Dicembre potrebbe essere un mese positivo per i consumi delle famiglie. Secondo l’Ufficio Studi di Confcommercio, infatti, solo per i regali di natale gli italiani spenderanno 8 miliardi di euro, contro i 7,1 del 2022, pari a circa 186 euro a testa. Come ci spiega Augusto Patrignani, Presidente della Confcommercio della provincia di Forlì-Cesena, «c’è effettivamente una certa fiducia che questo possa essere un buon mese per il commercio, grazie soprattutto alla crescita delle tredicesime, al taglio del cuneo fiscale e al fatto che le bollette sono più basse di un anno fa. Ci sono, pertanto, segnali che questo mese possa essere un pochettino più vivace rispetto agli altri».



Le mosse del Governo stanno, quindi, funzionando per la tenuta dei consumi?

Le misure messe in campo vanno nella direzione giusta e hanno portato un po’ più di fiducia dal momento che vengono messi un po’ più di soldi in tasca ai lavoratori dipendenti. C’è poi una diminuzione dell‘inflazione, anche se resta un po’ alta, che, insieme a delle bollette più stazionarie, aiutano ad accrescere il potere d’acquisto dei consumatori.



Dunque, la discesa dell’inflazione registrata negli ultimi mesi è una buona notizia.

Penso che l’inflazione sia un po’ come il colesterolo: finché è poca non guasta, ma quando è troppo alta non va bene, soprattutto perché toglie potere d’acquisto ai consumatori. In questo senso adesso c’è il problema dei tassi di interesse che sono troppo elevati e incidono negativamente sui mutui e sul credito.

L’auspicio, dunque, è che la Bce possa tagliare i tassi e non limitarsi a lasciarli invariati?

Speriamo che nei primi mesi del 2024 si possa vedere già un primo taglio dei tassi. Naturalmente bisogna che l’inflazione continui a scendere. Sarebbe sicuramente un aiuto anche per le casse dello Stato, dato che diminuirebbe il costo del rifinanziamento del debito pubblico. Diciamo che una discesa dei tassi di interesse farebbe un po’ bene a tutti.



Giunti ormai alla fine di dicembre, qual è il bilancio del 2023 per il vostro comparto?

Per quanto riguarda il turismo, non possiamo dire che sia andata malissimo. Il nostro territorio ha dovuto affrontare le grosse difficoltà causate dall’alluvione di maggio, ma fortunatamente la stagione si è allungata e c’è stato un recupero. Nel commercio, invece, persistono delle criticità per i negozi di vicinato e non si può negare che vi sia stata una flessione delle vendite, ma ancora ce la si riesce a cavare.

Quindi non ci sono segni di una brusca frenata come si temeva dopo l’estate.

No, al momento non ci sono. Certo, una discesa ulteriore delle bollette e dell’inflazione, con un conseguente taglio dei tassi di interesse, sarebbero d’aiuto per la fiducia, i consumi e l’economia in generale.

A proposito delle difficoltà causate dell’alluvione in Emilia-Romagna, c’erano state nei mesi scorsi delle polemiche sul mancato arrivo dei fondi stanziati dal Governo. È stato tutto risolto?

Quando succedono disastri di questo genere non è che si possa poi distribuire risorse a pioggia senza effettuare delle verifiche. In linea di massima direi che la macchina si è mossa abbastanza velocemente. Ci sono, purtroppo, dei tempi tecnici da rispettare. Chiaramente per chi ha bisogno e ha giustamente diritto agli aiuti rappresentano un problema, ma sono attese inevitabili.

Per il 2024 auspica qualche altra mossa del Governo per spingere l’economia?

Prima ancora di quel che il Governo può fare, sarebbe importante che la Bce potesse tagliare i tassi, cosa che consentirebbe anche di reperire delle risorse nel bilancio pubblico che potrebbero essere utilizzate per spingere l’economia rendendo strutturale e magari ampliando il taglio del cuneo fiscale e diminuendo il carico fiscale come si incomincerà a fare con l’accorpamento delle aliquote Irpef. Sarebbe anche importante ridurre la burocrazia. Anche in questo caso vale il paragone con il colesterolo: le regole ci vogliono, ma se sono troppe rischiano di non aiutare, e anzi danneggiare, l’economia.

(Lorenzo Torrisi)

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