È terminato il Consiglio europeo in videoconferenza e per il Premier Giuseppe Conte «l’Ue ha fatto un altro passo avanti». Nel tweet ha spiegato: «Siamo tutti consapevoli della posta in gioco. Dobbiamo raggiungere un accordo a luglio». Il mese prossimo infatti ci sarà un nuovo vertice. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio europeo Charles Michel: «Anche se il lavoro è ancora complesso, oggi tutti hanno dimostrato di essere coinvolti e dobbiamo intensificare i contatti. Un nuovo Consiglio europeo sarà convocato in presenza verso metà luglio». E sarà preceduto da una nuova proposta di compromesso sul Recovery Fund. «Sono pronto a iniziare immediatamente veri negoziati», ha detto in conferenza stampa. A proposito del Recovery Fund ha aggiunto che «c’è un consenso che sta emergendo su diversi fronti ed è positivo, ma non sottovalutiamo le difficoltà. Su diverse questioni è necessario continuare a discutere».



La Germania comunque è in pressing per accorciare i tempi di un accordo nell’Unione europea sul maxi pacchetto di aiuti a seguito della crisi causata dal coronavirus, ma la fumata al vertice informale di oggi è nera. «La Germania si è spesa perché si arrivi velocemente a un’intesa in Ue», ha dichiarato Angela Merkel a Berlino dopo il Consiglio europeo. Inoltre, ha citato la presidente della Bce Christine Lagarde e ribadito che «le implicazioni economiche della pandemia sono molto dure, siamo di fronte alla sfida più grande dalla Seconda guerra mondiale». (agg. di Silvana Palazzo)



CONSIGLIO UE, GLI INTERVENTI DI MERKEL E KURZ

«L’Unione europea sta affrontando la recessione più grave dalla Seconda guerra mondiale e ha tutto l’interesse a varare il Recovery plan entro la fine dell’estate, prima di eventi come le elezioni americane»: lo ha spiegato Angela Merkel intervenendo in videoconferenza al Consiglio Ue ancora in corso tra i 27 Leader europei. La Cancelliera tedesca ha poi aggiunto che al più presto il Consiglio Europeo dovrà riunirsi di “persona” per poter portare a termine tutti gli accordi prima dell’estate. Di contro, molto duro l’intervento del Premier austriaco Sebastian Kurz: «Il Recovery Fund non deve aprire la strada a un’unione del debito perciò deve esserci un limite di tempo e si deve discutere di chi paga quanto, di chi beneficia di più e di quali condizioni vincolano gli aiuti». In un messaggio su Twitter si è invece detto più “possibilista” di un possibile accordo finale, pur rimanendo «ben coordinato con Danimarca, Olanda e Svezia nel mostrare solidarietà ai Paesi più colpiti dal coronavirus». Il Presidente del Consiglio Ue Charles Michel ha invece invocato un accordo il più presto possibile, sulla scia di quanto riferito anche da David Sassoli questa mattina: «Abbiamo una responsabilità collettiva di arrivare a un risultato. Oggi i leader del Consiglio europeo discuteranno il bilancio a lungo termine dell’Ue e il piano per la ripresa per la lotta al Covid-19. Ora è il momento di impegnarsi».



SASSOLI “NO PASSI INDIETRO SUL RECOVERY FUND”

È cominciato il Consiglio Europeo che dovrà impostare un primo “accordo informale” sul Recovery Fund e il piano di bilancio Ue: aprendo la videoconferenza la Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen ha ribadito come dal Consiglio Ue di oggi partirà un’occasione imperdibile «Recovery Plan aiuterà l’Europa a modernizzarsi ed è un’occasione che l’Ue non può permettersi di perdere. Dobbiamo essere uniti, non possiamo permetterci alcun ritardo». Nel discorso di apertura, riportato dall’Ansa, la n.1 di Bruxelles aggiunge ai vari leader «facciamo un passo avanti decisivo per uscire dalla crisi. Sono molto lieta di presentare ai leader dell’Ue il nostro pacchetto per la ripresa, Next Generation Eu. È una proposta ambiziosa ed equilibrata. Insieme al nuovo Quadro Finanziario Pluriennale, rappresenta un‘iniezione di 1.850 mld di euro e non aiuta solo le economie dei Paesi più colpiti dal virus, ma anche i Paesi le cui economie hanno sofferto molto indirettamente, a causa del lockdown». A quell’Europa in grado di resistere «alle grandi tempeste globali» riferita dalla Von der Leyen ha replicato anche il Presidente dell’Europarlamento David Sassoli che lancia un monito ai Paesi refrattari sull’accordo: «Quella messa sul tavolo dalla Commissione Ue è una proposta ambiziosa per il rilancio dell’Ue, che per noi rappresenta la base minima di partenza. Non accetteremo nessun passo indietro. Intervenire solo con prestiti avrebbe conseguenze asimmetriche sul debito dei singoli Stati membri e sarebbe più costoso per l’Unione nel suo insieme».

