Alle 21.13 appare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che comunica l’intenzione di dare vita ad un Governo tecnico istituzionale guidato da Mario Draghi: «ringrazio il Presidente Fico per l’espletamento impegnato del mandato esplorativo. Dalle Consultazioni al Quirinale era emersa come unica possibile di Governo a base politica la maggioranza del Conte-2, la verifica ha dato esito negativo. Ci sono ora due strade alternative: dare vita ad un nuovo Governo per adeguare le gravi emergenze del Paese, o le elezioni immediate. La seconda strada va considerata perché di fronte a questa ipotesi ho il dovere di porre in evidenza alcune circostanze per capire se prendere questa decisione; un lungo periodo di campagna elettorale coinciderebbe con un momento cruciale per le sorti dell’Italia, sotto profilo sanitario, economico e sociale».
Mattarella elenca le motivazioni per cui il voto ad oggi sarebbe “pericoloso” per la vita del Paese: «Serve un Governo nella pienezza delle proprie funzioni e non un Governo con attività ridotte al minimo, come avverrebbe in fase di campagna elettorale: vaccini, blocco licenziamenti, Recovery Plan, crisi economica. Servono interventi tempestivi e serve un Governo per farli». Un Governo ad attività ridotta «non sarebbe in grado di rispettare tutti queste scadenze fondamentali per il nostro futuro: dal giorno in cui si sciolgono le Camere e il voto servono almeno 60 giorni, poi 20 giorni per formare eletti, Commisioni e Camere e la fiducia dello stesso Governo in Parlamento. Servono tempi rapidi e in più il voto potrebbe far aumentare». A chiusura del discorso alla Nazione, Mattarella annuncia «Appello a tutte le forze politiche affinché diano fiducia ad un Governo di alto profilo che però non abbia alcuna identificazione politica e che possa occuparsi delle risposte urgenti che attendono i cittadini. Conferirò al più presto incarico di tipo istituzionale per formare un Governo». Al termine dell’intervento di Mattarella, il Quirinale annuncia di aver convocato per domani mattina l’ex Presidente della BCE Mario Draghi.
FALLIMENTO DEL MANDATO DI FICO
++ DICHIARAZIONE FICO AL QUIRINALE «Si conclude il mandato esplorativo che il Presidente della Repubblica mi ha affidato: ho comunicato l’esito del mandato, allo stato attuale permangono distanze alla luce delle quali emerge la non volontà delle forze politiche, senza unanime disponibilità, di formare una maggioranza» ++
IL TWEET DI RENZI AFFOSSA IL CONTE-TER
Alle ore 19.40 il tweet che forse sancisce per sempre la fine dell’ipotesi Conte-ter e di conseguenza il fallimento delle Consultazioni del Presidente Fico: Matteo Renzi scrive «Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei Niet dei colleghi della exmaggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato». Una lista di “rotture” che nascono da lontano ma che si sono concretizzate negli ultimi due giorni: e così scatta furente la reazione di Pd, M5s e Leu contro la scelta di Italia Viva.
«Renzi non rompe con Conte, ma con gli alleati, rottura inspiegabile» fanno sapere le fonti Pd alle agenzie, aggiungendo poco dopo «Renzi aveva fatto richieste sugli assetti di governo e poi è arrivata la rottura inspiegabile nonostante la disponibilità della maggioranza ad accogliere Iv nel governo, Renzi ha deciso di rompere. Iv non può pretendere di scegliere i ministri degli altri partiti». Sono in corso le telefonate del Presidente Fico con tutti i leader della maggioranza (Crimi, Zingaretti, Speranza e Renzi) prima dell’arrivo al Quirinale dato imminente (alle 20.30). Dal M5s, Gianluca Castaldi tira dritto verso le Elezioni: «Altro che temi! Poltrone e testa di Conte nonostante un pandemia. Indegno! Elezioni vicinissime, a mio parere! E sono pronto: prontissimo». Ancora più duro Vito Crimi, capo politico M5s, che sancisce la fine del dialogo con Renzi: «Risultato è chiaro, noi abbiamo fatto dei grandi passi avanti e grandi sforzi anche nei confronti di Italia Viva per cercare di dare al Paese un Governo che potesse proseguire la gestione della pandemia e della crisi economica. Durante questa giornata abbiamo assistito da parte dei renziani ad una serie di attività quasi ostruzionistiche, malgrado le nostre aperture. Continuo stop e No da parte loro. L’obiettivo era ottenere qualche poltrona in più, questo hanno chiesto e non abbiamo ricevuto nessun tipo di rassicurazione sulla figura di Conte ma anzi hanno sindacato sui Ministeri degli altri partiti. Interesse del Paese è andato in secondo piano rispetto agli interessi personali di Italia Viva».
