É ampiamente soddisfatto Giuseppe Conte al termine del Consiglio europeo. Il premier è intervenuto in conferenza stampa per fare il punto della situazione sui risultati raggiunti ed ha parlato di esito storico: «Un Consiglio europeo storico perché ieri è stato raggiunto l’accordo sul bilancio pluriennale e sul Next Generation Ue, questo consentirà di sbloccare l’avvio delle ratifiche nazionali. Un altro passo in avanti per rendere concreto il programma di risorse straordinarie di cui il principale Paese beneficiario sarà l’Italia con 209 miliardi più i miliardi del bilancio. Abbiamo raggiunto questo risultato senza rinunciare a nessuno dei nostri principi: abbiamo ribadito il principio dello Stato di diritto, non abbiamo toccato il regolamento sulla condizionalità del bilancio legata allo Stato di diritto».
Giuseppe Conte ha poi evidenziato: «Abbiamo anche avuto una lunga e profonda discussione sul clima, ma anche qui abbiamo raggiunto l’accordo. Qui c’è un obiettivo fondamentale: l’impegno a ridurre del 55% rispetto al 1990 le emissioni per raggiungere le neutralità climatica entro il 2050». Il premier ha anche affrontato il dossier emergenza coronavirus: «Abbiamo ribadito la necessità di rafforzare il coordinamento tra i vari Paesi soprattutto in vista delle prossime festività per evitare il rischio di una terza ondata». Qui di seguito il video della conferenza stampa. (Aggiornamento di MB)
CONSIGLIO UE, ACCORDO SUL RECOVERY FUND: VINCE LA MERKEL
A sorpresa dopo il primo pomeriggio di lavori al Consiglio Europeo, il Presidente Michel lancia l’annuncio sui social: «C’è l’accordo nel Consiglio Europeo sul pacchetto Mff 2021-27 e Recovery Fund». Sì dunque unanime dai leader Ue al Next Generation Eu – con il piano di bilancio europei dei prossimi 7 anni – e soprattutto ok al Recovery Fund con lo schema di prestiti/fondi perduti già accordati lo scorso luglio. «Ora possiamo iniziare con l’attuazione e ricostruire le nostre economie – aggiunge Michel – il nostro pacchetto per la ripresa spingerà la transizione verde e quella digitale»; gli fa eco la Presidente Von der Leyen che fa trapelare alle agenzie «L’Europa va avanti! 1.800 miliardi per alimentare la nostra ripresa e costruire una Ue più resiliente, verde e digitale – ribadisce la Presidente della Commissione Ue – Congratulazioni alla Presidenza tedesca del Consiglio». Il Ministro degli Affari Europei Enzo Amendola su Twitter è il primo a commentare per l’Italia dopo il primo via libera del Consiglio Europeo ancora dall’agenda fittissima: «Veti superati, accordo raggiunto al Consiglio europeo. Si conferma la condizionalità sullo stato di diritto. Adesso acceleriamo ancora di più perché le risorse del bilancio e del Next Generation EU diventino progetti per cambiare e far ripartire Italia ed Europa». A ruota segue il messaggio del Presidente Conte, sempre su Twitter: «Appena raggiunto in Consiglio europeo l’accordo definitivo su #NextGenerationEU. Questo significa poter sbloccare le ingenti risorse destinate all’Italia: 209 miliardi. Approvato anche il Bilancio pluriennale. Ora avanti tutta con la fase attuativa: dobbiamo solo correre!»
https://twitter.com/amendolaenzo/status/1337101047756697602?ref_src=twsrc%5Etfw
CONTE “SUPERARE IL VETO DI POLONIA-UNGHERIA”
«Il passaggio in Parlamento ha sancito la coesione del Governo sui lavori del Consiglio Europeo e sulla riforma del Mes; dobbiamo recitare ruolo da protagonisti per la nuova stagione europea. Serve energia innovatrice per dare linfa al sogno europeo», ha spiegato il Premier Conte arrivando a Bruxelles nelle brevi dichiarazioni alla stampa all’ingresso del Consiglio Europeo. «Siamo in dirittura finale per superare il veto di Polonia e Ungheria, ci sono stati segnali di avvicinamento. È importante sbloccare i 209 miliardi del Recovery Fund per l’Italia», conclude il Presidente del Consiglio mentre arrivano alla chetichella gli altri leader europei per la prima riunione delle ore 14. Nel frattempo la Presidente della Commissione Ue Von der Leyen non lascia grandi spiragli di positivo ottimismo attorno all’accordo sulla Brexit: «anche se il deal fosse trovato, non c’è nessuna garanzia che possa entrare in vigore in tempo utile». «Dobbiamo essere preparati», conclude la n.1 della Commissione Ue, «alla possibilità che non ci sia un’intesa in vigore dal primo gennaio, quindi oggi presentiamo le misure contingenti da applicare in questo caso», ovvero il No Deal.
