L TIFO E COMPLIMENTI DI GIUSEPPE CONTE PER LULA: NEL 2019 PERÒ…

«Compimenti a Lula per la sua nuova elezione a Presidente!»: lo ha scritto il leader M5s ed ex Premier Giuseppe Conte all’indomani della vittoria della sinistra alle Elezioni Presidenziali in Brasile, battendo per pochi voti il leader della destra Jair Bolsonaro. Entusiasta dopo il voto, Conte si era già completamente schierato con Lula anche prima del ballottaggio avvenuto lo scorso 30 ottobre: mandandogli i propri auguri più sinceri prima del voto, l’ex Presidente del Consiglio su Twitter scriveva così domenica «Il Brasile, amalo o lascialo”. Le parole del grande Jorge Amado, alla vigilia del voto brasiliano, ci ricordano che la sfida di Lula per rilanciare equità, giustizia sociale e ambientalismo parla ai progressisti di tutto il mondo».



Dopo la vittoria in extremis contro Bolsonaro, Lula ha poi ricevuto i pieni complimenti di Conte (così come come di tutto il Centrosinistra italiano, Pd compreso): «Complimenti a Lula per la sua nuova elezione a Presidente. Il popolo brasiliano ha scelto la strada della giustizia sociale e climatica ed oggi rialza la testa per guardare con fiducia alle grandi sfide globali. Bom trabalho». Fin qui la notizia ci renderemo conto è tutt’altro che “entusiasmante” e piuttosto banalotta. Ecco, il problema è che Giuseppe Conte dovrebbe essere lo stesso che solo 3 anni fa, nel 2019 al World Economic Forum di Davos cercava in tutti i modi di conoscere il Presidente brasiliano, ottenendo diverse foto. Ed è ancora lo stesso Conte che ringraziava a livello mondiale Bolsonaro per l’operazione che riportò il terrorista Cesare Battisti in Italia dopo una lunghissima estradizione (garantita da Lula, tra l’altro). Cosa può essere cambiato? Semplice, Conte nel 2019 era Premier del Governo gialloverde (M5s + Lega), mentre oggi è a capo della formazione progressista che contende al Pd il ruolo di primato nel campo del Centrosinistra.



LE FOTO CON BOLSONARO E I RINGRAZIAMENTI SUL CASO BOLSONARO: LE DUE “FACCE” DI CONTE

Della particolare “stranezza” si è resa conto anche Marianna Rizzini su “IlFoglio” osservando l’evoluzione degli endorsement di Giuseppe Conte da Bolsonaro a Lula, tutto nel giro di soli 36 mesi. Il 13 gennaio 2019 ad esempio il leader M5s scriveva su Twitter «Cesare Battisti rientrerà in Italia nelle prossime ore […] Poco fa ho sentito il presidente del Brasile Jair Bolsonaro che ho voluto ringraziare a nome di tutto il governo italiano per l’efficace collaborazione che ha portato alla cattura di Battisti». Passano alcuni mesi e la scena di Davos con Conte in ricerca dell’omologo brasiliano per tanto di foto opportunity viene immortalata (come vedete qui sopra, ndr).



Il commento di Conte alla stampa estera dopo quell’incontro al Forum fu molto entusiasta: «diversi i temi trattati e molte le convergenze tra i nostri due paesi, in particolare sul fronte economico e giudiziario. È andata bene, è andata bene». Tanto entusiasta Conte di quell’incontro con Bolsonaro che – come ricorda ancora “Il Foglio” – dovette intervenire Beppe Grillo per raffreddare le relazioni con la destra brasiliana, «l’elezione del politico di estrema destra Jair Bolsonaro come presidente del Brasile è preoccupante». Il fondatore M5s criticò pesantemente il leader della destra sui temi della foresta Amazzonica e sui rapporti con gli indigeni. Conte questa volta cambia invece completamente “sponda” e si schiera con l’ala progressista, come suggerisce il suo nuovo ruolo alla guida del M5s. Viene da chiedersi quale possa essere il “vero” Conte, o se invece – come riteniamo – la convenienza politica faccia prendere scelte e dichiarazioni alquanto altalenanti. Anche solo semplicemente ammettere ciò, quantomeno, potrebbe essere un buon esercizio di rispetto per i propri elettori: vale per Conte con Bolsonaro e Lula, così come per tutti gli altri.