La crisi di Governo porta ora a due strade, in mano a Mattarella: prendersi qualche ora per decidere o se convocare già questa sera nelle comunicazioni in diretta video streaming dopo il colloquio con Fico (a partire da domani mattina) un secondo giro di consultazioni. In secondo luogo, il Colle potrebbe già affidare un mandato “pieno” a qualche personalità politica per formare un nuovo Governo: tale seconda scelta si “dividerebbe” in due ulteriori possibilità, la prima si chiama Governo tecnico, l’altra elezioni anticipate.
Bonafede, Mes, Scuola, Arcuri, vaccini, Alta Velocità, Anpal, reddito di cittadinanza. Su questo abbiamo registrato la rottura, non su altro. Prendiamo atto dei Niet dei colleghi della exmaggioranza. Ringraziamo il presidente Fico e ci affidiamo alla saggezza del Capo dello Stato
— Matteo Renzi (@matteorenzi) February 2, 2021
RENZI “STRONCA” IL CONTE-TER
Il Conte-ter potrebbe non vedere la luce del sole: dopo la sera del quarto e ultimo giorno di Consultazioni, la rottura più totale arriva tra Italia Viva e la restante parte dei partiti seduti alla Camera per il tavolo tecnico con Roberto Fico. Poco prima delle ore 19 il Presidente della Camera è uscito in fretta e furia per indirizzarsi al Quirinale e conferire a Mattarella il probabile fallimento del suo incarico esplorativo, o quanto meno potrebbe chiedere ulteriore tempo per trovare una quadra sulle tante rotture in corso tra renziani, Pd, M5s e LeU: secondo fonti di Governo alla agenzie, è rottura su Bonafede, Azzolina e lo stesso nome del Presidente Conte. Per Andrea Marcucci, capogruppo Pd, «noi crediamo si debba andare avanti nel cercare un Governo per questo Paese. Ci sono ancora delle distanze e vanno colmate, mi auguro che il Presidente incaricato possa colmare queste distanze. Senza Conte? Non è un compito mio fare nomi».
Raggiunta da Rai news24, la senatrice De Petris all’uscita dalla Camera spiega: «ci sono valutazioni molti diversi, grande sforzo per trovare l’intesa e speravamo che si potevano essere le condizioni per andare avanti ma la posizione di Italia Viva rimane la stessa. I nodi restano sulla giustizia, con renziani che hanno bocciato il Lodo Orlando: è tutto un pretesto per non far nascere il Conte-ter. Fico sta andando a riferire al Quirinale che le forze di maggioranza sono d’accordo tra loro, tranne Italia Viva che continua a dire di no. Difficile a questo punto evitare le elezioni». Maria Elena Boschi, anche lei all’uscita da Montecitorio, non ammette grandi spazi ulteriori di manovre: «rimangono forti le distanze». Più “possibilista” invece Graziano Delrio «Ci sono state discussioni approfondite su gran parte del programma, rimangono delle distanze, ma noi siamo fiduciosi che queste distanze possano essere collaterali da chi riceverà il mandato». La rottura è avvenuta al termine delle Consultazioni sul verbale, richiesto da Italia Viva ma affatto soddisfatta dell’esito: «Noi abbiamo chiesto il verbale, anzi un documento. Solo che questo verbale non rappresenta le differenze di posizioni». I renziani poi spiegano che «non siamo contro il verbale, lo abbiamo chiesto noi ma devono esserci raccolte tutte le posizioni, non si possono togliere i punti divisivi». Lato M5s, con Davide Crippa «dai renziani il racconto non è vero, i temi convergenti c’erano». A questo punto Fico dovrebbe dire a Mattarella entro le prossime ore che una vera maggioranza ancora non c’è (e difficilmente non ci sarà).