OGGI E DOMANI IL CONSIGLIO UE “IN PRESENZA”
Oggi e domani il Consiglio Europeo si riunisce in presenza per l’ultima volta di questo lungo e sfibrante 2020: i leader Ue assieme alla Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen sono chiamati in questa duplice riunione per «molte questioni importanti», come ha spiegato il Presidente del Consiglio Ue Charles Michel. Siamo alla vigilia del più grande piano di rilancio che l’Europa abbia mai visto – il Next Generation Eu – con il Recovery Fund e il bilancio europeo dei prossimi 7 anni che vengono impostati e lanciati proprio dopo questo Consiglio Europeo: ma si parlerà anche di riforma del Mes, di cambiamento climatico, di immigrazione e sicurezza, dei rapporti con gli Usa e con la Turchia. «Il Consiglio Europeo del 10 e 11 dicembre presenta un’agenda densa di temi di elevata priorità per l’Unione Europea, sia per quanto riguarda la sua coesione, prosperità e stabilità, sia per quanto attiene al suo ruolo di attore globale. Il tema centrale rimane la lotta alla pandemia da Covid, su cui è fondamentale che, da parte europea, provenga un chiaro segnale di coesione», ha spiegato così ieri il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nelle comunicazioni in Parlamento, ricordando poi come «Solo una risposta internazionale ed europea può del resto consentire di superare la pandemia».
RECOVERY FUND: COSA SUCCEDERÀ
Inutile girarci attorno, il tema centrale e cruciale di questo Consiglio Ue è il Recovery Fund: il 2021 dovrà essere l’anno del Next Generation Eu e l’accordo in extremis che sembra stato trovato con Polonia e Ungheria sempre andare nella giustizia direzione: niente veti, niente “rimostranze” sullo stato di diritto e soprattutto strada spianata verso una più “semplice” ratifica dei 27 Recovery Plan nazionali che nei prossimi mesi dovranno essere valutati da Consiglio, Commissione e Parlamento europeo. «Fiducioso che si possa trovare un accordo su un pacchetto comune per consentire la rapida attuazione sia del quadro finanziario pluriennale che del Fondo per la ripresa», spiega ancora Michel nella lettera di convocazione al Consiglio Europeo. Gli fa eco il Commissario agli Affari Economici Paolo Gentiloni, «Non credo sia toccata minimamente l’intesa che era stata raggiunta dal Consiglio con il Parlamento europeo e credo che saranno i leader a valutarla, ma che una valutazione positiva potrebbe aprire la strada finalmente alla partenza del percorso di ratifiche e quindi all’attuazione di Next Generation Eu». L’Italia resta la principale “osservata” essendo tra i pochi Paesi che ancora non ha presentato un piano nazionale completo e anzi, come visto ieri nello scontro Renzi-Conte al Senato, è ancora lontana dall’approvare il Piano Nazionale di Resilienza e Ripresa. La Riforma del Mes è stata approvata dal Parlamento italiano, non senza “strascichi” nella maggioranza, e su questo si proverà a riaprire in Consiglio per giungere alla battaglia più importante sul bilancio europeo e il Next Generation Eu. Si punta a far arrivare al più presto i fondi, dalla metà del 2021, ma l’opposizione dei Paesi “frugali” resta forte e il dialogo tra i leader europei in questa due giorni potrebbe rivelarsi tanto delicata quanto decisiva.
TUTTI GLI ALTRI NODI AL CONSIGLIO UE
Alla cena di lavoro si parlerà dei rapporti con gli Usa di Biden e soprattutto delle sanzioni alla Turchia dopo le costanti provocazioni nel Mediterraneo orientale, su pressione del Presidente Macron: la n.1 della Commissione Ue Von der Leyen informerà poi l’Eurosummit sulle ultime relazioni Brexit per capire se vi sia la possibilità concreta di un accordo entro la fine del 2020. Venerdì mattina si parlerà di “vicinato” meridionale per i temi di sicurezza, terrorismo, radicalizzazione e cooperazione con gli Stati africani; infine, il nodo centrale degli obiettivi climatici per il 2030 dove il voto unanime non sembra al momento l’ipotesi più concreta. «L’obiettivo della riduzione delle emissioni almeno del 55% entro il 2030 è alla nostra portata e il lavoro sul modo migliore per raggiungere questo ambizioso obiettivo è a buon punto. L’accordo sarebbe un risultato importante e sosterrebbe la nostra rivendicazione di svolgere un ruolo di primo piano nella lotta al cambiamento climatico», conclude Michel. Con la Presidente Lagarde, si tratterà con i 27 Paesi Ue anche del “super bazooka” da 500 miliardi della Bce con il programma che dovrà essere integrato e perfezionato anche per l’anno 2021, specie nell’attesa dell’arrivo dai mercati del Recovery Fund. I temi sono tanti ma il “test” per il Premier Conte è decisivo visto la traballante tenuta della maggioranza sul Recovery Plan italiano: in un colloquio con La Repubblica, Conte avverte che nella partita in ballo non vince o perde lui come premier ma «vince o perde l’Italia, di fronte all’Europa, che aveva pregiudizi verso di noi e che li sta superando. Ma – è il monito di Conte – basta poco per disfare tutta la tela». (qui l’agenda degli incontri al Consiglio Ue, ndr).