CONTE SPERA NELLA MERKEL

Si parte dunque per la lunga “maratona” in diretta atta a seguire passo dopo passo gli step di questa prima giornata importante di trattative europee verso un accordo sul Recovery Fund: il Consiglio Ue vede distanze ancora siderali tra i 4 Paesi “frugali”, l’Europa del Sud (con la Germania in appoggio) e il blocco Visegrad che in particolare con l’Ungheria non vede di buon occhio la proposta di “fondi perduti” ai Paesi in difficoltà con il Next Generation Eu. Secondo il Premier Giuseppe Conte l’obiettivo di oggi è quello di trovare un equilibrio tra le richieste di Austria, Olanda, Danimarca e Svezia con le necessità invece degli Stati più colpiti dal Covid-19, Italia dunque in primissima fila.

In particolare, il Governo punta tutto sulla forza diplomatica di Angela Merkel che dalla sua ha la prossima presidenza di turno dell’Europa da luglio in poi: «La solidarietà e la coesione in Europa non sono mai state così importanti. Nessun Paese può sopravvivere a questa crisi da solo e isolato. Il nostro obiettivo comune dovrà essere quello di affrontare questa crisi insieme, in modo sostenibile e guardando al futuro», ha detto la Cancelliera giovedì scorso al Bundestag preparando il Consiglio Ue di oggi. Secondo il Commissario Europeo agli Affari Economici Paolo Gentiloni, di per sé non vi sono Paesi “contrari” al Recovery Fund ma piuttosto intendono utilizzare il piano della Von der Leyen come punto di partenza per impostare la trattativa: «quella di oggi è una tappa intermedia per avvicinare un po’ le posizioni e per capire le differenze tra i capi di Stato e di governo», chiosa l’ex Premier da Bruxelles.

OGGI CONSIGLIO UE IN VIDEOCONFERENZA

Si tiene oggi in videoconferenza l’atteso Consiglio Europeo dove la Commissione Ue presenterà nel dettaglio il ”Next Generation Eu”, il Recovery Fund europeo in risposta alla crisi economica e sanitaria del Covid-19: nella lunga riunione attesa oggi pomeriggio si discuterà poi anche del bilancio a lungo termine Ue e infine sullo stato delle trattative tra Europa e Gran Bretagna in vista della Brexit di fine anno. Dopo la “plenaria” al Parlamento Europeo in cui Ursula Von der Leyen ha gettato le basi per il piano di ripresa a lungo termine, sul tavolo della Commissione Ue sono giunte diverse proposte anche contrastanti tra loro che pongono una sostanziale frattura sul tema principale del Recovery Plan: la possibilità di sovvenzioni “a fondo perduto” che Italia, Spagna, Francia e Germania appoggiano ma che per i “paesi frugali” (Svezia, Olanda, Austria in prima fila) non è accettabile.

«Ogni cosa dovrà essere sistema prima della pausa estiva. I nostri cittadini e le nostre imprese sono stati pesantemente impattati dalla pandemia. Hanno bisogno di aiuti mirati senza indugio», spiega il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel nella lettera di convocazione ai vari leader europei che oggi parteciperanno alla videoconferenza. L’impressione è che nel Consiglio Ue di metà luglio si arriverà al via libera definitivo del piano, con fondi però che con ogni probabilità non arriveranno prima del 2021: proprio questo ulteriore ritardo ha posto l’Italia in prima fila per un “anticipo” già il prossimo autunno, con risposte finora discordanti in merito anche all’interno della stessa Commissione Europea (Gentiloni e Dombrovskis, giusto per citare due nomi).

