Prosegue lo stato di crisi del commercio al dettaglio, che non risparmia il comparto alimentare: secondo l’Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione, a febbraio 2021 le vendite di food & beverage realizzate presso le diverse tipologie distributive (Iper, Super, Libero Servizio, Discount) sono state protagoniste di una flessione del 3%, valore che arriva a toccare il 4,2% se nel monitoraggio viene incluso anche il Cash & Carry, il canale dedicato agli utenti professionali – quelli cioè in possesso di partita Iva -, che per sua natura è più penalizzato dalle chiusure di bar e ristoranti imposte dalla emergenza sanitaria.
I risultati emersi a febbraio interrompono una dinamica contrassegnata da una lunga serie di segni più: a gennaio le vendite in Gdo avevano infatti segnato un allungo del +6,8%, a dicembre del +2,2%, a novembre del +3,4% e a ottobre del 3,7%.
E l’inversione di tendenza non pare purtroppo isolata. “Se le misure restrittive che dispongono la chiusura dei Centri Commerciali nei fine settimana dovessero protrarsi ancora a lungo – afferma Carlo Alberto Buttarelli, Direttore Ufficio Studi e Relazioni con la Filiera di Federdistribuzione -, anche nelle prossime settimane assisteremo a un andamento molto debole delle vendite alimentari su tutte le tipologie distributive, con picchi particolarmente negativi sulle grandi superfici come gli ipermercati”.
Uno scenario poco favorevole, dunque, davanti al quale la dimensione del risparmio arriva a recitare un ruolo di sempre maggiore rilevanza. “Il clima di sfiducia generale e le incognite sul futuro economico personale – spiega Buttarelli – spingono molte famiglie a improntare le scelte d’acquisto sulla dimensione della convenienza: un aspetto sul quale le imprese della Distribuzione Moderna sono da sempre attente, ma che oggi si accompagna con la valorizzazione della qualità, rappresentata dalle eccellenze del Made in Italy che trovano sugli scaffali dei nostri punti di vendita la più grande vetrina a disposizione”.
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