Le grandi tendenze storiche del settore sono confermate: il rapporto di Mediobanca mostra la crescita dell’e-commerce, tra le novità degli ultimi anni. Secondo i ricercatori il mercato in Italia, nonostante il Covid, registra ancora il 36% delle vendite di vino nella Grande Distribuzione, nella ristorazione e nei bar la quota scende al 16%, i grossisti e gli intermediari segnano un 18%, la vendita diretta l’11%, mentre le enoteche toccano il punto più basso della loro storia al 6%.



A livello globale l’e-commerce pesa per il 4% nelle vendite di vino (era il 2% nel 2018) e si stima possa arrivare al 6% entro il 2025. Nel 2021 le vendite delle principali imprese vinicole sono cresciute del 30,4% rispetto all’anno precedente. Se si escludono i siti aziendali e quelli della Gdo, oltre il 90% del wine e-commerce è intercettato da piattaforme specializzate in vendita di vino online (pure player) che presentano un ampio assortimento di etichette; rimane ancora minoritario (il restante 3%) l’utilizzo di piattaforme generiche per l’acquisto di vino.



Si conferma ulteriormente la maggiore attenzione ai concetti di sostenibilità e rispetto per l’ambiente. È in questo contesto che si inserisce l’interesse per i vini biologici che nel 2021 sono cresciuti del +11% rispetto all’anno precedente. In aumento anche i vini vegani, i vini naturali e i vini biodinamici.

Wine e-commerce: un ruolo strategico importante

Lo sviluppo dell’e-commerce si evince non solo dal maggior numero di acquirenti di vino online ma anche dai crescenti investimenti che stanno interessando questo canale. Nel 2021 gli investimenti digitali sono cresciuti del 71%, cifra che, confrontata con l’aumento del 10% degli investimenti materiali e del 13,7% della spesa pubblicitaria, evidenzia l’importanza crescente dell’online quale asset fondamentale per aumentare l’engagement dei clienti finali.



Molti players stanno progredendo puntando soprattutto sulla qualità del prodotto e sul servizio, acquistando direttamente dai produttori e saltando tutti i passaggi intermedi, mettendo a disposizione schede dettagliate di vini che possono vantare sia la competenza che l’esperienza. In questo modo gli appassionati di vini potranno orientare la propria scelta sui prodotti preferiti che sono venduti con sconti che possono arrivare fino al 50% del prezzo consigliato.

I numeri del vino: dove acquistano gli italiani

In Italia le vendite di vino e di spirits nella Distribuzione Moderna (iper, super, piccole superfici e discount) sono cresciute rispetto agli anni precedenti, così come i consumi nel canale Ho.re.ca, trainati dal venir meno delle restrizioni dettate dalla pandemia. È quanto emerge dalle analisi Wine Monitor di Nomisma, secondo cui gli acquisti online si caratterizzano, in particolare, anche per una significativa differenza di prezzo: nello scaffale della Grande Distribuzione Organizzata il prezzo medio è di 3 euro al litro, mentre negli acquisti on line, anche presso la Gdo, il valore medio si attesta sui 4,8 euro al litro. A comprare online in Italia, spiega ancora il rapporto di Nomisma, sono soprattutto uomini, nati tra il 1980 e gli anni 2000, con un potere di acquisto alto. La propensione ad acquistare in rete aumenta tra coloro che prima della pandemia consumavano vino soprattutto fuori casa e tra chi ha lavorato durante la pandemia in smart working.

Mettendo da parte i numeri e le previsioni dei due studi, due cose sono ormai evidenti: la prima è che nel mondo le vendite di vino on line vanno a gonfie vele, mentre la seconda è che i fatturati dei siti specializzati, i cosiddetti “pure player”, continuano a crescere.