È iniziato poco dopo le ore 20 l’Eurosummit su vaccini e Covid, a cui seguirà alle ore 20.45 l’intervento di Joe Biden (che ha appena concluso la prima conferenza stampa della sua Presidenza, 64 giorni dopo l’insediamento): ma la vera notizia è che il Consiglio Europeo finirà prima di quanto previsto dal programma ufficiale. Secondo fonti parlamentari di Governo, la videoconferenza dovrebbe terminare stasera dopo il confronto con il Presidente americano, cancellando la seconda giornata di lavori prevista inizialmente per domani mattina: un reale motivo non è stato adotto, ma probabilmente pesano gli scontri avuti nel corso della giornata sia sul fronte della ridistribuzione dei vaccini che sui casi AstraZeneca e Pfizer. «I cittadini europei si sentono delusi da AstraZeneca», avrebbe detto il Premier Draghi nel pieno della video-conferenza, aggiungendo «gli europei sono stati ingannati da alcune case farmaceutiche», che risuona come una velata critica anche a chi – come la Commissione Europa – ha negoziato e fissato quei contratti.



La Presidente Von der Leyen avrebbe invece replicato «tutti i vaccini prodotti in Europa rimarranno in Europa», rispondendo a distanza anche al confronto-scontro con il Regno Unito sulle dosi AstraZeneca. Su Pfizer invece l’oggetto del contendete sono state le 10 milioni di dosi che verranno consegnate in anticipo dagli Stati Uniti: avendo scelto prioritariamente i vaccini AZ negli scorsi mesi, i Paesi dell’Est Europa lamentano che se anche queste dosi in arrivo di Pfizer venissero distribuite con il criterio della popolazione in percentuale «non verrebbe colmato il gap che si è venuto a creare tra i diversi Stati dell’Unione europea». Ad aggiungere “pepe” alla disputa l’annuncio del Ministro della Salute inglese Matt Hancock, «il Regno Unito ha con AstraZeneca un contratto di esclusiva per la fornitura del vaccino contro il coronavirus, mentre l’Unione europea ne ha stipulato uno che si basa sui migliori sforzi da parte della casa farmaceutica». Il Premier Mario Draghi, secondo fonti di Governo, giudica un buon provvedimento l’ipotesi di certificato verde digitale (Green Pass) proposto dalla Commissione Ue, ma aggiunge «attenti ad evitare rischi di discriminazioni».



“360 MILIONI DI VACCINI NEL SECONDO TRIMESTRE”

«L’Europa attende la consegna di 360 milioni di dosi dal secondo trimestre di quest’anno», lo ha spiegato la Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen nel corso del Consiglio Europeo, entrato finalmente nel vivo delle discussioni in video-conferenza. L’annuncio di Bruxelles prevede la seguente distinzione delle consegne delle Big Pharma: Pfizer/BioNTech 200 milioni di dosi, Moderna 35 milioni, AstraZeneca 70 milioni (rispetto a un impegno da contratto più che doppio pari a 180 milioni) e Johnson & Johnson 55 milioni.



La bozza Ue prevede che già entro la fine di questa settimana si arrivi fino a 88 milioni complessive di dosi vaccinali anti-Covid in tutta l’Europa (di cui 62 già arrivate), ma in Consiglio Ue si discute proprio della lentezza di tale campagna europea: finora sono state immunizzate (con due dosi di vaccino) 18,2 milioni di persone pari al 4,1% della popolazione totale dell’Ue, ancora troppo poco rispetto ai concorrenti Usa, Uk e Israele. Il Premier Draghi ribadisce la necessità di un coordinamento unico sui vaccini fino a dove sia possibile e vantaggioso per tutti, mentre non esclude la possibilità dell’autonomia di produzione e della possibilità di tastare tutte le vie possibili per soddisfare appieno i nuovi obiettivi della campagna vaccinale. In attesa di capire se vi saranno evoluzioni tanto sull’asse Ue-Usa (decisivo il vertice di stasera con Joe Biden, il quale ha annunciato in giornata l’obiettivo di passare da 100 a 200 milioni di vaccinati negli States), quanto sulla redistribuzione (qui restano ancora lontane le distanze tra le diverse anime dell’Unione), quanto ancora sul passaporto vaccinale per il turismo (qui le novità, ndr), la Germania ha infine annunciato al vertice in video-conferenza la richiesta dell’avvio prossimo delle esplorazioni sul vaccino russo Sputnik-V.

LA BOZZA UE: LEADER ANCORA DIVISI SU REDISTRIBUZIONE

È cominciato il Consiglio Europeo dedicato in questa prima giornata quasi interamente al tema dei vaccini: fonti dell’Agenzia ANSA da Bruxelles riportano di una forte divisione ancora all’interno dei 27 Leader Ue, nonostante gli sforzi pattuiti in queste ultime ore dalla Presidente Von der Leyen e il Presidente dell’Europarlamento David Sassoli. In particolare, è la redistribuzione delle dosi a porre i singoli Governi su posizioni ancora molto lontane: «Difficilmente si troverà una soluzione al vertice Ue», spiegano le fonti europee, con in prima fila l’Austria che guida gli altri Paesi dell’Est e chiedono una redistribuzione vaccinale non più in proporzione alla popolazione.

