++Le consultazioni si chiudono con l’annuncio del Quirinale: «Il presidente Mattarella ha convocato Giuseppe Conte domani mattina alle ore 9.30». In quell’occasione il Capo dello Stato consegnerà l’incarico a Conte per il nuovo Governo sostenuto da Pd, M5s e LeU++
Un Di Maio anche lui a braccio che ha detto molto (ma non ancora tutto), che ha confermato il Governo Conte con l’accordo Pd-M5s (ma non ha parlato di tempi), ha attaccato la Lega ma anche ringraziato per la proposta di farlo premier in un nuovo accordo gialloverde: insomma, una chiusura importante per le decisive Consultazioni da Mattarella cui ora toccherà la scelta nelle prossime ore, che sembra però a questo punto assai scontata. In serata l’annuncio dell’incarico a Conte è ormai cosa fatta, con Di Maio che “si fa da parte” come un anno e mezzo fa: «incertezza assoluta in questo mese per colpa della Lega che ha staccato la spina al Governo Conte dopo che avevamo dato soldi ai truffati delle banche e dopo tanti altri provvedimenti giustissimi. Aspettavamo taglio tasse, parlamentari, nuove riforme,revoca concessioni Autostrade e abolizione leggi inutili oltre ad Autonomia e investimenti per il sud: si è deciso di far saltare tutto». Ancora Di Maio affonda il colpo annunciando di non voler mollare il Governo per gli impegni presi con gli italiani: «Ci accusano di essere di destra o di sinistra, ma noi vogliamo approntare soluzioni, programmi e temi che sono i veri protagonisti della politica. Siamo al servizio e per questo prendiamo l’impegno di guidare il cambiamento per l’Italia; abbiamo detto a Mattarella che non ci tiriamo indietro. Conte ha guidato questo incredibile cambiamento, uomo di coraggio che ha accompagnato il Paese in maniera disinteressata: accordo con il Pd per formare nuovo Governo di lungo termine con il Partito Democratico. Con lui ci sentiamo garantiti come Movimento 5 Stelle». Poi il passaggio che resterà in qualche modo iconico in queste consultazioni, con la diretta citazione della Lega e del suo leader Matteo Salvini: «Polemiche sulla mia persona, incredibili in un momento di problemi agli italiani: la Lega mi ha proposto come premier come nuovo Governo gialloverde. Li ringrazio con sincerità, ma dico che a me interessa il meglio per il mio Paese e non il meglio per me stesso. Grazie a me è arrivato Conte e anche oggi rifiuto l’offerta della Lega: non rinnego il lavoro fatto insieme alla Lega, ma quello che conta è l’Italia e il M5s non si sottrae». Infine chiudendo il discorso, Di Maio ha chiosato «Dibattito politico nelle ultime ore è poco edificante su ruoli e cariche: se Mattarella ci dà l’incarico, come capo politico del M5s chiederò la creazione di un programma omogeneo per i cittadini. Solo dopo aver ben definito tutte le cose da fare, si potrà decidere chi sarà chiamato a fare il Ministro e i vari ruoli».
