Si è concluso il primo giorno di consultazioni al Quirinale con le cariche istituzionali e i partiti “minori” che hanno manifestato le proprie intenzioni in merito alla grave crisi di Governo apertasi l’8 agosto ma ufficializzata ieri in Senato: ebbene, a parte sporadici inviti al voto venuti dal gruppo di Lupi e pochi altri del Gruppo Misto alla Camera (tendenti comunque all’area del Centrodestra), cresce, aumenta e si impone il “partito del non voto” come opzione principale tanto per evitare di dover andarsene dal Parlamento dopo solo un anno e mezzo di legislatura quanto per il “rischio Iva-Manovra”, come paventato ieri dal Premier Conte. Niente voto in autunno, aperture a Conte bis (per Autonomie a parti del Gruppo Misto alla Camera) ma soprattutto disponibilità ad un Governo di svolta come opzionato da LeU: «Abbiamo espresso al presidente della Repubblica le nostre preoccupazioni per un ritorno al voto. La maggior parte delle componenti dei senatori pensano che sia necessario di avere la buona volontà di costruire un governo non breve, un governo politico e di legislatura», spiega la capogruppo al Gruppo Misto al Senato Loredana De Petris. Poco dopo Muroni e Fornaro di LeU alla Camera intervengono al termine delle consultazioni con Mattarella «Noi siamo indisponibili a soluzioni tampone per evitare il voto. Siamo piuttosto disponibili a dare un contributo per verificare le condizioni per un governo politico in grado di affrontare le questioni importanti del Paese. Un governo politico di svolta, che ponga al centro il lavoro, la lotta alla precarietà, alle disuguaglianze economiche, la lotta all’evasione e alle mafie. Serve un governo di svolta che contrasti il tentativo di riportare indietro le lancette del tempo sui diritti e sulle conquiste delle donne». La notizia però più importante l’ha data l’ex Ministro Beatrice Lorenzin uscendo dal colloquio con il Capo dello Stato: «Mattarella chiede con nettezza un Governo forte che possa avere la maggioranza in Parlamento». Un Presidente “notaio” ma anche intenzionato a trovare maggiormente un’opzione valida per tenere in piedi questa Legislatura, il che andrebbe letto come un invito “indiretto” a trovare una quadra tra Partito Democratico e Movimento 5Stelle. Domani giornata decisiva con i gruppi più importanti chiamati al Colle e forse già in serata l’indicazione di Mattarella sulla decisione più delicata e tesa della storia recente della Repubblica italiana. Qui tutti gli interventi alle consultazioni andati in scena in questa prima giornata. (agg. di Niccolò Magnani)



CONSULTAZIONI E CRISI GOVERNO: SALVINI AVVISA BERLUSCONI

Matteo Salvini contro tutti:

la crisi di Governo ha evidenziato questo punto ma guardando anche le sue ultime mosse, quel terreno comune nel Centrodestra non pare godere ad oggi di grande fiducia per il gruppo della Lega: in attesa di entrare nel vivo delle consultazioni da Mattarella (domani i “big” scopriranno le loro carte), a far rumore è l’attacco abbastanza diretto da Salvini al suo storico alleato di Forza Italia «Chi va al governo con il Pd non va al governo con la Lega». L’eventuale rottura per un Governo con coalizione Ursula (Pd-M5s-Forza Italia) ovviamente non piace affatto all’alleato della Lega che con i giornalisti ribadisce «ho sentito Berlusconi? Ora stiamo lavorando al programma. Prima aspettiamo le decisioni di Mattarella. Un passo alla volta». Da segnalare la mezz’ora di incontro, molto lunga, di Roberto Fico al Colle: proprio il Presidente della Camera potrebbe essere il nome giusto (circolano anche quelli di Pietro Grasso e lo stesso Zingaretti, che però ha subito declinato) che Mattarella potrebbe mettere in campo per un accordo di Governo duraturo e stabile tra Pd e M5s post-crisi di Governo. Il primo gruppo uscito dalle Consultazioni – le Autonomie – hanno invece detto con chiarezza di essere favorevoli ad un Conte Bis con altra maggioranza: «Il nostro gruppo racchiude sensibilità diverse, ma siamo tutti d’accordo che sia irresponsabile un voto in autunno. Siamo disponibili ad appoggiare il nuovo progetto che nascerà. Martedì il premier Conte ha fatto una figura bellissima e siamo pronti ad appoggiare un Conte bis, certamente con un’altra maggioranza», spiega nella Loggia d’Onore Juliane Unterberger capogruppo al Senato per le Autonomie. Dentro ora da Mattarella il Gruppo Misto del Senato, con Bonino, Grasso, Nencini e De Petris. (agg. di Niccolò Magnani)