Il vero nodo, concludono le fonti ANSA, è «definire la soglia per una ridistribuzione equilibrata delle dosi che alcuni paesi non hanno voluto acquistare». La Commissione Ue sarebbe poi intenzionato a muovere azioni legali contro AstraZeneca (per il mancato rispetto del contratto sulla distribuzione delle dosi previste) e anche di questo si parlerà nell’EuCo in corso oggi e domani. «L’accelerazione della produzione, consegna e diffusione dei vaccini resta essenziale per superare la crisi. Gli sforzi a tal fine devono essere ulteriormente intensificati. Sottolineiamo l’importanza della trasparenza e dell’estensione del regime di autorizzazione all’esportazione. Riaffermiamo che le aziende devono garantire la prevedibilità della loro produzione di vaccini e rispettare le scadenze contrattuali di consegna», così invece si legge nella bozza delle conclusioni presentata in videoconferenza ai leader Ue, «La situazione epidemiologica del Covid resta grave, anche alla luce delle sfide poste dalle varianti. Le restrizioni, anche per quanto riguarda i viaggi non essenziali, devono quindi essere mantenute per il momento, mentre deve continuare a essere garantito il flusso senza ostacoli di merci e servizi all’interno del mercato unico, anche utilizzando i corridoi verdi».

La Cancelliera tedesca Angela Merkel è tornata oggi al Bundestag per chiarire la vicenda sul lockdown di Pasqua “ritirato” e ha anche difeso la lotta europea comune contro la pandemia: «Nonostante tutti i guai, credo che la pandemia abbia dimostrato ancora una volta che è positivo che abbiamo questa Unione Europea. Era giusto fare affidamento sull’approvvigionamento e sull’approvazione congiunta dei vaccini da parte dell’Unione europea». Di contro però, la leader Cdu ha chiesto un’analisi delle debolezze dimostrate dall’UE in questo periodo.

IL PROGRAMMA DEI LAVORI ALL’EUCO

Dopo il Consiglio dei Ministri di questa mattina (incentrato sulla relazione Colao per la digitalizzazione PA), il Premier Mario Draghi si collegherà al Consiglio Europeo in video-conferenza con inizio dei lavori fissato alle ore 13: vi sarà in quell’occasione la prima sessione di lavoro sulla risposta alla pandemia di COVID-19, relazioni con la Russia e la situazione nel Mediterraneo orientale-Turchia. Alle ore 20.45 è invece prevista la sessione straordinaria sulla cooperazione Ue-Usa e qui vi sarà la partecipazione in collegamento del Presidente degli Stati Uniti d’America Joe Biden.

L’Europa guarda proprio a questa alleanza per tracciare un primo importante asset sullo scambio dei vaccini, come strumento di diplomazia a livello globale per riaffermare la relazione occidentale contro Cina e Russia. Come ha già spiegato ieri Draghi, la task force del commissario Breton punta a far diventare i 27 dell’Europa tra i primi produttori al mondo dei vaccini anti-Covid nei prossimi mesi. Seconda e ultima giornata dei lavori domani con i membri del Consiglio Ue impegnati sui temi del mercato unico, della trasformazione digitale, Politica Industriale ed Economia; al termine, l’Eurosummit finale con gli atti veri e propri di questi due giorni che saranno siglati e decretati.

PRESSING DRAGHI SULL’EUROPA

Si apre oggi in videoconferenza con i 27 Presidenti Ue un Consiglio Europeo dai toni e temi infuocati: lo scontro globale sui vaccini anti-Covid, le forti tensioni geopolitiche – tra Ue, Usa, Cina e Russia – e anche il mercato unico con la trasformazione digitale, sono solo alcuni dei temi all’ordine del giorno nella riunione di due giorni coordinata dal Presidente Charles Michel. Oggi 25 marzo e domani 26 marzo 2021 l’Europa torna a riunirsi in uno dei momenti di massima divisione interna, con i Paesi dilaniati dalla lentezza delle somministrazioni e distribuzioni dei vaccini anti-Covid.

