Sono decisamente pesanti le accuse rivolte al premier inglese Boris Johnson, e in generale all’esecutivo di Londra, da parte di uno stretto consulente dello stesso primo ministro d’Oltre Manica: questi starebbe facendo infettare più persone possibili, sia per avere l’immunità di gregge quanto per incolpare eventualmente gli stessi cittadini di nuove eventuali chiusure o misure restrittive.



A dichiararlo, assumendosene ovviamente ogni responsabilità, è Robert West, membro del SAGE, Gruppo scientifico di consulenza per le emergenze del governo, (una sorta di CTS), che ha appunto spiegato che il governo di Johnson starebbe deliberatamente infettando soprattutto la popolazione giovanile, quella che si sta ammalando di più in queste settimane perchè meno attenta, per raggiungere un alto livello di immunità di comunità. Lo scienziato, che è anche uno psicologo della salute e docente all’University College London, afferma: “Il governo ha deciso di far infettare quante più persone possibile – le parole dello stesso West, riportate dai colleghi di Fanpage e da La Stampa – il più rapidamente possibile, usando la retorica sulla cautela come un modo per dare la colpa ai cittadini per le conseguenze dei loro comportamenti”.



ACCUSE A BORIS JOHNSON: “POLITICAMENTE CONVENIENTE CREARE INFETTI…”

Quindi ha aggiunto: “Sembra che il governo giudichi politicamente conveniente lasciar contagiare le persone e causare gravi danni al sistema sanitario”. Un vero e proprio azzardo quindi quello del governo inglese, che tra l’altro aveva già ventilato questa possibilità durante la primavera del 2020, quando la pandemia di covid arrivò in Europa, per poi tornare sui suoi passi e istituire le misure restrittive che poi sono state adottate anche in altre nazioni del Vecchio Continente.

In ogni caso Boris Johnson ha sempre rimandato al mittente tali accuse. La cosa certa è che in Inghilterra le cose stanno andando tutt’altro che bene da quando è stata eliminata ogni misura restrittiva, lo scorso 19 luglio, con i contagi schizzati alle stelle e quasi un milione e settecentomila persone in isolamento, compreso lo stesso Johnson.