M5S “SALVINI FERMATI UN ATTIMO”

È ufficialmente cominciata la diretta (anche in streaming video sul canale YouTube del Quirinale) delle consultazioni al Quirinale con il Capo dello Stato chiamato al secondo tour de force in soli 17 mesi dopo le convulse fase posti Elezioni Politiche del 4 marzo. Partono Maria Elisabetta Alberti Casellati (entrata poco dopo le 16 e uscita dopo le 16.15 senza parlare), seguirà poi uno dei protagonisti forse più attesi per i prossimi giorni, quel Roberto Fico che potrebbe essere l’uomo del “dialogo” tra M5s e Pd secondo quanto filtrano dai retroscena tanto grillini quanto piddini. Nel frattempo lo scontro infinito tra i due ex alleati di Governo non si placa per nulla: dopo la riunione dei parlamentari uniti con Salvini, il Movimento 5 Stelle replica a distanza agli attacchi del Ministro dell’Interno «Caro Matteo, di figuracce negli ultimi giorni ne hai fatte già abbastanza. Ti consigliamo di fermarti, ti vediamo un po’ nervosetto, un po’ insicuro. Magari altre due settimane al Papeete ti fanno bene. Ti rilassano. La difesa dei confini nazionali non è materia di campagna elettorale. E’ una funzione dello Stato e per il Movimento 5 Stelle resta una priorità assoluta!», si legge sul canale Facebook del Movimento 5Stelle. Per i due capigruppo M5s Francesco d’Uva e Stefano Patuanelli la linea da tenere è affianco di Luigi Di Maio: «sono ore molto importanti per il futuro del nostro Paese. Il MoVimento 5 Stelle si affiderà alla volontà del presidente Sergio Mattarella che segnerà la strada da seguire dopo che Matteo Salvini ha aperto un’assurda crisi di governo in pieno agosto. Il MoVimento è unito e compatto intorno al capo politico Luigi Di Maio. Siamo un monolite. E adesso siamo concentrati sulle consultazioni». (agg. di Niccolò Magnani)



IRA SALVINI VS M5S. ORLANDO “PD NON RUOTA DI SCORTA”

Mentre alle ore 16 si apriranno le consultazioni di Mattarella con tutti i gruppi politici in Parlamento – si inizia da calendario con i due presidenti di Camera e Senato, Casellati e Fico – lo scontro fuori dal Colle si consuma in due schieramenti “anomali”. Da un lato la Lega di Salvini e dall’altro il Pd assieme ai 5Stelle, in attesa che Zingaretti e Di Maio rendano pubblica la decisione se provare un Governo assieme o arrendersi all’idea di Elezioni anticipate. La furia di Salvini è servita e davanti ai cronisti alla Camera si scatena «La vita dell’opposizione sarebbe più facile, ma serve una manovra rivoluzionaria. Se gli italiani votano questo offriamo. Con il M5s c’erano troppi no, L’Italia era ferma, siamo assolutamente tranquilli». Per il leader del Carroccio, «Qualunque governo nasca sarà un governo contro la Lega»: compatto al suo leader l’altro uomo forte Luca Zaia che non si nasconde «Di certo noi chiediamo il voto. In questo momento mi sembra chiaro che c’è una crisi di governo aperta, poi tutto sarà nelle mani del presidente della Repubblica. Andare a votare significa ridare il mandato in mano al popolo. Se si facesse un altro governo sarebbe un pasticcio». In merito all’accordo possibile tra Pd e M5s, torna a parlare il Segretario della Lega che provoca «Non dovete chiedere a me, chiedete ai Cinque Stelle che ne pensano dei 5 punti di Zingaretti. Sono passati in una settimana dalla Lega a Renzi…Che stomaco che hanno…Li invidio». Dopo la direzione del partito, parla il vice segretario Andrea Orlando «Non siamo la ruota di scorta di un governo che c’è già e che sostituisce la Lega. Abbiamo l’ambizione di arrivare in fondo alla legislatura, non possiamo partire già con l’idea che tra qualche mese si torna al voto. A un’operazione di cortissimo respiro non siamo interessati». (agg. di Niccolò Magnani)

