Non è marginale l’ultima sentenza della Corte Costituzionale giunta oggi pomeriggio che rende di fatto illegittimo la norma del primo Decreto Sicurezza del Governo Lega-M5s: nei giorni decisivi per approntare le vaste modifiche ai Decreti Sicurezza “di Salvini” da parte del Governo giallorosso, la sentenza della Consulta “rischia” di avere un peso politico molto specifico dopo le famose “sottolineature” del Presidente Mattarella a seguito della firma al Dl Sicurezza bis voluto dalla Lega. La Corte ha esaminato le questioni di legittimità costituzionale sollevate dai tribunali di Milano, Ancona e Salerno sull’iscrizione all’anagrafe dei richiedenti asilo (vietati dal Decreto Sicurezza del 2018): in attesa del deposito della sentenza, l’ufficio stampa della Corte ha fatto sapere che «la disposizione censurata non è stata ritenuta dalla Corte in contrasto con l’articolo 77 della Costituzione sui requisiti di necessità e di urgenza dei decreti legge». Tuttavia, la Corte ne ha dichiarato l’incostituzionalità «per violazione dell’articolo 3 della Costituzione sotto un duplice profilo: per irrazionalità intrinseca, poiché la norma censurata non agevola il perseguimento delle finalità di controllo del territorio dichiarate dal decreto sicurezza; per irragionevole disparità di trattamento, perché rende ingiustificatamente più difficile ai richiedenti asilo l’accesso ai servizi che siano anche ad essi garantiti».
DECRTI SICUREZZA, ANCORA CAOS NEL GOVERNO
Nella bozza del nuovo decreto preparata dal ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che ancora vede Pd e M5s tutt’altro che “inclini” ad un accordo in breve tempo, questo articolo definito incostituzionale dalla Consulta di fatto scompare. Non solo, il governo ha già previsto che ripristinerà l’iscrizione all’anagrafe per i richiedenti asilo che, negli ultimi due anni, sono stati privati di alcuni diritti costituzionalmente garantiti, a cominciare dalle cure sanitarie: «Anche sui decreti Sicurezza qualche giudice, come accade troppo spesso, decide di fare politica sostituendosi al Parlamento», è il primo commento polemico del leader Lega Matteo Salvini dopo la sentenza della Corte Costituzionale. Un ‘richiedente asilo’, conclude l’ex Ministro degli Interni, «in oltre il 50% dei casi viene riconosciuto come clandestino dalle commissioni prefettizie, senza quindi nessun diritto di rimanere in Italia: secondo la Corte dovremmo quindi premiare chi mente e infrange la legge? La sicurezza e il benessere degli italiani, degli immigrati perbene e dei veri richiedenti asilo, vengono prima di tutto”.