PD “PASSI AVANTI”, MA DAI RENZIANI UN ALTRO STOP
È una guerra di nervi quella giocata dentro e fuori la Camera dei Deputati: attorno alle ore 18 il tavolo tecnico sul programma con i capigruppo del precedente Governo dovrebbe terminare, con la salita al Colle del Presidente incaricato “esploratore” Roberto Fico che dovrebbe avvenire attorno alle ore 20. Non si escludono tra l’altro un rapido “secondo giro” di Consultazioni dello stesso Fico con i rappresentanti dei partiti già presenti alla Camera. La situazione al momento è in profondo stallo con due differenti versioni date alla stampa dai gruppi presenti a Montecitorio: da un lato, Pd-M5s-LeU che fanno sapere di importanti passi avanti fatti sul tema giustizia e sulla squadra di Governo; dall’altro, i renziani che ribadiscono i “niet” della maggioranza sui temi cardine più importanti, in primis MES e la stessa giustizia.
Per capire chi dei due gruppi stia raccontando la realtà “più verosimile” occorrerà attendere la salita al Quirinale del Presidente della Camera, ma nel frattempo le “trame” proseguono con i lavori nella Sala della Lupa che proseguono senza sosta. «I 5s oggi hanno accettato sulla giustizia quello che non avevano mai accettato prima. Non andare a vedere mi pare pazzesco», incalza ancora Orlando sui social, intesa però smentita su tutta la linea da Italia Viva. Grasso (LeU) spiega che sulla giustizia i renziani «cercano pretesti» per far saltare il banco mentre Marcucci (Pd) spiega ai giornalisti «Confidiamo di chiudere alle 15,30, massimo 16, scrivendo anche un verbale (redatto da De Petris, Leu-Gruppo Misto, ndr), per poi riferire al presidente Fico». A gettare “scompiglio” il messaggio del forzista Gianfranco Rotondi che pone un tema finora non trattato nella cronaca sulla crisi di Governo: «Mi sembra che Renzi si spinga troppo in là perché il suo sia un bluff. Evidentemente il capo di IV ha in tasca un accordo elettorale di desistenza con Salvini».
STOP DA RENZI: “CERCHIAMO ACCORDO, MA LORO DICONO SEMPRE NO”
«Finora non è stato fatto nessun passo avanti su nessun contenuto: fino all’ultimo proveremo a vedere se c’è una disponibilità a una mediazione», questo avrebbe detto Matteo Renzi ai parlamentari di Italia Viva nella pausa prima del rush finale delle contrattazioni al tavolo tecnico della Camera. Le consultazioni con Fico proseguono ma su tutti i principali dossier – come già anticipavamo qui sotto – vi sarebbe lo stallo tra renziani, grillini e Dem: «Noi cerchiamo l’intesa, dovrebbero fare qualche passo anche gli altri. Siamo stupiti della chiusura sui contenuti della maggioranza senza nessuno sforzo per trovare soluzioni su problemi che non sono di oggi e su cui appare evidente che bisogna trovare una soluzione», avrebbe anche aggiunto Renzi, secondo quanto riporta l’Adnkronos.
