Il Consiglio Europeo si è chiuso anticipatamente, con la riunione dell’Eurosummit che si è tenuta ieri sera poco prima dell’intervento di Joe Biden in videoconferenza con i 27 leader Ue, la Presidente della Commissione Europea Von der Leyen e la n.1 della BCE Lagarde. Non è stato un vertice “tranquillo”, come raccontano i vari retroscena europei questa mattina, dato che sui principali nodi della questione – vaccini Covid, Russia e Mediterraneo – non si è giunti ad una piena condivisione unilaterale di tutti i Presidenti presenti al EuCo.
La dichiarazione finale redatta dal Consiglio Ue sottolinea la necessità comunitaria di «Accelerare la produzione, la consegna e la diffusione dei vaccini rimane essenziale e urgente per superare la crisi ed è necessario intensificare ulteriormente gli sforzi profusi a tal fine. Sottolineiamo l’importanza della trasparenza nonché dell’utilizzo di autorizzazioni di esportazione». Un’unità di intenzioni più che altro, nulla più per il momento: pressione ad AstraZeneca sulla consegna delle dosi, aumento della produzione anche su proprio territorio di tutti i vaccini (da qui gli accordi con gli Stati Uniti di Biden in merito alla produzione di Pfizer e Moderna nel nostro continente, Italia compresa), scambi anche piuttosto duri con la diplomazia del Regno Unito sul nodo dell’export, via libera al passaporto vaccinale digitale per l’estate e parziale scontro tra Europa dell’Est e restante parte del Consiglio Ue sulla redistribuzione delle dosi. Di questo si è parlato e discusso anche convulsamente nella riunione conclusasi in anticipo rispetto alla tabella di marcia, che segnava per questa mattina il capitolo finale del Consiglio Europeo.
CAOS VACCINI: COSA CAMBIERÀ DOPO IL CONSIGLIO UE
«I cittadini europei hanno la sensazione di essere ingannati da alcune case farmaceutiche, in particolare da AstraZeneca, per questo bisogna fare in modo che le dosi prodotte in Ue restino in Ue, anche attraverso il meccanismo di controllo dell’export»: così ha parlato in videoconferenza al Consiglio Europeo il Premier Mario Draghi, ponendo l’accento sia contro le Big Pharma e sia contro chi quei negoziati li ha fatti e non ha raccolto grandi risultati (anzi). Un’Italia che torna dunque punto di cardine della discussione europea, anche per la recente “debolezza” interna di Angela Merkel e per un Emmanuel Macron non più solo a “dettar legge” tra Paesi del Nord, “frugali”, Visegrad e Paesi mediterranei. Alla Von der Leyen, Draghi ha chiesto se ritenga giusto che «le dosi di vaccini localizzate in Belgio e in Olanda restino destinate all’Unione europea, in tutto o in parte»; la leader del Governo europeo ha confermato che «le dosi prodotte in Ue saranno destinate alla Ue». Sempre nella conclusione del Consiglio Ue, i membri confermano l’intento di «lavorare per aumentare la produzione dei vaccini e migliorare l’abilità di distribuirli negli Stati membri», mentre Von der Leyen e Michel (Presidente Consiglio Europeo) ribadiscono «Ue e Stati Uniti sono entrambi produttori di vaccini, è nell’interesse comune collaborare».
Il Presidente Usa Joe Biden, collegato in serata a conclusione del summit europeo, promette «Appena l’America potrà condividerà con voi le dosi. La mia priorità numero uno – ha poi spiegato – è mettere la pandemia sotto controllo e gli Usa condivideranno i vaccini appena potranno. Sto lavorando per rimuovere i colli di bottiglia per aumentare la capacità produttiva di farmaci anti-Covid». Da ultimo, sul nodo Catalent-Anagni, la Presidente Von der Leyen incalzata da Draghi ha spiegato così «13 milioni (dei 29 trovati dai Nas nello stabilimento del Lazio, ndr) sono destinati al progetto Covax, in aiuto dei Paesi più poveri, e 16 alla Unione Europea».
DRAGHI E IL NODO EUROBOND
Capitolo a parte invece, dato che merita attenzione in vista del prossimo Next Generation Eu, è il nodo degli Eurobond nuovamente tirato in ballo dal Presidente del Consiglio Mario Draghi durante l’EuCo: l’America si è detta pronta ad aiutare l’Europa nella difficoltà della pandemia, ma sull’importanza strategica del mercato internazionale e degli scambi sull’asse Bruxelles-Washington l’ex Governatore BCE ha fissato i termini del ruolo che dovrà avere la moneta unica dell’Euro. «Serve un titolo comune europeo: lo so che la strada è lunga, ma dobbiamo cominciare a incamminarci. È un obbiettivo di lungo periodo, ma è importante avere un impegno politico», ha detto Draghi nel discorso al Consiglio Europeo.
Aumentare i vaccini, trovando anche strade “alternative” alle negoziazioni comuni, fare in fretta con il Recovery Fund ma soprattutto non commettere errori durante la ripresa economica: su questo Draghi fa “all-in” per l’uscita dalla crisi in Europa, «Dobbiamo disegnare una cornice per la politica fiscale che sia in grado di portarci fuori dalla crisi». Capitolo finale sul passaporto vaccinale, anche qui Draghi ha messo in chiaro i termini della questione davanti ai 26 leader europei: «bene la proposta della Commissione Ue sul Certificato verde digitale» ma anche «attenzione alla discriminazione tra persone causati dall’introduzione del certificato».