CONTE ‘DECADUTO’ INCONTRA CRIMI

È terminato nel pomeriggio di lunedì 7 febbraio a Roma l’incontro in privato tra l’ormai “decaduto” Presidente M5s Giuseppe Conte e l’ex capo politico reggente Vito Crimi dopo la sentenza del Tribunale di Napoli che oggi ha sospeso il nuovo statuto del Movimento 5Stelle e l’elezione di Conte alla Presidenza.



Nel momento già di massima tensione a seguito del Mattarella bis – con lo scontro molto acceso tra l’ex Premier e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio – il risultato del ricorso presentato da alcuni iscritti contro i due voti su SkyVote dello scorso agosto (4/8 e 6/8) potrebbe avere effetti detonanti. Come ha spiegato l’avvocato Lorenzo Borré che ha curato personalmente i ricorsi contro i nuovi vertici 5Stelle, cosa succederà nell’immediato in casa M5s nel breve periodo è quantomai certo: «Decade la carica di Conte, in primo luogo. In secondo luogo emerge l’incompatibilità di alcune attuali cariche negli organi di garanzia, con le restrizioni previste dal precedente statuto, che è ritornato in vigore: il precedente statuto, infatti, esclude che dette cariche possano essere ricoperte da soggetti che rivestano incarichi istituzionali».



CHI GUIDA ORA IL MOVIMENTO 5STELLE

Non solo, con Conte vengono di fatti deposti/sospesi anche gli attuali 5 vicepresidenti (Paola Taverna, Alessandra Todde, Mario Turco, Riccardo Ricciardi e Michele Gubitosa): spiega ancora Borré all’Adnkronos, «i 5 vicepresidenti decadono, essendo cariche non previste dal vecchio statuto. Il M5S si trova all’anno zero con l’azzeramento delle sue cariche. Unica via di uscita, la costituzione del Comitato direttivo. Altre fughe in avanti, insistendo con le procedure già annullate dal Tribunale, rischiano di porre il Movimento 5 Stelle su un binario morto. In questo momento la guida non c’è, il M5S è stato totalmente decapitato». Tradotto, secondo le stime dell’avvocato ricorrente dovrebbe essere ora Beppe Grillo e solo lui a stabilire tempi e modi per convocare i prossimi step “organizzativi”: sul piano direttivo, il nuovo “leader” del Movimento 5Stelle in attesa che venga risolto il nodo non da poco del Tribunale rimane il garante, ovvero Beppe Grillo, e in teoria torna il reggente precedente, cioè Vito Crimi. Secondo quanto stabilito dalla sentenza, dovrebbe essere proprio Crimi a condurre il Movimento ad eleggere la famosa “guida a 5” come deciso dalla base con gli Stati Generali M5s a novembre 2020. Una nota emersa questo pomeriggio sulle agenzie dopo l’incontro tra Conte e Crimi esprime alcuni immediati interventi: «il tribunale di Napoli ha solo sospeso le due delibere. Era già in programma un’assemblea per votare modifiche statutarie in linea con la comm. di garanzia per gli statuti. Nell’occasione gli iscritti anche da meno di 6 mesi ratificheranno di nuovo le delibere sospese». Non manca anche una critica al ricorso presentato e alla successiva decisione dei giudici, «l’interpretazione del tribunale di Napoli contrasta prassi e indirizzo del movimento che mira a scongiurare cordate organizzate ad hoc». All’uscita dal suo appartamento romano, Conte ha rilasciato un’ulteriore brevissima dichiarazione: «La mia leadership nel M5s si basa sulla condivisione di principi e idee, è un legame politico e giuridico, non dipende dalle carte bollate e dalle sentenze. E lo dico consapevolmente da avvocato».



CAOS M5S: LE 2 OPZIONI IN MANO A BEPPE GRILLO

Dopo Conte, a parlare al termine dell’incontro sull’immediato futuro del Movimento 5Stelle è l’ex capo reggente tornato improvvisamente in auge dopo la sentenza del Tribunale: Vito Crimi spiega uscendo dall’appartamento dell’ex Premier, «La nostra comunità mi sembra che si sia espressa in maniera molto chiara sul presidente Conte. Non credo che sia il problema dell’iscrizione, dei nuovi iscritti, dei sei mesi, che possano far cambiare il risultato. Quindi adesso si procederà a una nuova votazione secondo le indicazioni del giudice di Napoli». Pioggia di reazioni al caos interno al Movimento, a cominciare dall’ex con il “dente avvelenato” Davide Casaleggio, tramite la sua associazione: «In più occasioni abbiamo evidenziato quanto la gestione delle votazioni e della comunità degli iscritti richiedesse un livello di attenzione e professionalità che non possono essere improvvisati con modelli di gestione, invece, approssimativi e dilettantistici così come, invece, avvenuto. In un post del primo giugno 2021 Davide Casaleggio consigliava al Movimento 5 Stelle di operare nel pieno rispetto delle regole avvertendo: “Gli scogli sono vicini. Ripeto. Gli scogli sono vicini”». Restano in fondo due le “opzioni” in mano al Garante 5Stelle per sbloccare il preoccupante impasse generatosi oggi (e che già ha fatto gridare d’allarme gli ambienti di Pd e Italia Viva nella maggioranza del Governo Draghi): o votare con le regole del precedente statuto la “leadership a 5” emersa dagli Stati Generali; oppure ripetere la votazione di modifica dello statuto inserendo però anche gli iscritti al M5s che si erano registrati da meno di 6 mesi. Conte punta a questa seconda strada ma trova l’opposizione dell’avvocato Borré che nella nota all’Adnkronos ribadisce, «attualmente non ha più poteri decisionali e non può dettare soluzioni, almeno non con maggiori facoltà di un qualsiasi altro associato. Ma soprattutto non può prescindere dai paletti procedurali dello statuto nella versione ante agostana. Mi sorprende poi il richiamo ad una pretesa prassi contrastante con la lettera dello statuto, come se un eventuale errore ne legittimasse uno successivo analogo». Intervistato a “Otto e Mezzo” su La7 da Lilli Gruber, Conte ribadisce la ferma opposizione alla sentenza di Napoli: «io continuo ad essere Presidente del M5s».