«Da Italia Viva per settimane ci sono stati attacchi aspri e scomposti fino ad arrivare ad una crisi di Governo incomprensibile e priva di ogni fondamento»: con queste parole alla Camera il Premier Conte sembra scaricare Renzi e tutta la compagine di Iv per aprire una “nuova fase” che porti inevitabilmente al Conte-ter con responsabili e (forse) mini partiti in Parlamento.
Di contro però, in un passaggio iniziale del suo discorso a Montecitorio il Premier Conte ottiene numerosi applausi quando cita la “promessa” per il prossimo luglio 2021: «partirà una riforma epocale: l’assegno unico mensile per ogni figlio fino a 21 anni». Dai banchi del Governo, compreso da Italia Viva, si sentono applausi più o meno convinti che appoggiano il Capo del Governo: il “problema” è che quella stessa riforma non solo esiste già – è il Family Act, presentato dalla Ministra dimissionaria renziana Elena Bonetti – ma è già stata approvata da questo Parlamento nell’ultima Manovra di Bilancio.
CONTE SCARICA RENZI MA “CORTEGGIA” I RENZIANI
Il tentativo del Premier Conte è quello di “corteggiare” il più possibile responsabili, forze politiche centriste e anche gli stessi parlamentari renziani che hanno presentato quella riforma sull’assegno unico: «Confidiamo ancora in una stagione riformista. Ancora oggi c’è una visione. Stiamo affrontando una sfida di portata epocale», ha rilanciato Conte, aggiungendo «Trasformare le difficoltà in opportunità: stiamo rilanciando la crescita, questo ha mosso finora questo esecutivo». Il messaggio insomma è chiaro: scaricare Renzi ma lasciare porta aperta per chi eventualmente in Italia Viva voglia “tornare indietro” e votare la fiducia a questa maggioranza, «Se io oggi a voi che siete in Aula e ai cittadini posso parlare a nome di tutto il governo a testa alta non è per l’arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori, ma per la consapevolezza di chi ha impiegato tutte le energie possibili per la comunità nazionale». Nel suo appello ai “responsabili” Conte fa diretto riferimento a tutte quelle forze liberali, europeiste, popolari e socialiste: Italia Viva in teoria rientra in questo “identikit”, ma dopo i duri attacchi successivi difficilmente vi potrà essere una conciliazione tout court.