Il conte Dracula era vegetariano: a dimostrarlo è una recente ricerca scientifica realizzata da Analytical Chemistry, che ha tracciato un inedito ritratto del famoso Vlad III di Valacchia, meglio conosciuto come Vlad Tepes o, più comunemente, Dracula. Secondo lo studio, il noto personaggio al centro di libri e film di tutte le epoche, non mangiava carne e soffriva di emolacria, ovvero produceva sangue nelle lacrime. La ricerca ha analizzato tracce biochimiche su tre lettere scritte da Vlad III nel XV secolo.
Secondo gli autori, l’esame svolto sulle lettere rivela interessanti dettagli sulla vita di Vlad. In particolare sono stati trovati e isolati cento peptidi umani e duemila di origine ambientale che hanno fatto nascere l’ipotesi che il Conte potesse essere vegetariano. Gli studiosi hanno notato infatti l’assenza di tracce di proteine animali nelle lettere e la presenza di tracce di frutta e verdura mature, con alcune di funghi e insetti.
Il Conte Dracula soffriva di emolacria? I reperti nelle lettere
Secondo gli autori dello studio realizzato da Analytical Chemistry, l’analisi condotta sulle lettere scritte da Dracula, che ha fatto nascere l’ipotesi che il Conte fosse vegetariano, ha bisogno di un’ulteriore validazione. Solamente nuove ricerche potranno infatti confermare la teoria e svelare più dettagli sulla vita di uno dei personaggi più conosciuti ma allo stesso tempo misteriosi di tutta la storia. Lo studio ha fatto sorgere inoltre anche un’altra ipotesi: quella che Vlad III potesse soffrire di emolacria, condizione clinica rara che porta alla produzione di sangue nelle lacrime.
I peptidi umani ritrovati nelle lettere mostravano segni di degrado coerenti con un’età di oltre 500 anni, come suggerisce la ricerca. Questo apre alla possibilità che Vlad III potesse avere problemi di salute relativi a processi infiammatori delle vie respiratorie e della pelle. La tecnica utilizzata dagli scienziati è la paleoproteomica, ossia un metodo di analisi per materiali paleontologici e beni culturali. Gli studiosi hanno estratto, analizzando le proteine conservate nei resti, informazioni preziose sulla dieta, le condizioni ambientali e persino sulla salute di individui storici attraverso lo studio delle proteine conservate nei resti.