Nella conferenza stampa di oggi il premier Giuseppe Conte ha confermato quanto emerso nelle ultime ore in merito alla “fase 2”. Per il presidente del Consiglio non è arrivato ancora il momento di avviarla, ma non esclude la possibilità di intervenire prima del 3 maggio, termine fissato dal nuovo Dpcm per le restrizioni, se la situazione dovesse migliorare. Il consiglio alle aziende è di approfittare di queste settimane per preparare la ripartenza: «Ipotizziamo una ripresa con protocolli sanitari molto rigorosi. Dovremo convivere col virus perché non riusciremo a debellarlo subito. Potrebbe poi esserci un contagio di ritorno».
Rispondendo alle domande dei giornalisti in collegamento, Conte ha smentito i rumors su alcune liti durante la riunione di oggi con i capidelegazione: «Non siamo stati a litigare sul Mes, anche perché sappiamo che non è la soluzione ai nostri problemi. Abbiamo lavorato al nuovo Dpcm che ho firmato». Ma ha spiegato che si sta lavorando anche a nuove misure economiche. «Mi spiace che non stiate già ricevendo delle somme nelle vostre tasche, ci sono purtroppo dei tempi e dei processi, ma siamo pronti a intervenire, stiamo cercando di sburocratizzare i settori affinché le erogazioni avvengano nel più breve tempo possibile. Non abbiamo un Paese predisposto per gestire l’emergenza, vi chiedo di comprendere il momento. Dobbiamo lavorare per aiutare i cittadini in sofferenza e preservare il nostro tessuto sociale e produttivo, predisponendoci per rendere i procedimenti amministrativi più snella per avere tanti indici positivi di crescita».
Tornando sulla “fase 2”, ha confermato la creazione di una task force formata da economisti, giuristi, scienziati e sociologi che si occuperanno della ricostruzione del Paese. Alla guida di questo gruppo ci sarà Vittorio Colao, ex amministratore delegato di Vodafone, ma ha fatto anche il nome di Giovannini, Maggini, Mazzuccato e Sadun. «Il lavoro per la fase 2 è già partito, non possiamo aspettare che il virus sparisca dal nostro territorio. Servirà un programma articolato e organico su due pilastri: un gruppo di lavoro di esperti e il protocollo di sicurezza nei luoghi di lavoro». (agg. di Silvana Palazzo)
FASE 2? “TROPPO PRESTO PER CONTE”
Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ritiene che non ci siano le condizioni per avviare la fase 2. Lo rivela Carmelo Barbagallo, leader della Uil: «Ha confermato che, ad oggi, non ci sono ancora le condizioni per far ripartire le attività sospese. Prima di tutto la salute dei lavoratori». Secondo fonti sindacali, Conte annuncerà un nuovo Dpcm entro martedì. Non è stata indicata la durata del lockdown nella riunione con i sindacati, ma è presumibile che si vada a subito dopo il primo maggio. Sulla fase 2 si è espresso anche il professor Franco Locatelli durante la conferenza stampa della Protezione civile. «Ci sono tre capisaldi: aggregazione, esposizione e situazione ambientale. Gli assistenti di poltrona degli studi dentistici rappresentano una categoria professionale che è fortemente esposta. Chi lavora invece per la silvicoltura, cioè per la cura dei boschi, no. Sono cose di cui il comitato tecnico-scientifico tiene conto. Sentiamo il bisogno di dover fornire indicazioni utili al decisore politico per le scelte del caso».
Riguardo una eventuale differenziazione regionale, Locatelli ha espresso la sua preferenza per una omogeneità delle regole: «È ovvio che in una regione con alta incidenza il rischio di contagio è evidentemente più elevato, di converso è ipotizzabile che il numero dei soggetti che non ha avuto una produzione anticorpale sia decisamente più alto, quindi potrebbero essere più suscettibili. Le politiche che verranno scelte dal decisore dovranno forse avere più un carattere di ordine nazionale che regionale, semmai valorizzando quello che vi dicevo prima rispetto ai profili di rischio dei lavoratori». (agg. di Silvana Palazzo)
FASE 2? NO, PROROGA LOCKDOWN DI 14 GIORNI
Secondo fonti di Governo qualificate all’Ansa, il prossimo Dpcm del Premier Conte in arrivo entro Pasqua andrà a prorogare di altri 14 giorni le misure di lockdown, quarantena e contenimento sociale: «Si va verso un prolungamento di 14 giorni delle attuali misure restrittive e di isolamento previste dal dpcm in scadenza il 13 aprile, con una probabile ulteriore proroga delle misure di isolamento a casa almeno fino al 2 maggio». Non solo, sarebbe inoltre in corso la discussione dell’eventualità già da dopo Pasqua di aprire alcune aziende e piccole attività legate alla filiera ad ampio raggio agroalimentare e sanitaria, ovviamente previo il rispetto delle misure di distanziamento sociale.
