Giuseppe Conte torna ad attaccare il premier Mario Draghi, stavolta per la decisione di non affrontare la questione dell’invio delle armi all’Ucraina nel question time in Parlamento. Prima però ha smentito la descrizione di un Movimento 5 Stelle isolato. «Se lo siamo è perché abbiamo posto questioni che nessun altro ha posto tra le forze politiche. Ma è davvero assurdo quel che diciamo? Stiamo disturbando, dobbiamo essere trattati come dei molestatori per le nostre posizioni?», ha dichiarato in una diretta Instagram il presidente M5S. Quindi, ha spiegato che il nostro Paese «non è in condizione per affrontare un riarmo, non abbiamo le risorse e neanche la voglia e la vocazione». Peraltro, ritiene che la corsa al riarmo sia «una follia in generale. Non è così che si risolve questo conflitto».
A questo punto Giuseppe Conte ha commentato la decisione di Mario Draghi: «Mi sono meravigliato che il premier non abbia fatto un passaggio in parlamento prima anche del viaggio a Washington. Dopo 70 giorni di guerra bisognerebbe confrontarsi in Parlamento. Si può riunire anche nel fine settimana», ha proseguoto il leader Cinquestelle. Quando è scoppiata la guerra, «era importante dare mandato al premier Draghi e non dividersi di fronte a questa aggressione. Condannandola e dando pieno sostegno a popolazione aggredita». Ma dopo oltre due mesi, «nessuna prospettiva concreta di negoziato efficace». Riguardo le critiche al Superbonus da parte del presidente del Consiglio: «Ha sorpreso molto anche noi, perché nel decreto aiuti c’è una norma che lo proroga. Parlarne addirittura in Europa… deprezzare questa misura che ci ha fatto ricevere il plauso della presidente della Commissione Ue Von der Leyen, come prima misura ha menzionato proprio il Superbonus», la replica di Conte. In ogni caso il Movimento 5 Stelle sostiene il governo: «Non siamo al governo per ambizioni personali».
“DRAGHI E SALVINI? PARLANO DI CATASTO, NON DI GUERRA…”
Giuseppe Conte chiede una svolta dicendo no al continuo invio di armi pesanti. «Non ci può essere una svolta senza una escalation diplomatico. Anche se siamo isolati in Parlamento, non lo siamo in Italia, visto che la stragrande maggioranza di cittadini vuole la pace». Ma il negoziato non è perseguibile con un’escalation militare. «Se l’obiettivo è sconfiggere la Russia dobbiamo dire con forza che questo obiettivo è pericoloso e rischia di trascinarci in un conflitto devastante». A proposito dell’incontro tra Mario Draghi e Matteo Salvini, si è detto sorpreso del fatto che il leader della Lega non abbia parlato della pace col premier, ma della riforma del catasto. «Fdi vuole armare anche scoiattoli e panda. Noi abbiamo un’altra vocazione: vogliamo che l’Italia si faccia promotrice all’interno dell’Ue e dell’alleanza euroatlantica di una soluzione negoziale». Inoltre, il presidente del Movimento 5 Stelle ha smentito quanti lo definiscono anti-atlantista: «Vengo accusato da una lettura malevola che Conte e il M5s sarebbero anti-atlantisti, perché si scrivono queste stupidaggini, per denigrare la nostra posizione chiara e limpida».
“CLIMA DA CENSURA IN ITALIA”. MA POI SI SMENTISCE
Non è mancato un riferimento alle polemiche in Rai tra gli attacchi a Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2 che ha partecipato alla convention di Fdi, e quelli a Bianca Berlignuer per invitare Alessandro Orsini a Cartabianca. «Giù le mani dal direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano. Non accettiamo censure sul servizio pubblico. E giù le mani da Cartabianca: M5S si batterà perché Bianca Berlinguer resti al suo posto nella trasmissione. Questa guerra sta portando un clima di censura». Peraltro, ha smentito contatti con Orsini per farlo entrare nel M5s. Critico invece su come è stata condotta l’intervista al ministro degli Esteri Sergej Lavrov, autosmentendosi visto che afferma che non ci sia censura in Italia: «Bene lo scoop, è bene che ci sia questa intervista in un paese democratico, abbiamo dimostrato di avere un sistema democratico. Io sono stato il primo a dire che le sue affermazioni sono state inaccettabili, ma qui ne possiamo parlare e questa è la differenza con la Russia. Non si dispiacciano a Mediaset, ma si poteva adottare qualche contraddittorio in più».