L’esito è che al momento la crisi di Governo rimane e il Conte-ter non decolla: «Noi siamo sempre per l’accordo, ma al momento non c’è». L’ultimo scontro sarebbe avvenuto sulla giustizia, dopo la presentazione del “Lodo Orlando” sulla prescrizione che avrebbe trovato l’accordo tra Pd e M5s: «Mes e Giustizia, lo zero assoluto finora», commenta laconicamente Renzi assieme ai suoi capigruppo Boschi e Faraone. Piccata la replica su Twitter dello stesso vicesegretario Pd Andrea Orlando: «Renzi dice che su giustizia “siamo allo zero assoluto”. Probabilmente sono stato invitato a un’altra riunione.. Apertura su riforma penitenziaria, modifica prescrizione, intercettazioni… Non sprechiamo questa possibilità!». Spazi di accordo si trovano invece su scuola e ambiente, ma al momento lo stallo verso il Conte-ter è sempre più evidente complicando e non poco il resoconto che stasera Fico dovrà stilare per Mattarella.
ITALIA VIVA: “CONTE-TER? NON È DETTO”
Il tavolo sul programma di Governo durerà fino alle ore 16, con in mezzo una pausa che vedrà riuniti i parlamentari di Italia Viva per trarre le conclusioni di questa due giorni di Consultazioni sulla crisi di Governo. Le riserve ancora non sono state sciolte e da Ivan Scalfarotto – dimissionario renziano nel Conte-bis – arriva la “minaccia”: «Non sono così sicuro che sia certo un Conte ter, stiamo ancora discutendo. Al momento direi un 50% anche per il Governo istituzionale».
Gli ultimi “nodi” in discussione prima della pausa sono sui temi di Istruzione, Cultura e Turismo ma è sulla giustizia che è emersa una nuova contrapposizione stamane: il dem Orlando ha proposto un “lodo” sulla prescrizione trovando l’ok dei M5s ma il no netto di Italia Viva. Il Quirinale attende in serata la salita del Presidente Fico, consci entrambi che la situazione delle Consultazioni al momento non consegnerebbe una stabile maggioranza attorno al nome di Giuseppe Conte. «Se non trovano l’accordo, allora meglio andare al voto e avere un nuovo Parlamento a aprile per risolvere i problemi del paese», spiega davanti alla Camera il leader della Lega Matteo Salvini, mentre da Forza Italia prosegue il pressing per un possibile Governo di unità nazionale attorno a nomi di alto profilo (Draghi, su tutti).
ULTIMO GIORNO CONSULTAZIONI ALLA CAMERA
Si è aperto stamattina l’ultimo, forse, round alla Camera per le Consultazioni con il Presidente incaricato “esploratore” Roberto Fico: dopo la fase interlocutoria di ieri sul programma di Governo, oggi si prosegue tra stalli, incomprensioni, lotte “intestine” e veti sui nomi della possibile nuova squadra da presentare al Quirinale nelle prossime ore. Già, Mattarella attende entro sera la salita al Colle del Presidente della Camera per rendicontare l’esito delle sue Consultazioni con principalmente due opzioni in mano: annunciare l’accordo di massima tra i partiti oppure ammettere il fallimento dei colloqui, aprendo scenari sulla crisi di Governo che tornerebbero in “mano” al Presidente della Repubblica.
I capigruppo dei partiti di maggioranza seduti al tavolo con Fico si sono ritrovati stamane nella Sala della Lupa, aggiungendo un esperto per ogni gruppo presente: al tavolo troviamo Ettore Licheri e Davide Crippa per M5s; Andrea Marcucci e Graziano Delrio per Pd; Federico Fornaro e Loredana De Petris per LeU; Davide Faraone e Maria Elena Boschi per Italia Viva più i rappresentanti delle Autonomie, Centro Democratico, Maie ed Europeisti.