SALVINI “INCIUCIO PD-M5S”

Dopo la Direzione Pd, il Segretario Zingaretti all’unanimità si è visto confermare la relazione di 5 punti programmatici proposti come dialogo per un possibile Governo Pd-M5s di Legislatura. Un Governo forte, come chiederebbe Mattarella alla vigilia delle consultazioni sulla crisi dell’esecutivo gialloverde, ma con «discontinuità rispetto al passato» e dunque con la bocciatura tanto di Conte quanto di Luigi Di Maio (si fa il nome di Roberto Fico come possibile premier di “unità”). «Nessun accordicchio sottobanco ma alla luce del sole, la verifica per costruire un programma possibile, condiviso da un’ampia maggioranza parlamentare. Verificheremo alla luce del sole queste condizioni che, se non si realizzeranno, porteranno il Paese a elezioni anticipate», spiega Zingaretti dopo aver ricevuto “mandato” anche dalla corrente di Renzi. I 5 punti (“appartenenza leale all’Unione europea; pieno riconoscimento della democrazia rappresentativa, a partire dalla centralità del parlamento; sviluppo basto sulla sostenibilità ambientale; cambio nella gestione di flussi migratori,con pieno protagonismo dell’Europa; svolta delle ricette economiche e sociale, in chiave redistributiva, che apra una stagione di investimenti”) sono tutt’altro che “impossibili” da accettare per il M5s, anche se la prima reazione è di “frenata” tramite la nota ufficiale «riceviamo appelli da più parti, il M5s coglie dunque l’occasione per ricordare a tutte le forze di essere il primo partito in Parlamento, con una propria maggioranza relativa. Domani, al termine delle consultazioni, comunicheremo le nostre valutazioni». Intanto il Governatore del Veneto Luca Zaia alza la voce e afferma in una intervista al Corriere della Sera «Se la soluzione che si prospetta è un inciucio Pd-M5s di fatto il Veneto, e di conseguenza la parte produttiva del Paese, cioè il Nord, finirà all’opposizione». Poco fa ha parlato anche Matteo Salvini che su Twitter conferma quanto spiegato ai cronisti fuori dal Parlamento «Roba da matti. Non hanno perso tempo, i nuovi ordini della Difesa sono stati formalizzati ieri. Prime prove tecniche di inciucio Pd-5 Stelle sulla pelle degli Italiani, riaprendo i porti e chiudendo un occhio sulle Ong??? Facciamo girare». (agg. di Niccolò Magnani)

