Secondo un dossier dell’intelligence, i contagi in Italia sono sottostimati del 50%. Per il presidente dell’Istituto superiore di sanità (Iss), questa percentuale potrebbe essere anche superiore. «Sappiamo che tutti i sistemi di sorveglianza hanno capacità di leggere l’andamento dell’epidemia nel suo complesso, ma non sono mai esaustivi. Questo vale per l’inizio dell’epidemia e anche in questa fase», la premessa nella conferenza stampa sul monitoraggio. Poi appunto ha confermato quanto evidenziato dal dossier, spiegando che è un’informazione di cui sono a conoscenza.
«Noi stessi stimiamo che il numero dei positivi sia di un rapporto di 1 a 3 o 1 a 4 rispetto a quelli reali. Si intercettano più facilmente le persone sintomatiche e resta il fatto che ci possono essere positivi asintomatici non noti. L’informazione è nota, quindi credo che possiamo confermarla». E poi Silvio Brusaferro ha ribadito sul dossier dell’intelligence: «Probabilmente la nostra stima è pure superiore al 50%. Forse l’adozione più ampia di test potrà aiutarci». (agg. di Silvana Palazzo)
DOSSIER INTELLIGENCE SU CONTAGI IN ITALIA
Allarme dell’intelligence: i contagi di coronavirus in Italia sono sottostimati. Sul tavolo del premier Giuseppe Conte, in piena crisi di governo e con le consultazioni in corso, è finito il dossier dei nostri apparati di sicurezza, secondo cui l’andamento pandemico degli ultimi due mesi non è quello descritto dai numeri attualmente a disposizione. Lo riporta Repubblica, spiegando che i nuovi positivi giornalieri sarebbero in realtà il 40-50% in più di quelli rilevati ufficialmente. Dunque, per gli analisti il totale dei contagiati «è sottostimato a causa del calo del numero dei tamponi avvenuto a metà novembre 2020».
Questo vuol dire che la curva epidemiologica non si sta piegando verso il basso, a differenza di quanto emerge dai bollettini diramati dal ministero della Salute. Ma vuol dire anche che i dati attuali sono inattendibili, quindi difficili da analizzare e usare per adottare le restrizioni necessarie per il contenimento della pandemia Covid. Indicazioni da non sottovalutare perché anche le nostre agenzie di intelligence, con l’aiuto di statistici e matematici, si stanno occupando dell’emergenza.
CONTAGI SOTTOSTIMATI E MENO TAMPONI
L’intelligence italiana ha elaborato di recente un modello predittivo che è risultato efficace. Il 25 dicembre scorso, ad esempio, stimava in 86.500 il numero dei morti totali che l’Italia avrebbe raggiunto nei 30 giorni successivi. Il 26 gennaio scorso l’Italia ha toccato quota 86.422 vittime, con un errore dello 0,09 per cento rispetto alla previsione. Il modello si è rivelato affidabile, quindi può esserlo allo stesso modo per quanto riguarda la questione della sottostima dei contagi. Il calcolo, spiega Repubblica, si basa sulla proporzione matematica tra nuovi ingressi nelle terapie intensive e la quota giornaliera di positivi aggiornata dal bollettino.
Dall’osservazione delle terapie intensive nella parte finale dell’anno, si deduce che c’è stata una fase di ripresa dell’epidemia a metà dicembre. Questa ripresa, però, non è stata rilevata né tracciata a causa dei pochi test effettuati in quel periodo, riporta il dossier. Poco prima di Natale la curva è tornata a salire e lo dimostrerebbe il fatto che i pazienti a rischio vita negli ospedali non sono diminuiti, ma la cifra è rimasta stabile.
007: “RISCHIAMO EPIDEMIA INCONTROLLATA”
Il problema sono sempre i tamponi. Dal 18 novembre sono stati processati meno tamponi e, secondo il dossier dell’intelligence, l’inclusione dei tamponi antigenici rapidi ha generato il caos. «Alcune Regioni, inoltre, non fanno distinzione tra il molecolare e il rapido, è ciò ha evidenti ripercussioni sul calcolo di tutti i valori, tra cui il rapporto positivi/tamponi», scrivono gli analisti. Ad oggi i test di conferma sarebbero il 65% del totale, quindi può essere stata alterata la rappresentazione della curva del contagio.
«È vero che le positività sono sottostimate, anche più di quanto rileva il dossier», ha confermato a Repubblica il professor Pierluigi Lopalco, epidemiologo e assessore regionale in Puglia. Ora, dunque, è impossibile fare un’analisi realistica in virtù dei dati pubblicati, per questo l’intelligence invita il governo alla massima prudenza sulle riaperture. Se si abbassasse la guardia ora, allora si rischia «una nuova ripresa incontrollata dell’epidemia, difficilmente sostenibile dal sistema ospedaliero, vicino alla soglia di saturazione».