Dopo il clamore suscitato ieri dalla prima inchiesta del quotidiano “Domani” nei confronti del leader in pectore M5s Giuseppe Conte – con relativa replica piccata dell’ex Premier – oggi Emiliano Fittipaldi torna in prima pagina con la seconda puntata legata ancora all’operazione “Molina Stucky”, l’hotel di lusso a Venezia che ha visto Conte prima come avvocato e poi come membro del Cda. Riassumendo quanto già evidenziato ieri da “Domani”, l’ex premier avrebbe ottenuto centinaia di migliaia di euro (115mila su contratti da 400mila) dall’Acqua Marcia spa di Bellavista Caltagirone, finita in concordato preventivo: nel concordato c’era anche il Molino Stucky.



L’albergo è stato comprato dal pugliese lobbysta Marseglia che poi ha messo Conte in cda. Ora però, rivela Fittipaldi, nell’operazione Molino Stucky Conte avrebbe lavorato «con l’architetto pugliese Arcangelo Taddeo il quale era stato da poco condannato in primo grado a 17 anni di carcere per bancarotta fraudolenta». Guai giudiziari che partono per Taddeo 8 anni fa per il fallimento della Compagnia Italiana Turismo, di cui era ad: «sì, sapevo al tempo che Taddeo aveva un contenzioso pesante con Cit. Ma io ero il legale di Marseglia, Taddeo era solo il consulente scelto da Marseglia, non da me», replica Conte ancora al “Domani”.



DOMANI: “CONTE FA IL POLITICO E CI ATTACCA”

Da indagini compiute da Fittipaldi risulta che Conte sarebbe stato avvocato di Taddeo anche nel 2018, con causa da 9 milioni di euro persa sempre con Cit: da Repubblica a Milena Gabanelli su Report fino a esponenti del M5s come Elio Lannutti nel 2012 avevano denunciato le azioni di Taddeo, ribadisce il quotidiano “Domani”, con inchieste tv e interrogazioni parlamentari. Conte nella sua replica a “Domani” aveva definito l’operazione sull’hotel di lusso come «complessa e brillante», con Fittipaldi che però oggi in edicola replica «Che non ricorda quanto ha fatturato al cliente a cui ha fatto fare l’affare del secolo?». Conte abbozza sempre al Domani «un milione di euro? Molto meno: non ero venale con i miei clienti».



Le carte in mano del quotidiano fondato da Carlo De Benedetti – nota ancora il cronista – «non sono state smentite da Conte»: da Amara a Centofanti fino a Taddeo, con però l’operazione Molino Stucky che resta quella di prioritaria inchiesta sul passato lavorativo dell’ex Presidente del Consiglio. Lo scontro è molto acceso, dopo che anche il direttore del “Domani” Stefano Feltri nel suo editoriale non si risparmia da bordate all’ex Premier: «Conte non h ancora iniziato a fare il capo dei Cinque Stelle ma già si sta calano nel ruolo: come il garante M5s Beppe Grillo usa il seguito social che gli deriva dal ruolo politico per regolare le sue questioni. E come un Renzi qualunque vede diffamazione, che è un reato, in tutto ciò di sgradito che i giornalisti scrivono di lui».