sul tavolo dei leader europei il lavoro di coordinamento sulla pandemia di COVID-19. Le varianti, l’urgenza di un piano vaccinale da migliorare (come minimo, visti i forti ritardi dell’Europa in merito) e il nodo Recovery Plan sono solo alcuni dei punti all’ordine del giorno, fissati dalla lettera d’invito del Presidente Consiglio Ue Charles Michel: «La nostra lotta contro la pandemia di COVID-19 prosegue ed è ancora difficile a causa dell’emergere di nuove varianti e della necessità di trovare il giusto equilibrio tra restrizioni e flusso regolare di beni e servizi nel mercato unico».
Non solo, la priorità europea continua a essere quella di accelerare le vaccinazioni in tutto il territorio Ue: ciò significa, prosegue Michel, «accelerare il processo di autorizzazione dei vaccini, nonché la produzione e la distribuzione degli stessi. Sarà necessario, ad esempio, vagliare soluzioni che mettano insieme i produttori nelle diverse catene di approvvigionamento per aumentare la produzione nell’UE. Bisognerà inoltre garantire la prevedibilità della consegna dei vaccini e il rispetto degli impegni assunti da parte delle aziende farmaceutiche». Si parlerà anche di eventuali limitazioni ulteriori degli spostamenti/viaggi in Europa «per contenere la diffusione del virus»: nella giornata di venerdì invece i leader in Consiglio Ue affronteranno i nodi Brexit, Nato e emergenza migranti nel Mediterraneo.
VACCINI E RITARDI: IL NODO ASTRAZENECA
La videoconferenza del Consiglio Europeo inizierà oggi alle ore 15.00, con la presenza anche del Presidente del Parlamento europeo David Sassoli e della Presidente Commissione Ue Ursula Von der Leyen. Venerdì 26 febbraio i lavori riprendono alle 9.00 con la sessione di lavoro sulla sicurezza e la difesa e sul vicinato meridionale. Sarà l’esordio da nuovo Premier per Mario Draghi, ma non dovrebbe risentire troppo dell’imbarazzo essendo lui ormai abituato in sede BCE a quei tavoli, oltre che ormai leader Ue più anziano dell’intero Consiglio Europeo.
Secondo le anticipazioni e retroscena degli scorsi giorni, il punto focale che Draghi metterà sul tavolo con gli altri 26 leader è il piano vaccini: la mancanza continua di dosi, i negoziati che non convincono affatto e una distribuzione al rilento sta mettendo in evidenza grossi problemi per il continente. Da ultimo, l’annuncio di AstraZeneca per la consegna di solo il 50% delle dosi negoziate (90 mln invece delle iniziali 180), il che mette a forte rischio l’obiettivo di vaccinare il 70% degli adulti europei entro l’estate. S
LE TRE RICHIESTE DELL’ITALIA AL CONSIGLIO UE
Sono principalmente tre le richieste che il Presidente Draghi porrà all’attenzione dei leader riuniti oggi e domani in Consiglio Europeo: in primis, la condivisione del brevetto vaccinale. Secondo Repubblica, Draghi spinge affinché l’Ue obblighi le Big Pharma a condividere il brevetto per produrre vaccino anti-Covid anche in altri impianti sparsi per l’Europa, facendo così fronte ai mancati invii di dosi nei primis 6 mesi della campagna vaccinale europea. Il commissario Ue all’Industria Breton ha già individuati 16 luoghi, 4 in Italia (ReiThera, a Roma e Napoli, Gsk, a Siena e Catalent, ad Anagni) per provare ad raggiungere comunque all’obiettivo focale del 70% di vaccinati entro l’estate.
In secondo luogo, l’ex Governatore BCE chiede lo stop all’export delle fiale destinate fuori Unione, laddove le Big Pharma abbiano violato i contratti stipulati con la Commissione Europea la scorsa estate. Da ultimo, sempre per Repubblica, Draghi spingerà per un “passaporto vaccinale” per il turismo in ambito europeo: «per ora l’hanno ipotizzato altri stati del Sud Europa (Spagna, Portogallo, Grecia e Malta), ma potrebbe essere che per l’estate anche l’Italia si aggreghi nella richiesta di un lasciapassare che consenta ai vaccinati di viaggiare nel continente», chiude il retroscena Rep.