Qui il focus sul discorso di Luigi Di Maio alle consultazioni del M5s
SALVINI “GOVERNO PD-M5S SCELTO DAL G7”
È in corso l’ultimo colloquio con Mattarella di questo decisivo giro di consultazioni con l’arrivo della delegazione M5s al Quirinale: Di Maio e Salvini non si sono incrociati dopo l’uscita della Lega dal Salone alla Vetrata e sarebbe stato interessante vedere cosa si sarebbero detti dopo quanto appena concluso dal leader del Carroccio davanti alle telecamere del Colle. Un Salvini attivo, l’unico che ha parlato a braccio, per stroncare la nascita del Governo M5s-Pd con toni anche molto duri: «Secondo il rituale previsto, siamo stati rapidi e precisi: onesti e diretti fino in fondo, a Mattarella abbiamo espresso lo sconcerto di milioni di italiani dell’indecoroso spettacolo del teatrino della guerra di poltrone che da giorni si sta verificando». Salvini, accompagnato da Molinari e Romeo, attacca sull’origine di questo Governo: «Colle chiedeva maggioranza ampia, candidato Premier e accordo chiaro di Governo; ebbene, il candidato premier l’hanno trovato al G7 di Biarritz, un “Monti bis” gestito dai poteri mondiali. Ora si capisce la storia che non ci avrebbero mai permesso la manovra coraggiosa sulla flat tax, per questo Conte ci ha detto no in questi ultimi mesi»; ancora Salvini spiega che dal Pd ci si può aspettare di tutto ma resta minoranza nel Parlamento «ma soprattutto nel Paese: hanno perso tutti gli appuntamenti elettorali del 2018 e 2019, tra Comunali, Regionali ed Europee. Ma gli italiani si chiedono: “cosa serve votare se quelli che non votiamo rientrano con giochi di palazzo?». Salvini ha chiesto elezioni ma se così non fosse, conclude il Segretario, «Lega rimane baluardo e garanzia di futuro in questo Paese: non vinciamo tra due mesi? Dovremo aspettare mesi o anni per vincere? Non abbiamo fretta: umiltà, onestà e competenza: speriamo che questo Governo fallisca al più presto […] È l’unico Governo che prima ancora di nascere già litiga al loro interno e tra i due partiti; abbiamo l’impressione che ci sia un disegno che parte da lontano e non parte dall’Italia e che ha un’idea di svendita di questo Paese con le sue aziende. È una mancanza di rispetto nei confronti del popolo italiano non chiedere le Elezioni: l’abbiamo detto a Mattarella».
Qui il focus sul discorso di Matteo Salvini alle consultazioni della Lega
BERLUSCONI ALLE CONSULTAZIONI: “BESTIALITÀ GOVERNO M5S-PD”
A breve comincerà l’interessante colloquio con Mattarella della delegazione Lega-Salvini al Colle, pochi minuti dopo l’uscita di Forza Italia dal Salone alla Vetrata con parole di fuoco lanciate da Berlusconi praticamente contro tutti i partiti dell’arco istituzionale. Salvini oggi ha già annunciato i termini del colloquio con il Presidente, con la richiesta di fermare subito il tentativo di Governo “di palazzo” anti-Lega e antisalviniano: ormai però le trattative sembrano a buon punto e questa sera Conte potrebbe già essere incaricato del suo secondo mandato consecutivo di Presidente del Consiglio. Nel frattempo Berlusconi vs tutti dopo le consultazioni: «abbiamo manifestato al Presidente della Repubblica la necessità di ridare parola gli italiani. Abbiamo spiegato tutta la nostra preoccupazione per il pericoloso scenario che si sta delineando: Mattarella l’ha affondato con equilibrio e seria responsabilità», poi subito dopo affonda «Governo Pd-M5s è una soluzione politicamente sbagliata, inadeguata ad affrontare i gravi problemi lasciati dall’esecutivo dimissionario. L’Italia ha urgente bisogno di una svolta liberale e liberista basata sul raglio delle tasse, del cuneo fiscale, riduzione del perimetro dello Stato, tutela della famiglia, riforma della giustizia in senso garantista e non giustizialista sulla difesa della libertà dei cittadini. Governo amico delle imprese punto di riferimento per le categorie produttive: di tutto questo ha bisogno l’Italia». Berlusconi poi spiega come Forza Italia sarà all’opposizione contro un Governo nato «con una manovra di palazzo politicamente molto debole. Opposizione ferma e senza compromessi: il nostro orizzonte è e rimane il centrodestra di cui saremo il centro pensante e il fulcro operativo. La destra senza di noi non è in grado di vincere o di governare». “Avviso” finale agli alleati di Lega e FdI quando sostiene «oggi comincia un cammino impegnativo per tornare ad essere primo partito d’Italia e nel Centrodestra. Alla Lega, Forza Italia servirà ancora per molto per tenerla lontano da pericolosi sovranismi e populismi: bisogna tornare al bipolarismo, togliere i pauperismi e i populismi».
