È guerra totale in casa M5s dopo il botta e risposta “a distanza” tra Giuseppe Conte – riunito in collegamento streaming con i deputati 5Stelle (all’indomani dalla riunione con i senatori, che segue quella preliminare con tutti i gruppi pentastellati degli scorsi giorni, ndr) – e Davide Casaleggio, patron della piattaforma Rousseau con la quale si è consumata in questi primi mesi del 2021 la rottura quasi definitiva (sancita ieri da Vito Crimi). Non è bastato il tentativo di Beppe Grilo di “tenere insieme” le diverse anime del Movimento con la nascita del Governo Draghi: lo scontro arriva ed è durissimo, con la figura di Giuseppe Conte nel mezzo che oggi ha lanciato non poche “stilettate” al figlio del fondatore Gianroberto Casaleggio.
Collegato con i deputati M5s, l’ex Premier attacca «Non dobbiamo abbandonare le “cinque stelle” originarie del Movimento ma abbiamo il dovere di guardare avanti»; non solo, è sull’anima stessa dei grillini che Conte punta per rinnovare e rivoluzionare l’esperienza a 5Stelle, «Movimento o partito? A noi le classificazioni non importano un fico secco ma dobbiamo strutturarci bene a partire dai territori». «Diamoci tutti del tu» ha poi intimato Conte riferendosi ai deputati, con pronta replica dei delegati «Ciao Giuseppe»: gli eletti iscritti a parlare, infatti, hanno introdotto così ogni loro intervento rispondendo all’appello lanciato da Conte.
LE REPLICHE DI DAVIDE CASALEGGIO E BUFFAGNI
Non appena il leader in pectore (senza ancora un chiaro futuro di come entrerà alla guida del M5s, avendo l’assemblea degli iscritti votato per un direttorio a 5 per la guida del Movimento, ndr) ha parlato, pronta la replica in tv di Davide Casaleggio: a “Mezz’ora in più” su Rai 3 sottolinea «Non credo che trasformare il Movimento in un partito sia la strada giusta. […] Nel M5s c’è un grande dibattito su tante tematiche politiche ed è giusto che ci sia. Altra questione è entrare nel merito delle regole e mettere in difficoltà finanziaria Rousseau per mettere sul tavolo il terzo mandato o la democrazia dal basso o altre regole fondamentali del M5s». Parole molto dure, non accolte affatto bene dal leader pro-tempore Vito Crimi sempre in collegamento con i deputati grillini: «frasi false e diffamatorie perché portavoce del M5s hanno versato oltre 3 milioni e mezzo di euro per la piattaforma Rousseau. Ricordo a tutti che abbiamo 7 milioni e 400mila euro bloccati nel conto delle restituzioni, perché la piattaforma Rousseau non ci fa votare».
Volano stracci insomma, con l’ex Premier Conte che in merito a Rousseau ha spiegato sempre oggi «Sono testimone del fatto che la questione dei rapporti con Rousseau la dovete chiarire, io sono l’ultimo arrivato e non posso intervenire in un rapporto consolidato negli anni, che va chiarito da chi lo ha visto svilupparsi negli anni. Si può affidare il voto online a una società esterna che gestisca altri servizi». Il deputato Stefano Buffagni ha poi rivolto parole nette su cosa il “nuovo” Movimento dovrebbe concentrarsi, l’esatto opposto dell’allineamento sulle tematiche del Pd: «Lasciamo al Pd temi come lo ius soli. Il M5s lavori, invece, su due nuove stelle: lavoro, più sviluppo sostenibile e ambiente, più salute. E’ questo che oggi gli italiani ci chiedono come priorità ed è su questo che dobbiamo impegnarci al massimo per ripartire con Giuseppe Conte». Non sono mancati i “fuoriprogramma” nell’assemblea M5s, come ad esempio la citofonata ricevuta da Conte durante la diretta: «E’ venuto a trovarmi per una chiacchierata il presidente del Parlamento europeo David Sassoli», ha spiegato l’ex Presidente del Consiglio chiudendo il collegamento per alcuni minuti.