Non si è fatta attendere la replica di Paolo Savona a Matteo Renzi dopo il duro attacco di quest’ultimo per il caso Rcs-Blackstone e il mancato intervento della Consob. «Renzi mi accusa che, essendo stato nominato da un governo populista, faccio delle preferenze tra imprenditori», ha dichiarato durante un convegno. Poi si è rivolto al ministro dell’Economia Daniele Franco, anche lui presente: «Ministro, se solo hai il dubbio che possa fare questo, ti prego, invitami a fare fagotto e andarmene». Il numero uno della Consob ha spiegato di essersi «svegliato male» quando ha letto la rassegna stampa. «Se non ho dimostrato indipendenza, vuol dire che non sono più utile per il Paese». Secondo Renzi, Savona avrebbe dato una mano ad Urbano Cairo, la cui linea filo-M5s, soprattutto a La7, non piace all’ex premier.
Forse però Matteo Renzi dimentica che il Corriere della Sera nello scorso marzo ha attaccato Paolo Savona per l’adeguamento delle indennità dei commissari a quelle di Bankitalia, vagheggiando anche le dimissioni.
GLI EQUILIBRI DELLA CONSOB
Ci sono comunque delle precisazioni da fare. In primis, il ministro dell’Economia Daniele Franco non può chiedere a Paolo Savona di rassegnare le dimissioni. La nomina del presidente Consob, infatti, è prerogativa del Presidente della Repubblica che firma il decreto ad hoc dopo aver acquisito la designazione dal presidente del Consiglio. Peraltro, nessun membro del governo può rimuovere i componenti, essendo un’Authority indipendente. Infatti, Il Giornale ricorda che Silvio Berlusconi ha dovuto convivere con l’ex avversario di collegio Spaventa, mentre proprio Renzi ha dovuto tollerare il “berlusconiano” Vegas.
Quindi, anche il premier Mario Draghi, che non è in sintonia con Paolo Savona, non può nulla. Inoltre, la Consob non è un’autorità di vigilanza prudenziale come Bankitalia o Ivass, quindi non può imporre misure di tutela della patrimonializzazione. Dovendo vigilare sull’informativa finanziaria, riguardo Rcs per Consob è sufficiente aver denunciato il rischio al mercato.