COME È ANDATA LA PRIMA GIORNATA DI CONSIGLIO EUROPEO

Ucraina e Moldavia ricevono lo status di “candidate” all’Europa: lo ha stabilito il Consiglio Europeo chiudendo la prima giornata di vertice a Bruxelles. È però su altri punti che il Consiglio Ue deve ancora trovare una quadra in vista della seconda e definitiva giornata di riunioni con i 27.



Fonti europee citate dall’ANSA riportano della richiesta stringente del Premier italiano Mario Draghi per un nuovo summit da convocare a breve sul nodo del gas: «Draghi ha chiesto al Consiglio europeo di convocare un summit straordinario sull’energia nelle prossime settimane», si legge. La proposta sarebbe stata sostenuta da altri 3 Paesi membri, compresa la Francia (Draghi con Macron si sono visti in un bilaterale dopo il vertice sui Balcani). «Ribadirò, insieme al Presidente del Consiglio italiano, l’ormai urgente richiesta di iniziative coraggiose a livello europeo, come l’imposizione di un tetto al prezzo all’ingrosso del gas. Questo è un tema di cui discutiamo da molto tempo, purtroppo finora non c’è stata la mobilità necessaria», sono le parole del premier greco Kyriakos Mitsotakis, «Mi auguro che ora tutti i membri del Consiglio europeo riconoscano la necessità di una risposta europea coordinata». Nella bozza finale delle conclusioni in Consiglio Europeo viene citato un passaggio sull’altro tema posto dall’Italia, ovvero il “Price cap” per il costo del gas: «nel contrasto all’uso come arma del gas da parte della Russia e richiamando le conclusioni del 31 maggio, invita la Commissione a perseguire nei suoi sforzi nell’assicurare le forniture energetiche a prezzi accessibili». Per il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, «Già il fatto che si ventili la possibilità di fare il price cap fa da deterrente ai mercati che possono pensare di fare i picchi fuori controllo». È invece ufficiale la richiesta avanzata dall’Italia, assieme a Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia, di far slittare il “bando” di auto a benzina dal 2035 al più lontano 2040: «è stato presentato a Bruxelles un documento che propone di posticipare l’eliminazione dei motori a combustione dal 2035 al 2040 e di ridurre le emissioni di CO2 del 90%, anziché del 100% come proposto da Commissione Ue ed Europarlamento, nel 2035». L’Italia si è poi associata all’iniziativa con l’intento di modificare la normativa anche sui veicoli commerciali, i biocarburanti e le produzioni di nicchia.



UCRAINA CANDIDATA PER INGRESSO IN UE: OGGI E DOMANI CONSIGLIO EUROPEO

«Attendiamo il via libera per l’adesione alla Ue»: lo ha detto stamane il capo dell’amministrazione presidenziale ucraina, Andrei Yermak, riferendosi alle aspettative sul Consiglio Europeo al via oggi pomeriggio e con le conclusioni domani pomeriggio.

Il vertice Ue si appresta ad essere una riunione per lo più a carattere fortemente geopolitico, in quanto i capi di Stato dei 27 Paesi Ue si concentrano su 3 macro-temi: la concessione all’Ucraina e alla Moldavia dello status di Paesi candidati all’adesione all’Unione; Balcani Occidentali e l’allargamento dell’Europa; il futuro dei rapporti tra Europa allargata a Federazione Russa. Nel pieno di una guerra ormai in corso da 120 giorni ad Est dell’Europa, il Consiglio Ue odierno proverà a trovare una quadra comune circa il sostegno all’Ucraina, la gestione delle emergenze gas ed economia letteralmente “esplose” nelle ultime settimane, e soprattutto l’unità in merito al futuro del Continente. La concessione dello status di candidati a Ucraina e Moldavia sarà accompagnata dalla richiesta alla Commissione di riportare al Consiglio su ogni passo del processo e sui progressi fatti dai Paesi: su questo punto non dovrebbe esserci alcuno ostacolo, se non per qualche perplessità che ancora permane in Serbia e Ungheria. Nel frattempo, questa mattina il Parlamento europeo ha approvato con 529 a favore 45 contrari e 14 astenuti la relazione in cui chiede di concedere immediatamente lo status di paese candidato Ue all’Ucraina ed alla Moldavia.



VERTICE UE, CAOS BALCANI: VETO BULGARIA SU ALBANIA E MACEDONIA

Più complessa la situazione invece sul fronte Balcani, non risolta neanche dalla riunione preparatoria al Consiglio Europeo avvenuta sempre questa mattina a Bruxelles con il leader Ue: se si trovano tutti d’accordo su offrire a Ucraina e Moldavia lo status di “Paese candidato” all’Europa, così come aprire le porte alla prospettiva europea della Georgia, non vi è affatto unità sulla questione dei Balcani Occidentali.

La Bulgaria infatti ha posto il veto sull’allargamento ad Albania e Macedonia del Nord a causa delle fortissime controversie linguistiche, storiche e culturali. Forte il disappunto di Tirana in merito all’attuale situazione, come ha twittato il Premier Edi Rama: «Abbiamo discusso a lungo con i leader della Serbia e della Macedonia del Nord in merito al prossimo vertice dell’Ue. Sembra che alla fine si chiuderà con un altro ‘No, ci dispiace’. L’intera Unione sequestrata dalla Bulgaria non è un bello spettacolo da vedere. Che ci andiamo a fare lì?!». In Bulgaria i problemi politici rendono ancora più instabile la situazione in quanto il Governo è ufficialmente stato sfiduciato in Parlamento e il leader del partito di opposizione Gerb, l’ex premier Boyko Borissov, da fautore del veto contro la Macedonia ha fatto invece appello affinché venga revocato. Spiragli insomma ve ne sono ma resta complessa la gestione geopolitica su Balcani e l’Est Europa, con un’Europa che si vede “costretta” a riunificarsi il più possibile in vista dei prossimi decisivi vertici G7 e Nato sullo stallo dell’Ucraina.