L’INFORMATIVA DEL PREMIER

In attesa di capire se effettivamente avverrà in breve che «tutti gli Stati membri esaminino la proposta della Commissione rapidamente e lavorino in maniera costruttiva a un compromesso nel migliore interesse dell’Unione», come auspica Michel, l’Italia giunge a questo appuntamento con le idee tutt’altro che chiarite. Il piano proposto dalla Von der Leyen (750 miliardi di euro, di cui 500 a fondo perduto) sembra convincere parte della maggioranza – all’Italia andrebbero 172,7 miliardi di euro secondo i calcoli fatti in base al rapporto Pil-Debito Pubblico – ma vi è assoluta non chiarezza su quali condizioni saranno richieste ai Paesi che aderiranno al Recovery Fund. Come recentemente ribadito agli Stati generali (organizzati dal Premier Conte per fornire un adeguato “Recovery Plan” italiano) dal Governatore della Banca d’Italia Visco, «i fondi europei non sono mai gratis».

Per questo il Presidente del Consiglio è andato mercoledì in Parlamento per una doppia informativa sul Consiglio Ue di oggi, spiegando come sul Mes non vi saranno richieste prima di luglio mentre sul Recovery Plan si lavora per averlo pronto da settembre: «Al momento manca la proposta formale di un quadro finanziario pluriennale da Michel e l’incontro avrà una natura solo consultiva per fare emergere convergenze e dissensi. Prima di un accordo definitivo sarò in Parlamento per chiedere il vostro voto alla luce proposta formale dell’Italia», ha spiegato il Capo del Governo in Aula, ribadendo poi come la decisione politica del Consiglio Ue «è un obiettivo storico davanti alla peggiore crisi economica da oltre 70 anni, noi non possiamo permetterci liturgie e compromessi al ribasso, non lo permettono le vittime del Covid e le famiglie, i giovani e le imprese che affrontano le consegue economiche e sociali. Per questa ragione politica e morale tutti gli stati membri sono chiamati a decisioni di alto profilo».

L’AVVISO DI MATTARELLA A CONTE

Come però ammesso dallo stesso Conte, le posizioni dei Paesi Ue in vista del Consiglio Europeo di oggi sono tutt’altro che unitarie con l’Italia che però chiede che la proposta non si discosti dal piano della Commissione «quanto al volume delle e rimanendo fermo il principio del finanziamento straordinario a lungo termine». Nel frattempo, ha stupito molti però l’invito-convocazione fatto all’improvviso ieri dal Quirinale con il Governo Conte chiamato a discutere del Consiglio Ue: il Presidente della Repubblica, come filtrato dal Colle, ha chiesto esplicitamente al Premier Conte «Servono risposte rapide e concrete sull’uso dei fondi Ue». Un monito che è sembrato conseguenza diretta del “ritardo” nella richiesta di tali strumenti europei (leggasi Mes, ma non solo) da parte del Governo, come un voler “tirare in lungo” continuo per evitare di spaccare la maggioranza in mancanza strutturale di una linea comune sul piano di ripresa e sugli appuntamento europei.

«Pur nella consapevolezza delle difficoltà residue del negoziato, trapela la soddisfazione perché le iniziali posizioni dell’Italia sugli aiuti ai singoli Paesi sono oggi patrimonio comune in Europa», riportava la nota di ieri del Quirinale, un messaggio “politico” che guarda tanto all’Europa quanto allo stesso palazzo Chigi. La convocazione del Quirinale non è sfuggita alle opposizioni che ancora due giorni fa si sono ritirate “sull’Aventino” per protesta contro la mancanza di votazione sul Consiglio Ue in Parlamento: «il Presidente della Repubblica Mattarella incontra al Quirinale Conte e una vasta delegazione di ministri in vista del prossimo Consiglio europeo. Ma come? La riunione del Consiglio europeo non era ‘solo un incontro informale‘ e per questo è stato impedito al Parlamento di votare gli atti di indirizzo al governo, come invece prevede la legge? Credo che ci sia un limite alla decenza, e che questo limite sia stato largamente superato», scrive sui social una furente Giorgia Meloni.