ORBAN “GELA” L’UE: “NO ACCORDO SU PACCHETTO SANZIONI PETROLIO”

«La situazione è difficile, l’accordo sulle sanzioni non c’è. Se ci troviamo in questa situazione è colpa della Commissione Europea, che ha presentato il sesto pacchetto di sanzioni senza prima avere l’accordo degli Stati membri, un modo di fare irresponsabile»; quando è cominciato il Consiglio Europeo Straordinario, sono queste parole del Presidente ungherese Viktor Orban a gelare gli altri leader in quella che la stessa Presidente Von der Leyen definisce «basse aspettative su un accordo nelle prossime 48 ore».



L’ipotesi di escludere dall’embargo del pacchetto di sanzioni il petrolio in arrivo in Europa tramite oleodotti, spiega Orban, «è un buon approccio, ma abbiamo bisogno di garanzie – puntualizza il leader dell’Ungheria -: nel caso in cui ci fosse un incidente dobbiamo avere diritto ad avere il petrolio da altre fonti». Per il Presidente della Commissione Europea la situazione è comunque ancora molto tesa: «Sul sesto pacchetto di sanzioni abbiamo lavorato duramente, si sono fatti passi avanti ma non siamo ancora al traguardo: ho aspettative basse su un accordo nelle prossime 48 ore, ma sono fiduciosa che poi ci saranno possibilità di successo. E’ importante mantenere la solidarietà e l’unità dell’Ue». Per il Presidente del Consiglio Ue Charles Michel il sostegno all’Ucraina deve essere il punto di partenza: «Il sesto pacchetto di sanzioni è sul tavolo da molte settimane. E’ importante decidere, il momento è adesso e sono fiducioso che saremo in grado di farlo assieme, esprimendo una posizione unitaria sul tema». Orban – e non solo lui – mette in discussione anche l’altro punto in bozza, quello del tetto sul prezzo del gas sul quale l’Italia punta tantissimo: «occorre discuterne, avrebbe un effetto di alti costi per il bilancio comune europeo». Da segnalare, prima dell’avvio del Consiglio Europeo si è tenuto un trilaterale strategico tra i leader di Italia, Germania e Francia, segnatamente Mario Draghi, Olaf Scholz e Emmanuel Macron.



OGGI E DOMANI IL CONSIGLIO EUROPEO STRAORDINARIO: DI COSA SI PARLERÀ

Se il Consiglio Ue di giugno sarà probabilmente quello decisivo per capire quale indirizzo prenderà l’Europa nei prossimi anni – sui temi cardine di guerra, energia, PNRR e Trattati – il Consiglio Europeo Straordinario convocato oggi 30 maggio e domani 31 maggio a Bruxelles rappresenta di sicuro la “palestra” per testare l’unità e gli intenti dei 27 Paesi Ue.

Nel Consiglio al via oggi con tutti i leader dei 27 Paesi dell’Unione Europea – per l’Italia è già arrivato a Bruxelles il Presidente del Consiglio Mario Draghi – i temi cardine sul tavolo sono 3: «Energia, Ucraina e Difesa comune». Al Consiglio Europeo Straordinario, preparatorio del vertice di giugno, parteciperà in video collegamento anche il Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che ha già anticipato cosa riferirà ai colleghi europei, «la Russia debba essere riconosciuta come “Stato terrorista”. l’unica forma di azione dello Stato russo nei confronti dell’Europa. Terrore sulla terra dell’Ucraina. Terrore nel mercato energetico europeo, non solo nel nostro Paese. Terrore nel mercato alimentare, su scala globale. E quale sarà il prossimo terrore?». In particolar modo, il Consiglio Ue di oggi e domani dovrebbe finire il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia per via della guerra in Ucraina: fino ad oggi non vi è mai stata trovata la quadra, ma le evoluzioni delle ultime ore potrebbero prevedere novità all’orizzonte.



BOZZA CONSIGLIO UE: EMBARGO PETROLIO RUSSO C’È. LA SITUAZIONE

Dopo la spaccatura rivista ieri durante le riunioni degli “sherpa” sulla bozza del documento conclusivo di questo Consiglio Europeo Straordinario, stamane arriva luce verde sul tema più controverso del pacchetto di sanzioni alla Russia: l’embargo al petrolio di Mosca.

«Il riferimento all’embargo al petrolio russo, a quanto si apprende da diverse fonti diplomatiche europee, è entrato nella bozza di conclusioni che sarà sul tavolo del vertice straordinario europeo», riporta l’Agenzia ANSA, citando una fonte interna agli ambasciatori Ue. Il compromesso sarebbe stato raggiunto su uno schema «sanzionatorio abbastanza strutturato». In primis, un embargo al petrolio proveniente via mare; in secondo luogo, sul greggio proveniente dagli oleodotti. In questo modo sembrerebbe superata l’opposizione dell’Ungheria di Orban che lamentava con l’embargo condizioni troppo dure per il proprio Paese, strettamente dipendente dal greggio russo.

Ma la novità dell’ultima ora riguarda anche un altro tema cardine, oltre all’evoluzione dei rapporti dell’Ucraina verso un possibile ingresso nell’Unione Europea nei prossimi anni: nell’ultima versione della bozza delle conclusioni del vertice europeo nel capitolo energia ‘entra’ anche la possibilità di introdurre il price cap sul gas. Si tratta nei fatti della proposta italiana fatta da Draghi per mantenere prezzi più calmierati sul gas, evitando di causare una crisi energetica ad ampio raggio per Paesi come Italia e Germania strettamente dipendenti dal metano russo. «Il Consiglio europeo invita la Commissione a esplorare con i partner internazionali le modalità per frenare l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti ai prezzi temporanei», si legge ancora nella bozza del Consiglio mostrata dall’ANSA, inoltre «Sull’attuazione di un tetto ai prezzi temporaneo la Commissione con il RepowerEu si è detta disponibile a patto che la misura sia strettamente emergenziale e sia legata ad interruzioni delle forniture di gas russo». Da ultimo, sarà affrontato il tema cruciale del grano con l’emergenza globale scaturita dal blocco dei porti ucraini e russi: qui la bozza del documento è netta, «Il Consiglio europeo invita la Russia a porre fine ai suoi attacchi alle infrastrutture di trasporto in Ucraina, per revocare il blocco dei porti ucraini del Mar Nero e per consentire le esportazioni di cibo, in particolare da Odessa. L’Ue sta adottando misure attive per facilitare esportazioni agricole dell’Ucraina e per sostenere il settore agricolo ucraino in vista del stagione 2022. Il Consiglio europeo invita gli Stati membri ad accelerare il lavoro sulle ‘corsie di solidarietà’ proposto dalla Commissione».