Tutti i contadini uniti contro le politiche Ue che affossano i lavoratori. Le polemiche dilagano anche in Francia come è già successo in Germania, Polonia e Romania oltre che in Spagna. In Ungheria, invece, è lo stesso Orban che minaccia il blocco dei campi contro l’Europa. L’ultima protesta è cominciata martedì con oltre 1.000 trattori che hanno bloccato tutta l’Occitania, scaricando letame e mele nelle strade di Tolosa. Ieri si sono svolti altri presidi e tutto il Midì potrebbe presto essere bloccato. Questo movimento fa il paio con quello dei vigneron del bordolese e della Borgogna, come spiega La Verità: qui i contadini hanno rovinato migliaia di ettari di vigna perché il vino non si vende.



Marc Fesnau, ministro agricolo, ha varato 100 milioni di euro di aiuti alle cantine ma non basta. Secondo quanto riferisce Ladepeche.fr, Laure Serre, presidente del sindacato dei contadini dell’Occitania, dopo un deludente incontro con la prefettura locale ha proclamato una mobilitazione generale. “Dobbiamo fare cose clamorose perché il governo ci ascolti: da domani (oggi, ndr) passiamo a bloccare le autostrade”. France blue Occitane sostiene che gli agricoltori si sono mobilitati in Alta Garonna e che bloccheranno l’autostrada A-64. Un mese fa in quella zona furono bloccate cisterne di vino che dalla Spagna erano dirette in Provenza. La richiesta dei contadini del Midì è di meno burocrazia e maggiori margini da parte della grande distribuzione, con l’azzeramento delle misure del Farm to Fork europeo. Queste includono un limite dei concimi alla rotazione obbligatoria dei cereali fino alla messa a riposo coatta dei terreni.



Contadini francesi in strada: proteste contro le clausole specchio

I contadini francesi contestano soprattutto la mancata applicazione da parte di Bruxelles delle clausole specchio e cioè della reciprocità. Laure Serre ha dichiarato: “Non siamo disponibili a sopportare ancora la concorrenza sleale che ci viene fatta con i prodotti d’importazione. A noi vengono imposti dei limiti ambientali stringenti e poi la grande distribuzione, l’Europa compensano la mancanza di prodotto importando merce che non è sottoposta ai nostri stessi vincoli”. La stessa protesta è condivisa dagli agricoltori polacchi scesi in strada per protestare contro l’afflusso dei cereali dall’Ucraina. In Ungheria Orban si è schierato contro Bruxelles mentre in Romania si sono fermati anche gli autotrasportatori e gli allevatori.



Nel frattempo dall’Ucraina arrivano latte, formaggi e cereali a prezzi stracciati. La protesta è contro l’Europa che finanzia Kiev e importa in dumping. A spiegarlo è stato lo stesso Jan Dolezal, presidente della camera dell’Agricoltura in Repubblica Ceca. Parlando a nome degli agricoltori dei Balcani ha sottolineato: “L’Unione Europea e i suoi stati membri dovrebbero smetterla di importare prodotti agricoli esenti da dazi, ma di bassa qualità, dall’Ucraina. La merce che entra deve soddisfare rigidi standard di qualità, così come le aziende agricole ucraine non sono tenute a rispettare le norme e i regolamenti derivanti dalla politica agricola comune dell’Unione Europea”. La protesta è partita dalla Germania con la mobilitazione dei trattori che ha bloccato il Paese e che si è poi diffusa in tutta Europa.