CASO OPEN-RENZI: COSA HA DECISO LA CORTE COSTITUZIONALE (IN ATTESA DELL’UDIENZA PUBBLICA)

Una duplice importante decisione ha preso la Corte Costituzionale oggi 24 novembre 2022 in Camera di Consiglio: in attesa dell’ufficiale udienza pubblica che emetterà sentenza, la Consulta ha espresso il proprio “Sì” al conflitto Senato-pm Firenze sull’inchiesta Open che riguarda il senatore Matteo Renzi; inoltre, ha riconosciuto il possibile conflitto sui vitalizi dei parlamentari tra Camera e Tribunale di Lecce. Andiamo con calma e proviamo a capire meglio questo duplice indirizzo, partendo dal tema prettamente più politico: di fatto, La Corte costituzionale dovrà stabilire se i pm fiorentini del procedimento Open hanno violato i diritti di parlamentare dell’ex Premier: se così fosse, il processo Open potrebbe essere sospeso immediatamente.



«Nella camera di consiglio di oggi, 24 novembre 2022, la Corte costituzionale ha esaminato due conflitti fra poteri proposti nei confronti dell’autorità giudiziaria, rispettivamente, dal Senato in materia di messaggi scritti, trasmessi in via informatica e telematica, e dalla Camera, in materia di pignorabilità dei vitalizi dei deputati. Entrambi i conflitti sono stati ritenuti ammissibili e verranno decisi nel merito a seguito dell’udienza pubblica», si legge nello scarno comunicato della Consulta emesso oggi in attesa della futura udienza pubblica in Corte Costituzionale. Dal punto di vista prettamente politico, la decisione della Consulta è un importante assist al leader di Italia Viva, indagato assieme ai suoi storici collaboratori (Maria Elena Boschi e Luca Lotti) per presunto finanziamento illecito ai partiti, corruzione, riciclaggio e traffico di influenze. In sostanza, l’accusa al processo ritiene che la Fondazione Open diretta all’epoca dei fatti da Alberto Bianchi e all’imprenditore Marco Carrai possa aver finanziato il partito di Renzi. L’ex Premier si è sempre difeso contrattaccando i pm di Firenze e presentando ufficiale denuncia contro di loro alla procura di Genova (posizione però archiviata, ndr). Ebbene, questa mattina la Corte Costituzionale ha dichiarato ammissibile il conflitto tra poteri dello Stato – sollevato lo scorso 22 febbraio dal Senato della Repubblica – proprio contro i magistrati di Firenze che indagano su Renzi. La Consulta ora dovrà stabilire se la procura di Firenze abbia violato o meno i diritti di parlamentare di Matteo Renzi dal momento che sono stati presentati come atti dell’inchiesta e-mail e chat WhatsApp senza chiedere l’autorizzazione preventiva di Palazzo Madama.



CONSULTA: “SÌ A CONFLITTO SU VITALIZI DEI PARLAMENTARI”

Secondo la relazione approvata lo scorso gennaio al Senato nel fare ufficiale ricorso alla Corte Costituzionale, i magistrati che indagavano sull’inchiesta Open e su Renzi – il procuratore capo Giuseppe Creazzo e i sostituti procuratore Luca Turco e Antonino Nastasi – «avrebbero dovuto chiedere prima una formale autorizzazione al Senato per l’acquisizione delle chat private e delle mail di Renzi». Domani 25 novembre Renzi ha già annunciato (nell’ultima Enews) che presenterà «l’ennesima denuncia a Genova contro i magistrati fiorentini»: per il senatore fiorentino, «Ne hanno combinata una talmente grossa che è incredibile come non si voglia procedere nei loro confronti! Nel frattempo chissà che succede all’indagine genovese sui PM del caso David Rossi, uno dei quali – ricordo – è uno dei miei grandi accusatori nel processo. Accusatore sicuro, grande non credo. Nel libro dimostro perché». Nella Enews di oggi invece c’è soddisfazione da parte del leader di Italia Viva: «oggi la Corte Costituzionale ha giudicato ammissibile il ricorso del Senato sul tema della violazione dell’articolo 68 Costituzione. Nel 2023 arriverà il giudizio di merito ma intanto il nostro ricorso è ammissibile. Un altro passo verso la verità».



Ma la Consulta nella Camera di Consiglio di oggi ha sollevato un altro tema, ammettendo il conflitto di poteri della Camera contro il tribunale di Lecce per due ordinanze «adottate dalla sezione commerciale nell’ambito di un procedimento esecutivo nei confronti di un ex deputato titolare di assegno vitalizio», spiega “Il Fatto Quotidiano”. Esattamente comome nel caso della fondazione Open, nessuna decisione è stata ancora presa dalla Consulta in quanto l’atto di oggi è il primo vaglio inerente esclusivamente l’ammissibilità del conflitto: il dibattito sul merito sarà esaminato dopo un’udienza pubblica delle prossime settimane, che dovrà essere fissata a Palazzo della Consulta.