TRATTATIVE PER COMMISSIONE, ESTERI E CONSIGLIO UE: LA CENA VERSO LE CONSULTAZIONI

Oggi e domani il vertice G7 a Borgo Egnazia, lunedì la cena dei leader PPE a Bruxelles: il “puzzle” per le varie consultazioni della futura Ue è cominciato, con la Commissione Europea, il Consiglio Europeo e l’Alto Rappresentante per la Politica Estera Ue che nelle prossime settimane vedranno le prime nomine. Una lunga trattativa, molto complessa e con diversi attori in gioco, molti dei quali presenti nel vertice dei 7 Grandi della Terra in Puglia. Mentre vanno ufficializzandosi i nomi dei 720 seggi eletti nel prossimo Parlamento Ue, dopo i risultati delle Elezioni Europee 2024 della scorsa settimana, le consultazioni hanno già preso il via con Emmanuel Macron e Ursula Von der Leyen che hanno già annunciato un bilaterale apposito per discutere delle trame verso il secondo mandato della ex Ministra tedesca.



Il tutto in “casa” di Giorgia Meloni, una delle possibili figure chiave per arrivare a comporre un quadro chiaro per i prossimi organi Ue: i risultati del voto dovrebbero confermare lo schema “classico”, ovvero i Presidenti di Commissione e Parlamento Ue al PPE primo partito – ricandidati Von der Leyen e Metsola -, il Consiglio Europeo al PSE e l’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri ai liberali. Il caos in Francia e la “scoppola” elettorale di Macron danno torbulenze in casa Renew, così come nomine eccessivamente scollate dalle preferenze dei cittadini – che alle urne hanno premiato il centro e la destra – starebbero frenando gli schemi utilizzati 5 anni fa. Meloni in questo senso è una “carta” che il leader del PPE Weber vorrebbe giocarsi, evitando così l’eventuale ingresso in maggioranza dei Verdi che già si sono resi disponibili a votare Von der Leyen in cambio dell’ingresso nel governo Ue.



LETTA O COSTA AL CONSIGLIO EUROPEO? GLI ULTIMI TOTO-NOMI E IL RUOLO DI GIORGIA MELONI

Von der Leyen, Macron e Scholz vorrebbero mettere al riparo la Commissione dai “franchi tiratori”, aggiungendo quanti più voti possibili ai 400 per ora garantiti da PPE-PSE-Renew (maggioranza minima 361): i Conservatori di ECR, in particolare i 24 eletti con Fratelli d’Italia, farebbero molto comodo alla Presidente Ue, ma la decisione di Giorgia Meloni è vincolata al momento sull’effettivo piano di riforme e “orizzonte politico” che saprà dare la nuova maggioranza in Europa. «Un Governo solido significa anche che i tuoi interlocutori sanno che avranno a che fare con te ancora per diverso tempo e significa anche che l’Italia può essere un’ancora nel caos e nella incertezza che noi viviamo ogni giorno. E’ sicuramente un elemento di forza, sarà un elemento di forza anche nelle trattative per la prossima Commissione europea», così aveva spiegato la Premier ospite di Bruno Vespa a “Cinque Minuti” l’indomani dell’ottimo risultato alle Europee.



In attesa che le consultazioni Ue dunque decollino tra e dopo il G7 – con annessa cena dei leader PPE che metteranno sul tavolo le trattative da impostare – il toto-nomi prosegue all’impazzata: davanti alla proposta di Marine Le Pen e Matteo Salvini (ID) di comporre un Centrodestra europeo, in casa PPE cresce la tentazione di ripiegare nuovamente sull’accordo con socialisti e liberali, sebbene usciti con le ossa rotta dalle Elezioni Europee. Antonio Costa o addirittura Enrico Lettamembri del PSE – sarebbero al momento i nomi potenziali per il ruolo di Presidente del Consiglio Ue, secondo il toto-nomi avanzato a Bruxelles e riportato oggi dal “Corriere della Sera”: Meloni potrebbe acconsentire, prendendo anche una vicepresidente esecutiva di “peso” oltre alla nazionalità del n.1 del Consiglio Ue. L’estone Kallas pare quasi sicura del ruolo post-Borrell, mentre in Commissione Europea tutto dipenderà da quali alleanze riuscirà a strappare Von der Leyen nei prossimi giorni: se FdI dovesse votare la leader tedesca (senza però entrare nel governo con tutto l’ECR, ipotesi permessa dai regolamenti UE), potrebbe richiedere un ruolo importante come l’Alto Rappresentante Ue, e qui dunque al posto di Kallas potrebbe imporsi il nome di Elisabetta Belloni (sherpa del governo per il G7 ed ex direttrice del Dis).