Nel pomeriggio è atteso un incontro tra il Presidente del Consiglio con i leader dei sindacati Cgil, Cisl e Uil proprio per discutere delle nuove misure da inserire nel Dpcm sul fronte della ripresa delle attività produttive dopo il 13 aprile: per l’impostazione della fase 2 alla videoconferenza è prevista anche la partecipazione di Confindustria che nelle scorse ore ha chiesto a gran voce che alcune aziende possano riaprire subito per evitare il totale collasso produttivo ed economico. Da ultimo, il Ministro per agli Affari Regionali Francesco Boccia ha fatto sapere da Milano che il Governatore della Lombardia Attilio Fontana farà parte della cabina di regia per tutte le prossime scelte d’emergenza del Governo sul fronte “fase 2”: «scelta dalle stesse regioni, nella quale ci sarà Bonaccini e un terzo presidente che ci sarà comunicato a breve dalla conferenza delle Regioni». (agg. di Niccolò Magnani)
“RIAPERTURE SOLO GRADUALI”
A fine mese potrebbero essere allentate le misure restrittive, come specificato alla Bbc da parte del presidente del consiglio Conte. Ma guai a pensare ad un “liberi tutti” immediatamente, in quanto “solo gradualmente – ha precisato ulteriormente il Premier – verranno messe in campo le riaperture”. A fare pressione sul massimo esponente dell’esecutivo sono gli industriali, consci che ogni giorno di chiusura rappresenta una perdita immane in termini economici. Ma la riapertura non potrà avvenire da un giorno all’altro, e come specificato dallo stesso Conte, sarà graduale, e molto probabilmente avverrà prima nelle regioni meno colpite, quindi il centro e il sud Italia. Secondo quanto specificato dall’agenzia Ansa, il nuovo Dpcm dovrebbe arrivare nella giornata di sabato, prima del weekend pasquale, e con grande probabilità le attuali misure restrittive verranno prorogate di altre due settimane, salvo qualche apertura in più a livello di aziende, ma tenendo conto dei soliti parametri da rispettare. Bisognerà quindi restare in casa almeno fino a maggio, poi, si potrà iniziare a parlare seriamente di lento ritorno alla normalità. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CONTE E LA FASE 2: “SE GLI SCIENZIATI DARANNO L’OK FORSE DA FINE MESE”
Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte, ha rilasciato una bella intervista ai microfoni del network britannico della Bbc. Il premier italiano ha accennato al possibile allentamento delle misure restrittive in corso, spiegando che il tutto dovrà essere fatto “gradualmente”, ma “probabilmente”, ferma restando il parere positivo del comitato scientifico “entro la fine di questo mese”. Conte ci ha tenuto a sottolineare che l’Italia ha “sempre adottato misure efficaci e tempestive”, “Non troverete mai una mia dichiarazione che dimostri che abbiamo sottovalutato questa emergenza”, e tornando indietro “farei lo stesso”. Ovviamente il massimo esponente dell’esecutivo italiano è conscio che qualche errore è stato fatto, come è normale che sia: “La perfezione non è di questo mondo e non sono così arrogante da pensare che il governo italiano sia stato perfetto”, ma sarebbe stato impensabile un lockdown rigido come quello cinese, in quanto il sistema italiano è completamente diverso, “mi avrebbero probabilmente preso per pazzo”.
GIUSEPPE CONTE: “SOFFRO PER LE VITTIME IN ITALIA”
Conte ha poi parlato delle migliaia di vittime causate del coronavirus, a cominciare dal personale sanitario, arrivando fino agli anziani, spiegando come il dolore per le ferite subite dall’Italia è “sempre con me” ed è motivo di “profonda tristezza”, l’Italia “sta soffrendo”. Si parla ovviamente anche dell’aspetto Europa, e Conte invoca una domanda univoca e solidale fra i vari stati membri che compongono l’Unione Europea: “Abbiamo bisogno di una risposta economica e sociale a livello europeo”, servono risposte “monetarie e fiscali” per far fronte alla “prova più grande dalla Seconda Guerra Mondiale”. Ma il premier italiano non pensa che l’Europa possa fallire “non permetterò che si materializzi, voglio evitarlo”. Infine, sugli aiuti russi all’Italia, Conte chiude così: “Solamente il sospetto” che gli aiuti abbiano un secondo fine è “un’offesa per me e per il governo italiano”, ma “anche per Vladimir Putin”.