LE ULTIME NOVITÀ “CONTROVERSE” SULLA COSTITUENTE M5S: LEADER IN DISCUSSIONE, MA QUORUM VOTAZIONI PIÙ BASSO…

Scatterà dal 4 ottobre la nuova Assemblea Costituente M5s, il progetto pensato dal presidente Giuseppe Conte per rilanciare le sorti di un Movimento crollato alle ultime Elezioni Europee 2024 addirittura al 10%: nelle diverse riunioni tenute in questi giorni alla Camera e al Senato, Conte ha spiegato le diverse novità che coinvolgeranno la Costituente, provando a convincere l’intera base della necessità di un “cambio di rotta”, anche se il Garante Beppe Grillo si è schierato nettamente in contrasto con l’idea contiana.



«Si potrà decidere su decidere su doppio mandato, simbolo e alleanze», aveva detto appena lo scorso 2 agosto 2024 lo stesso Giuseppe Conte nella lunga intervista al “Corriere della Sera”. Nell’ultima informativa in Parlamento con deputati e senatori, Conte ha però aggiunto altri dettagli che aggiungono “pepe” alle già presenti perplessità che parte del Movimento già ha messo sul tavolo: «Gli iscritti decideranno cosa discutere e possono mettere in discussione anche il ruolo del sottoscritto, di Conte. Possono mettere in discussione la struttura di vertice, perché altrimenti non sarebbe un processo rifondativo». Non solo, in merito alle varie fasi di approvazione delle eventuali “rifondazioni” che prenderà la Costituente resta il meccanismo delle votazioni, da decidere però se anche con l’integrazione tra online-cartaceo: «Per far approvare le modifiche, servirà una votazione nell’alveo delle regole», spiegano fonti M5s al “Corriere della Sera” ragionando però sul rebus quorum. L’articolo dell’attuale statuto M5s predispone che in prima istanza, per le modifiche generali statutarie, «sono valide se partecipano almeno la maggioranza assoluta degli iscritti», mentre in un secondo voto basta la maggioranza dei voti espressi.



Si ragiona dunque sulla possibilità di abbassare il quorum permettendo una più facile assimilazione delle regole da modificare, facendo però storcere il naso all’area ancora vicino al fondatore Beppe Grillo: uno dei criteri per abbassare il quorum sarebbe quello di eliminare dai militanti gli utenti non più attivi. Non ci sta Lorenzo Borrè, l’avvocato di quasi tutti gli espulsi grillini in questi anni: «L’esclusione errata di un singolo dal voto potrebbe portare all’impugnazione del risultato. Oltretutto gli iscritti prima del 2021 potrebbero impugnare sia il vecchio statuto sia le modifiche successive».



LO SCONTRO CONTE-GRILLO AGITA LA BASE M5S. LASCIA IL SENATORE TREVISI (VA IN FORZA ITALIA): “DISAGIO E STALLO”

Non è mancata la domanda diretta dei cronisti a Conte in Parlamento dopo le costanti distanze che emergono ancora in questi giorni tra Beppe Grillo e la direzione M5s sul processo verso l’Assemblea Costituente: «Stiamo andando oltre la democrazia diretta», replica diretto l’ex Premier rispondendo alle critiche del Garante sulla messa in discussione dei valori originari del Movimento 5Stelle, «Si conclude con un voto degli iscritti, quindi obiettivamente siamo in perfetta linea con il principio ispiratore di un’ampia ed effettiva partecipazione democratica da parte dei cittadini, in questo caso cittadini iscritti ma anche non».

L’Adnkronos in giornata ha pubblicato stralci di una lunga lettera inviata da 11 espulsi ex M5s indirizzata tanto a Grillo quanto soprattutto a Giuseppe Conte: tra i vari firmatari emergono nomi illustri del recente passato grillino, tra cui Elio Lannutti, Nicola Morra e Alessio Villarosa. Nella missiva si parla dell’ingratitudine mescolata a «egoismo, orgoglio e stupidità». Secondo gli ex M5s, dalla risposta di Conte alle critiche di Grillo emerge la volontà di voler creare un «clone del Pd, usando stesse logiche e uguali metodi della politica tradizionale che ha devastato l’Italia negli ultimi decenni». Gli espulsi chiedono a Conte di prendersi la responsabilità del tracollo 5Stelle alle Europee facendosi ora da parte: per Morra & Co, «La crisi di consenso non deriva dalla mancanza di cambiamento. Al contrario, il Movimento è cambiato radicalmente negli ultimi anni, tanto da assomigliare molto a ciò che doveva combattere».

In questo contesto va registrata anche l’uscita di scena del senatore Antonio Trevisi, in giornata passato dal Movimento 5Stelle a Forza Italia: «sento ormai indispensabile superare questa situazione di disagio e di stallo, dovuta alla crisi politica che sta attraversando il Movimento», ha spiegato l’ex consigliere regionale in Puglia su Facebook. Il progetto della Costituente insomma nasce sotto qualche indubbia “nebbia fitta”, tra delusioni, tormenti interni ed ex attivisti che vedono nel distacco più ampio tra M5s e Grillo l’inizio della fine del Movimento 5 Stelle.