Ben oltre la semplice necessità di mangiare. Il significato del cibo assume oggi una portata ben più vasta, legata alla sua capacità di esaltare i momenti di convivialità. A dirlo sono i risultati di una ricerca condotta da Just Eat in collaborazione con BVA Doxa, che evidenziano come il cibo rappresenti un’idea centrale nella vita degli italiani: l’86% dei nostri connazionali dichiara infatti di pensarci almeno una volta al giorno e il 48% lo posiziona al terzo posto tra i pensieri più frequenti, dopo il proprio partner (50%) e il lavoro (49%), ma prima di momenti di passione (27%) e amici (22%).



Dietro questo risultato, il significato simbolico assunto oggi dal cibo, associato dal 60% del campione al concetto di condivisione. La prova? Il 57% degli intervistati collega il cibo al pranzo in famiglia, il 42% a una cena con gli amici, il 30% ai festeggiamenti per una grande occasione o al raggiungimento di un importante traguardo. 



Ma non è tutto. Il cibo – dice ancora la ricerca – è in grado di sollecitare anche un’ampia gamma di emozioni positive: è capace di suscitare soddisfazione (la pensa così il 56% degli intervistati, soprattutto nella fascia d’età 45-54 anni), appagamento (54%), relax (45%) e felicità (40%). Non stupisce quindi che quasi 2 italiani su 3 seguano almeno un profilo social che pubblica contenuti legati alla tavola. 

Ma quali sono gli alimenti che più animano i pensieri degli italiani? Al vertice della classifica – riporta ancora lo studio – c’è la pizza: sei persone su 10 la desiderano quando sentono di avere fame. Alle sue spalle, seguono rispettivamente i dolci (50%) e i prodotti da forno (42%), mentre in quarta e quinta posizione si trovano pasta (39%) e secondi di pesce (38%). Segna il passo invece l’abbinata hamburger+patatine, che si classifica solo all’ottavo posto, dopo le fritture e i secondi di carne. E non va meglio al nipponico sushi che si posiziona in chiusura della top10, dopo il risotto.



Ma al di là dei singoli gusti – nota la survey -, le scelte degli italiani sono trasversalmente guidate dalla bussola della qualità. E questo, soprattutto, se si guardano i dati rilevati nel periodo post-pandemico: il 32% del campione (40% nel caso della fascia d’età 35-44) afferma infatti di prestare più attenzione a ciò che mangia rispetto a quanto faceva prima dell’arrivo del Covid, il 24% di acquistare più cibo fresco. Non tutto è oro però quel che luccica. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, forse complice l’aumento del tempo passato in casa – avverte la ricerca -, oltre il 60% degli italiani afferma di consumare cibo più frequentemente rispetto al passato, cadendo in tentazione soprattutto durante la cena, che resta il pasto preferito per un italiano su due. 

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