«Il coordinamento europeo va cercato e bisogna far di tutto per rafforzarlo, se poi non funziona vanno trovate altre strade. Questo è pragmatismo, ma non in senso negativo per l’Europa», ha spiegato ieri Mario Draghi nelle Comunicazioni in Parlamento presentando i temi del Consiglio Europeo delle prossime 48 ore. «Stiamo ancora imparando, non ci siamo fermati, l’insidia e la difficoltà di capire quello che sta succedendo sono ancora presenti. La delusione dei cittadini europei è stata grande. Non so se ci sono stati errori, non ha tanta importanza, bisogna avere un’umiltà di giudizio e guardare al futuro: ora le cose vanno meglio. C’è il nuovo commissario Breton, che è bravissimo, bisogna guardare ai segni positivi all’orizzonte. Bisogna far di tutto per rafforzare il coordinamento europeo, non metto la ricerca di altre strade prima dell’Europa, non c’è nessun vantaggio, la scelta europea è stata giusta e resta la prima strada», ribadisce ancora il Premier ponendo una forte pressione a tutti i membri del Consiglio Ue. Il concetto è chiaro: «se il coordinamento Ue funziona, bene, altrimenti si va per proprio conto» è il messaggio ancora ribadito ieri dal Presidente del Consiglio italiano.

ODG CONSIGLIO UE: TUTTI I TEMI

Il 25 e 26 marzo i leader dell’UE si riuniranno in videoconferenza per discutere dei seguenti temi: «risposta alla pandemia di COVID-19, mercato unico, politica industriale, trasformazione digitale ed economia, situazione nel Mediterraneo orientale e relazioni con la Russia», recita la lettera di invito al Consiglio Europeo del Presidente Charles Michel. Viene poi annunciata la presenza in video conferenza del presidente americano Biden, «che condividerà le sue opinioni sulla nostra futura cooperazione». Per quanto riguarda l’emergenza Covid, ribadisce il n.1 del Consiglio Ue «la nostra priorità assoluta è accelerare le campagne di vaccinazione in tutta l’UE. A tal fine occorre intensificare i lavori in corso per incrementare la produzione di vaccini, aumentarne le consegne e garantire una maggiore trasparenza e prevedibilità delle forniture. Affronteremo inoltre i temi dei certificati COVID e della dimensione internazionale».

In merito invece alle questioni internazionali, l’Europa invita gli stessi membri a «difendere i nostri interessi e i nostri valori e contribuire attivamente a plasmare il futuro globale. La nostra unità è un presupposto per affermare la nostra influenza. Per quanto concerne la Russia, propongo di fare il punto della situazione e condividerò con voi i risultati dei miei ultimi contatti con il presidente Putin prima di procedere a un dibattito più strategico sulla questione in occasione della prossima riunione del Consiglio europeo in presenza».

EXPORT VACCINI, LO SCONTRO UE-UK

Con un Macron inguaiato dalla situazione dei ricoveri, un Sanchez in Spagna con la “grana” Iglesias nella coalizione di sinistra, e soprattutto una Merkel in crollo totale di sondaggi e consenso interno (dopo il clamoroso dietrofront sul lockdown di Pasqua, revocato ieri con ammissione personale di colpe), è Mario Draghi il leader a cui l’Europa guarda e che allo stesso teme a Bruxelles: ancora ieri la “frustata” data sul caso AstraZeneca-Anagni ha di fatto accelerato l’accordo serale siglato (ancora da definire nei dettagli) tra Commissione Ue e Regno Unito circa l’export dei vaccini. In un primo momento infatti, proprio a seguito dell’ennesimo scontro a distanza Bruxelles-Londra sui vaccini AstraZeneca, la Commissione Ue ha adottato una revisione molto dura del meccanismo per l’autorizzazione all’esportazione dei vaccini, aggiungendo la «reciprocità» e la «proporzionalità».

Le domande di esportazione dei vaccini, in sostanza, saranno valutate caso per caso in modo che le richieste di export non costituiscano una minaccia per l’approvvigionamento dei 27 Paesi Ue. È di fatto la “linea Draghi” vista qualche settimana fa sul caso Australia e così come tale viene riproposta dalla Commissione: davanti alla “minaccia” europea, è il Regno Unito a fare un passo indietro e con Boris Johnson arrivare di fatto a formulare un accordo bilaterale con l’Europa. «Ue e Regno Unito sono molto vicine a un’intesa nei negoziati svoltisi a Bruxelles con l’impegno a creare le condizioni per una soluzione vantaggiosa per tutti (win-win) sulle forniture dei vaccini anti Covid in modo da “espanderne la distribuzione a tutti i nostri cittadini», si legge nel comunicato congiunto della Commissione Ue e del Governo UK.

Dopo lo scontro a distanza Dombrovskis-Johnson, e dopo il decisivo “input” dato dall’Italia, «L’apertura e la cooperazione globale fra tutti in Paesi saranno la chiave per superare definitivamente la pandemia e prepararsi meglio ad affrontare le future sfide, riconoscono le due parti, assicurando di voler continuare le discussione sui dettagli», conclude la nota anglo-europea. Blocco delle esportazioni e catena di approvvigionamento dei vaccini: di questo si parlerà e non poco tra oggi e domani al Consiglio Europeo, con la presenza di Biden che non sarà in secondo piano in questo rinnovato asse Usa-Ue (in contrasto al recente avvicinamento Cina-Russia, entrambe sanzionate pesantemente dalla Commissione Europea).