Qui il focus sul discorso di Berlusconi alle consultazioni
CONSULTAZIONI PD, ZINGARETTI “OK GOVERNO CON I M5S”
«Abbiamo espresso al Presidente il sostegno al nuovo Governo con nuova maggioranza politica: abbiamo accettato la proposta del Movimento 5 Stelle di indicare in quanto partito di maggioranza relativa il nome del Premier. Questo nome ci è stato indicato nei giorni scorsi», così ha spiegato il Segretario del Pd Nicola Zingaretti uscendo dalle consultazioni da Mattarella e annunciando la piena volontà dei democratici di dar vita ad un nuovo Governo “anti-Lega”. «Abbiamo confermato la sintonia con Mattarella sull’esigenza di costruire un Governo di svolta e di discontinuità per questo Paese. A seguito di un confronto Pd-M5s, abbiamo definito un primo comune contenuto politico: non c’è alcuna staffetta da proseguire e nessun testimone da raccogliere, ma una nuova sfida da cominciare. Inizio per Italia per nuova stagione politica e sociale», ha poi aggiunto il leader dem sottolineando come il Pd vuole rilanciare un’Italia dove si metta fine «alla stagione dell’odio, del rancore e della paura: c’è un’Italia che studia e produce, è l’Italia bella che vogliamo darle voce, un’Italia che sconfigge paura con la speranza, concordia all’odio, condivisione contro il rancore». Ora dentro al Colle c’è la delegazione di Forza Italia con Berlusconi accompagnato da Tajani, Gelmini e Bernini: a seguire Lega e Movimento 5 Stelle.
Qui il focus sul discorso del Segretario Pd Zingaretti
SALVINI ANTICIPA DISCORSO CONSULTAZIONI: “MATTARELLA LI FERMI”
Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini in una diretta Facebook ha anticipato quanto riferirà alle consultazioni da Mattarella nelle prossime ore: «Qualcuno parla di bene dell’Italia, di responsabilità, temi, programmi; tradotto, si parla di poltrone. La verità squallida che sta emergendo è che alcune centinaia di parlamentari disperati sono pronti a tutto pur di non mollare la poltrone e dare la parola agli italiani. Nn c’è una maggioranza in questo Parlamento; qualcuno pensa che il Parlamento degli opposti e dei perdenti possa dare un futuro a questo Paese». L’accordo ormai in dirittura d’arrivo tra Pd e M5s – che ha portato Calenda a lasciare il Partito Democratico e Richetti a mettere in forse il voto di fiducia – fa saltare la Lega sulla sedia: ancora Salvini «Oggi pomeriggio andremo al Quirinale e diremo a Mattarella di mettere fine a questo spettacolo indecente, vergognoso, senza dignità e onore […] L’unico collante dell’accordo tra M5s e Pd è l’odio nei confronti della Lega e di Salvini, ora iniziano a scriverlo anche sui giornali». Di contro, Zingaretti si dice soddisfatto «Un risultato è già evidente: Salvini che era il principale protagonista è isolato e sconfitto. Un risultato di rilievo non solo nazionale, ma dobbiamo sapere che solo il successo delle politiche del governo che dovrà nascere potrà garantire il radicarsi di una situazione nuova». Resta il nodo Di Maio, con il Segretario dem che non si censura sul giudizio in merito «Non vogliamo un premier arbitro e due forze che sommano i rispettivi programmi e valori, mantenendoli però distinti in un doppio binario che non prevede mai una sintesi. Questa impostazione, quella del contratto di governo, non poteva reggere. E’ stato un errore». Intanto si preparano i big a salire al Quirinale: Forza Italia con Berlusconi entreranno da Mattarella alle ore 16, a seguire Pd, Lega e M5s.
