Sembra meno convinto di Conte della bontà dell’accordo di Malta, l’ex ministro dell’interno, Matteo Salvini. Attraverso la propria pagina Facebook il leader del Carroccio ha spiegato: “Un consiglio al nuovo ministro dell’Interno: non si faccia prendere in giro, non venda fumo agli italiani. L’accordo sui migranti per l’Italia è una solenne ‘sola’. I porti rimangono quelli italiani e al massimo quelli maltesi mentre nel Mediterraneo sarà pieno di navi delle Ong. Dov’è il risultato?”. Soddisfatto a metà anche il ministro degli esteri, Luigi Di Maio, capo dei pentastellati: “Per l’Italia oggi è una giornata importante – le sue parole riportate da Tgcom24.it – sono contento e faccio i complimenti al ministro Lamorgese per la dichiarazione di intenti sui migranti. Però – ha aggiunto – fatemi dire anche che la redistribuzione dei migranti non è la soluzione del fenomeno migratorio”. Secondo il capo della diplomazia italiana la soluzione ideale per arginare meglio il problema sarebbe “il blocco delle partenze”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CONTE: “INTESA DI MALTA È SVOLTA”
Antonio Conte è a New York per l’Assemblea generale all’Onu. Il presidente del consiglio è stato intercettato dai giornalisti presenti al vertice nella Grande Mela, rispondendo ad alcune domande sulla questione immigrazione, tema sempre più pregnante visti i molteplici sbarchi delle ultime due settimane. Malta ha raggiunto un accordo con alcuni stati membri dell’Unione Europea in merito alla ridistribuzione dei migranti, e Conte ha commentato tale intesa dicendo: “Non è ancora la soluzione definitiva ma sicuramente è una svolta, un significativo passo avanti. Sono stati affermati – ha proseguito – sicuramente dei principi che sono positivi per noi, perché sino ad oggi si stentava a tradurre il principio che chi arriva in Italia arrivava in Europa”, ricordando anche il nuovo “meccanismo automatico di redistribuzione che abbraccia i richiedenti asilo, quindi tutti”.
CONTE A NEW YORK “INTESA MALTA È SVOLTA”
Conte ha specificato come si cominci ad affermare il principio che non può essere solo l’Italia il paese di primo approdo, in quanto “ci deve essere una rotazione. Ora – ha aggiunto – bisogna vedere quanti Paesi parteciperanno a questo meccanismo e dovremo lavorare sui rimpatri”. Di una cosa è certo il presidente del consiglio: “non accetteremo alcun meccanismo che possa risultare incentivante per nuovi arrivi, la nostra politica è molto rigorosa e non arretreremo di un millimetro”. L’Italia, ha proseguito il massimo rappresentante dell’esecutivo giallo-rosso, deve decidere chi arriva nel suo territorio, sempre rispettando le convenzioni, ma uno stato sovrano ha l’obbligo di contrastare l’immigrazione clandestina. Diverse le nazioni che hanno dato sostegno al Belpaese: “Macron mi ha dato grandi aperture – ha specificato il premier dell’esecutivo M5s-Pd – e c’è grande disponibilità da parte di partner europei. Ma anche in passato, in casi emergenziali, Francia e Germania ci hanno risolto problemi partecipando alla redistribuzione. Ora quello che c’è di nuovo e disponibilità a valutare un meccanismo solidaristico che ci sollevi dai fine settimana passati al telefono”.