LO SCONTRO RENZI-M5S
Secondo quanto emerso dalle prime anticipazioni sulle Consultazioni in corso in questo momento, i partiti della “fu maggioranza” Conte-bis partiranno stamane dal tema delicato della Giustizia, dopo che ieri gli scontri principali si sono visti su Riforme, Sanità, Scuola e Recovery Plan. Il dialogo tra le forze di maggioranza viene descritto con toni “pacifici” ma resta una forte distanza soprattutto tra Movimento 5 Stelle e Italia Viva sui praticamente tutti i dossier più caldi del potenziale programma di Governo da rivedere completamente in queste poche ore. Per questo motivo l’obiettivo principale del Presidente Fico – ovvero quello di sondare il campo per possibile accordo su un Governo Conte-ter- è tutt’altro che definito e vicino e i tempi stringono: Mattarella potrebbe concedere ancora qualche ora di proroga per capire se vi sia margine per un accordo sui nomi della squadra di Governo, ma al momento entro sera comunque dovrebbe avvenire il colloquio con Fico per capire se ciò sia possibile o raggiungibile in breve.
«Italia Viva ha chiesto al Governo di prendere il Mes, non di prendere Meb. Come al solito i 5stelle non leggono fino in fondo. O non capiscono. Servono soldi per la sanità, non poltrone per noi», scrive oggi su Twitter la capogruppo alla Camera renziana Maria Elena Boschi. La “posta rialzata” ieri per Renzi è stato il MES e le risorse per Riforme e Recovery Plan, con lo scontro molto accesso con i 5Stelle: così un membro importante di Iv all’Adnkronos ieri sera, «Noi non siamo ostili al Conte ter ma i 5 Stelle non possono pensare di lasciare tutto com’era. Serve discontinuità». Dal fronte M5s invece le fonti di Governo fanno sapere alle agenzie di aver apprezzato il discutere sul nome di Giuseppe Conte, mentre resta «sorprendente che possano fare veti su altri nomi. Il tavolo rischia così di saltare».
FICO ATTESO AL QUIRINALE: GLI SCENARI
La situazione come si può ben intuire è assai tesa e la crisi di Governo non è detto che venga risolta stasera con l’incarico affidato a pieno titolo a Giuseppe Conte: diversi scenari infatti restano tutt’ora aperti, specie se i principali punti di distanza tra grillini e renziani degli ultimi mesi (giustizia, MES, legge elettorale e non da ultimo il nome del Premier) non dovessero risolversi nel giro di poche ore. Ad Omnibus stamane su La7 l’ex Ministra renziana Teresa Bellanova ha ribadito la distanza presente al tavolo delle Consultazioni tanto con il M5s quanto con il Partito Democratico, «Conte punto di partenza e arrivo per il Pd? Beati loro che hanno solo questo problema. Per noi il problema, ad esempio, è la giustizia». Per il collega Ivan Scalfarotto, intervenuto ad Agorà su Rai 3, «I nomi potranno arrivare quando avremo chiari i temi e il perimetro della maggioranza». Il Centrodestra nel frattempo sta alla finestra, diviso al proprio interno sulla possibilità di un Governo di unità nazionale senza Conte (Forza Italia e Toti), sull’indecisione tra voto e Governo di scopo (Lega) e sul ricorso all’unica strada possibile, ovvero le elezioni (Fratelli d’Italia). Di certo le “carte” in mano a Mattarella questa sera sono principalmente tre:
– Fico riporta al Capo dello Stato dell’accordo di massima trovato tra Pd-M5s-LeU-Iv-responsabili: a quel punto in tempi rapidi, viene convocato Giuseppe Conte a cui verrà affidato il compito di formare un terzo Governo in 3 anni, con lista Ministri e giuramento già entro fine settimana
– Fico dichiara il fallimento delle trattative, il Colle convoca secondo giro di Consultazioni al Quirinale con le ipotesi di Governo di unità nazionale (Cartabia, Draghi, Panetta i nomi che circolano) o voto anticipato
– Fico al Quirinale chiede tempo supplementare per risolvere i “veti” su nomi e programma, con Mattarella che potrebbe concederlo ma non più di 24-48 ore