I dati non lasciano spazio a interpretazioni: i prodotti italiani o regionali e quelli contraddistinti da Indicazioni geografiche europee come Dop o Igp sono apprezzati a parole, meno comprati nei fatti. Lo rileva l’Osservatorio Immagino di Gs1 Italy, che ha mappato le declinazioni del sovranismo alimentare presenti sulle etichette dei prodotti e ne ha misurato le vendite. Scoprendo che, nonostante un’offerta aumentata del 2% rispetto al 2021, nel corso del 2022 le quantità di referenze appartenenti a queste categorie acquistate presso supermercati e ipermercati sono calate del 5%. Una contrazione importante cui si accompagna però una crescita del fatturato: a valore, infatti, il settore ha registrato una progressione del 6,1%, superando i 10 miliardi di euro di giro d’affari. Come dire, insomma, che gli italiani hanno speso di più per acquistare meno referenze rispetto al 2021. Segno evidente che anche in questa categoria, così come del resto in tutto il mercato alimentare, l’inflazione morde.
“Il paniere dei prodotti che evidenziano sulle etichette la propria italianità resta il più importante tra tutti quelli rilevati dall’Osservatorio Immagino – commenta Marco Cuppini, research and communication director di GS1 Italy – ma vive una situazione più critica che in passato. Tutte le otto indicazioni monitorate hanno infatti subìto un calo delle quantità vendute”. Calo che nel caso dei vini Doc o Docg e dei prodotti Igt non è peraltro isolato perché qui a diminuire è anche il giro d’affari. Va detto però che questa tendenza al risparmio, che ha toccato nel 2022 in modo pesante le nostre tavole, non sembra aver riguardato le ciotole degli animali domestici. Il carovita ha infatti messo in crisi le vendite dei prodotti italiani e a denominazione controllata, ma non quelle delle referenze destinate all’alimentazione di cani e gatti che riportano in etichetta un claim relativo alla loro italianità (come “prodotto in Italia”, “Italian quality”, “100% italiano”) o che sono contrassegnati dalla bandiera italiana.
I dati rilevati dall’Osservatorio Immagino rivelano infatti che in questo caso le vendite nel 2022 sono aumentate del +9,1% a volume e del +21,5% a valore, sviluppando un fatturato pari a 80,6 milioni di euro, grazie alla combinazione positiva tra domanda in aumento (+13,0%) e offerta in espansione (+8,5%). Questo risultato complessivo è tuttavia frutto di dinamiche diverse: i prodotti destinati all’alimentazione felina hanno infatti corso più veloci, mettendo a segno un’accelerazione del +28,9% a valore e +16,1% a volume, mentre le referenze dedicate all’alimentazione canina hanno rilasciato dati meno brillanti rispetto alla media del petcare, pur muovendosi sempre in territorio positivo, avendo incassati un +18,1% a valore e +6,0% a volume.
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