Il consumo di cannabis può aumentare il rischio di danni cardiovascolari, in particolare di soffrire di infarti e ictus anche nei soggetti giovani e sani. Un nuovo studio pubblicato sulla rivista di medicina JACC Advances, ha confermato le ipotesi già fatte in precedenza da altre ricerche, che avevano correlato l’uso della marijuana alla maggiore incidenza di patologie legate al cuore e sistema circolatorio. Da una analisi condotta incrociando i dati delle cartelle cliniche con quelli scientifici già resi noti in precedenza, su un campione di 75 milioni di persone, è emersa infatti una percentuale di probabilità maggiore di sei volte per quanto riguarda l’infarto e di quattro per l’ictus in persone che utilizzano la sostanza rispetto a chi non la consuma.
Questo pericolo è stato particolarmente evidenziato nei partecipanti che non presentavano alcun fattore concorrente allo sviluppo di malattie, per età, stile di vita o altri problemi di salute, come: ipertensione, diabete, tabagismo e obesità. Tra la cause ipotizzate ci sarebbero soprattutto gli effetti che il principio attivo può avere sulla regolazione del battito cardiaco, oltre che il rallentamento del flusso sanguigno che provoca una maggiore richiesta di ossigeno. Fenomeni che, secondo gli scienziati, raggiungerebbero il picco circa un’ora dopo aver consumato cannabis.
Consumatori di cannabis hanno il 42% in più di probabilità di danni cardiovascolari, nuova ricerca conferma i precedenti studi
Il nuovo studio sul rischio cardiovascolare associato al consumo di cannabis sarà presentato al prossimo convegno di cardiologia dell’American College of Cardiology dal team clinico di Boston guidato dal professor Ibrahim Kamel, che ha commentato i risultati concludendo con un invito rivolto a tutti i medici a dare informazioni ai pazienti circa la possibilità di danni prodotti dall’uso della sostanza. La ricerca è stata basata, oltre che sui nuovi risultati, anche sulle vecchie pubblicazioni scientifiche che avevano già ampiamente dimostrato questo fenomeno.
Tra queste la più importante, uscita a febbraio 2024, che aveva stabilito una correlazione importante tra danni al cuore e marijuana, assunta in qualsiasi forma. I dati forniti avevano infatti evidenziato che su 430 mila adulti presi a campione tra minori di 50 anni e non fumatori, aumentava la possibilità di infarto e ictus del 42% se il consumo era quotidiano e del 36% per l’utilizzo sporadico.