LE DUE OPZIONI DI MATTARELLA

O ci sarà un Governo forte, stabile e che agisca immediatamente o l’ipotesi del voto non verrà esclusa: secondo i retroscena dei principali quirinalisti stamane è questa la posizione che Mattarella ripeterà a tutti gli attori in campo di questa lunga crisi di Governo. Governo politico di legislatura Pd-M5s, Governo istituzionale appoggiato dagli stessi attori in campo (magari con l’ingresso anche di Forza Italia) oppure anche Elezioni anticipate in autunno, ipotesi che il Colle non esclude anche se preferirebbe in ogni modo non rischiare a lasciare disinnesco Iva e Manovra da impostare nei pochi mesi che avrà a disposizione il potenziale prossimo nuovo Governo. Qualche settimana fa lo stesso Presidente della Repubblica recitava un articolo fondamentale della Costituzione: «L’articolo 97 dispone che occorre assicurare l’equilibrio di bilancio e la sostenibilità del debito pubblico. Questo per tutelare i risparmi dei nostri concittadini, le risorse per le famiglie e per le imprese, per difendere le pensioni, per rendere possibili interventi sociali concreti ed efficaci». Serve una maggioranza solida per poter mettere al riparo i conti degli italiani: quale dei tre scenari però che la potrebbero garantire sarà più evidente forse già da domani sera al termine delle ultime consultazioni sulla crisi di Governo in diretta dal Colle. (agg. di Niccolò Magnani)

IL CALENDARIO DEI PARTITI AL COLLE

Iniziano oggi, mercoledì 21 agosto 2019, le consultazioni di Sergio Mattarella dopo la formalizzazione della crisi di Governo: il premier Giuseppe Conte ieri ha rassegnato le sue dimissioni, con l’esecutivo M5s-Lega che curerà il disbrigo degli affari correnti. Al via il percorso istituzionale post-crisi, con il Quirinale che ha reso noto il calendario dei colloqui in cui si decideranno il futuro della legislatura, con Mattarella chiamato a recitare un ruolo da protagonista in questa ‘crisi di Ferragosto’. Dopo aver sentito telefonicamente il presidente emerito della Repubblica, il senatore Giorgio Napolitano, Mattarella riceverà al Colle alle ore 16.00 la Presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati, mentre alle ore 16.45 il Presidente della Camera dei deputati Roberto Fico. Poi sarà il turno dei primi gruppi parlamentari: alle ore 17.30 il gruppo parlamentare Per le autonomie (Svp-Patt, Uv) del Senato, alle ore 18.00 il gruppo parlamentare Misto del Senato, alle ore 18.30 il gruppo parlamentare Misto della Camera e alle ore 19.00 il gruppo parlamentare Liberi e uguali della Camera. Seconda tranche in programma domani, giovedì 22 agosto: al Quirinale i gruppi parlamentari di Fratelli d’Italia (ore 10.00), Partito Democratico (ore 11.00), Forza Italia (ore 12.00), Lega (ore 16.00) e Movimento 5 Stelle (17.00).

CONSULTAZIONI MATTARELLA POST CRISI GOVERNO: LE POSIZIONI DEI PARTITI

Il destino della legislatura verrà segnato dopo le consultazioni da Mattarella, con i vari partiti pronti a esporre al capo dello Stato le rispettive posizioni per affrontare la crisi di Governo. Matteo Salvini, tra i protagonisti della giornata di ieri tra critiche e attacchi, ha annunciato che «la Lega si presenterà al Colle da sola e non con il Centrodestra». Il Carroccio ha evidenziato ancora una volta che «la via maestra è quella delle elezioni subito», denunciando i tentativi «di inciucio tra M5s e Pd (Matteo Renzi)». Nicola Zingaretti ha subito sottolineato che è necessario «verificare non se esista la possibilità di un nuovo contratto, bensì di una ampia maggioranza su una visione di crescita del Paese, altrimenti si va al voto», ribadendo che il Pd vuole «un nuovo esecutivo, non la continuazione dell’avventura degli ultimi 14 mesi: allora sì che sarebbe fondata l’accusa di accordicchio». Bocche cucite in casa M5s: il rapporto con la Lega è ormai compromesso – esclusa la possibilità di una nuova intesa anche senza Salvini – e sono diversi i dubbi sul possibile accordo con i dem; in corso le valutazioni sulle opzioni sul tavolo. Senza una nuova maggioranza, il ritorno alle urne sembra lo scenario più probabile…