PD-M5S, ACCORDO TROVATO “CONTE SARÀ PREMIER”
Il Governo Pd-M5s è sempre più vicino: come spiegato poco fa da Graziano Delrio dopo la Direzione del Pd «La direzione ha dato un mandato in pratica all’unanimità al segretario, stasera ci sarà il nome del premier incaricato, poi c’è tanto lavoro da fare. La strada è ancora lunga». Un solo voto contrario, quello di Matteo Richetti, spiana la strada verso l’accordo di Governo con i 5Stelle il che, in ottica consultazioni, potrebbe essere la vera svolta di questo pomeriggio: Zingaretti ha infatti spiegato ai suoi «Vi chiedo un mandato chiaro per dare al capo dello Stato la nostra disponibilità a verificare con il presidente incaricato la possibilità di dare vita ad un governo per il Paese». Quel “sì” è arrivato e ora la palla passa ai M5s che fanno quadrato su Di Maio ma che nel contempo avanzano le trattative sui contenuti del nuovo “patto di Governo”. Intanto si sono chiuse le consultazioni da Mattarella per questa mattina, con LeU – che ha aperto all’appoggio del Governo, come le Autonomie, ma «elementi di discontinuità rispetto al passato» – e sopratutto Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni non ha nascosto la grande rabbia per l’orizzonte che va costituendosi: «Abbiamo ribadito la nostra posizione chiara e semplice. Per noi l’unico o sbocco possibile è lo scioglimento immediato delle Camere ed il ritorno alle urne. Ho chiesto al Presidente di valutarlo anche nel caso in cui M5S e Pd confermassero la loro volontà di procedere verso il ‘patto della poltrona’, che è un inganno». In merito al “nodo” Rousseau, Patuanelli ha specificato «dopo l’incarico a Conte. C’è un presidente che accetta un incarico con riserva la decisione finale ciascuno la prende a suo modo, ci sono partiti che decidono nelle loro segretarie, noi tramite centinaia di migliaia di persone».
CONSULTAZIONI: ROUSSEAU E DI MAIO GLI ULTIMI NODI DELL’ACCORDO PD-M5S
Il saliscendi è tornato: ieri sera tempo sereno dopo la riunione alla Camera per un Governo Pd-M5s in rampa di lancio, poi dopo l’assemblea dei Parlamentari M5s senza Di Maio – come vi avevamo scritto qui sotto alla vigilia delle consultazioni al Colle – tutto è cambiato con la mossa di Luigi Di Maio. Sul Blog delle Stelle ha annunciato che la trattativa per l’accordo dem-5Stelle verrà sottoposta al voto sulla piattaforma Rousseau, scatenando l’ira tanto di Mattarella (secondo “rumors” alle agenzie dal Quirinale) quanto del Partito Democratico che ha subito parlato di «sgarbo istituzionale». A non convincere sono i tempi, con il voto su Rousseau che dovrebbe essere fatto dopo le consultazioni di questa sera, con Giuseppe Conte che dovrebbe aver ricevuto l’incarico da Premier: altri rumors spiegano che Di Maio, dopo il veto posto dai dem sul suo ruolo da vicepremier – Orlando ha detto poco fa «Non c’è un problema Di Maio, ma c’è un problema di struttura di governo. Se c’è un premier del Movimento 5 stelle è giusto che ci sia un vicepremier del Partito democratico. Serve a fare comprendere che stiamo entrando in una fase effettivamente nuova» – abbia tentato l’ultima carta della parola agli iscritti per recupera quel consenso interno perduto da quando è di fatto il Premier Conte a condurre le trattative con Zingaretti e la Segreteria del Pd. Intanto è in corso, oltre al giro di consultazioni al Colle – Autonomie appena usciti e annuncianti di essere disponibili al nuovo Governo giallorosso, poi LeU e Fratelli d’Italia – il vertice parallelo alla Camera tra i capogruppo di Pd e M5s per lavorare «sui contenuti». Se da un lato Marcucci parla di «non problema» riguardo il voto su Rousseau, il suo vicesegretario Orlando è di parere diverso «Se il voto su Rousseau dovesse entrare in conflitto con la procedura prevista dalla Costituzione e incidere sulle decisioni del Capo dello Stato sarebbe inaccettabile. Se è uno strumento di decisione interna è un altro discorso».
TRATTATIVE GOVERNO PD-M5S VERSO L’ACCORDO
Poco prima delle ore 20 ieri la prima fumata bianca di questa lunga e anomala crisi di Governo ha portato il borsino delle Elezioni anticipate praticamente allo stato “minimo”: nelle consultazioni al Colle da Mattarella di quest’oggi, se non ci saranno giravolte dell’ultim’ora o bruschi ripensamenti, si arriverà alla formulazione di un nuovo Governo M5s-Pd con Giuseppe Conte confermato Premier e un nuovo “contratto” messo a punto (iniziato ieri nel tavolo delle 18 alla Camera, ndr) dai capigruppo dem e grillini assieme. In giornata, prima di salire al Quirinale, i prossimi alleati di Governo si vedranno ancora per definire i punti chiave da consegnare a Mattarella questo pomeriggio (e alle 10 si terrà la Direzione Nazionale del Pd per dirimere la linea ufficiale): «Abbiamo approfondito i punti per una base comune programmatica e li approfondiremo ancora nelle prossime ore. Il lavoro continua in maniera profittevole» ha spiegato ieri sera il capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci dopo il vertice-fiume di Montecitorio, mentre il capogruppo M5s Stefano Patuanelli «Abbiamo lavorato in buon clima, ci vedremo domani. Non abbiamo parlato di nomi». Diversi i punti da segnalare nella lunga e decisiva giornata di ieri, specie per l’altalena di scontri/riavvicinamenti tipica di una lunga trattativa politica tra due forze all’opposto su diversi punti programmatici. In mattinata si era arrivati alla quasi rottura delle trattative per il “niet” dem su Conte premier ma col passare della giornata – e dopo l’endorsement arrivato addirittura da Donald Trump sull’avvocato pugliese – i nodi si sono sciolti e anche le resistenze grilline sul mettere “da parte” la posizione di Di Maio nel nuovo Governo (no Viminale, no Difesa e no Vicepremier) sono andate scemando.
CONSULTAZIONI DA MATTARELLA: IL CALENDARIO DELLA CRISI
Proprio la figura di Luigi Di Maio è forse quella più “enigmatica” per comprendere come potranno svilupparsi le trattative tra Pd e M5s nei prossimi giorni, in attesa dell’incarico che dovrebbe arrivare in serata dal Capo dello Stato nelle consultazioni. Fonti del Pd hanno spiegato ieri che a condurre le trattative ormai è più Conte che il leader M5s ma non solo: ieri sera nella riunione-assemblea con tutti i parlamentari sul dirimere la linea per l’accordo di Governo mancava proprio Di Maio. Il senatore Airola la spiega così «l’assemblea senza Di Maio per un mero confronto interno»; l’impressione che qualcosa si sia inceppato nella macchina interna dei 5Stelle è assai presente e forse solo questo “punto” potrebbe essere un’incognita nello sviluppo di questa giornata che sarà inevitabilmente decisiva per le sorti della politica italiana. Governo Pd-M5s di legislatura con Conte Premier e Di Maio “ridimensionato”, oppure rottura del tavolo ed elezioni anticipate come richiede da tempo Lega (anche se fino all’ultimo disposta ad un secondo accordo Salvini-Di Maio che potrebbe anche essere riproposto a Mattarella questa sera), Forza Italia e Fratelli d’Italia che ancora ieri hanno gridato all’inciucio di palazzo per creare «il Governo più a sinistra della storia Repubblicana, non espressione della volontà e maggioranza del Paese». In attesa del più che probabile discorso di chiusura dell’intera crisi di Governo previsto per questa sera al Quirinale, ecco il calendario specifico della giornata di oggi per le consultazioni presso il Presidente Mattarella: Liberi e Uguali alle ore 10.30, Fratelli d’Italia alle 11 poi nel pomeriggio inizia Forza Italia alle ore 16, Partito Democratico alle 17, Lega Salvini alle 18 e chiusura con il Movimento 5Stelle alle ore 19.