Incontro segreto tra Giuseppe Conte e Maurizio Landini. Doveva restare tale, ma a darne notizia è La Stampa, secondo cui è avvenuto a casa del leader del Movimento 5 Stelle, in pieno centro storico a Roma, vicino a Montecitorio. Forse per questo si è tenuto domenica mattina, quando c’è maggiore possibilità di passare inosservati. Ma il giornale ha visto il segretario della Cgil entrare nel portone che conduce allo studio privato dell’ex premier, uscendone dopo tre ore circa. Nel confronto sarebbero stati toccati temi diversi, i cui dettagli non sono stati svelati.



La Stampa cita i contratti e il salario minimo, insieme a operai, stabilimenti e Stellantis, aggiungendo che sul tavolo di Conte c’era una copia di ieri del loro giornale, con la sua intervista in prima pagina, nella quale rilancia la proposta di una grande iniziativa per una legge sul salario minimo. Un incontro segreto, ma non casuale, perché Conte e Landini hanno costruito un rapporto di intesa negli anni, da quando il primo era a Palazzo Chigi.



“CONTE E LANDINI SI SENTONO E CERCANO SPESSO”

Le strade di Giuseppe Conte e Maurizio Landini si sono incrociate spesso dopo la nascita del governo Meloni, del resto l’agenda è comune: dal no alle armi all’Ucraina a tutti i costi al pacifismo, passando per la condanna alla decisione dell’Italia di astenersi sulla guerra a Gaza all’Assemblea generale dell’Onu, fino alla difesa del reddito di cittadinanza. Temi a cui si aggiungono il salario minimo e lo scontro tra il governo e Stellantis. Secondo La Stampa, il leader M5s e il segretario generale della Cgil «si sentono e si cercano più spesso di quello che si viene a sapere», precisando che Landini «è sempre molto attento a non mostrare un legame privilegiato a danno del Pd».



L’idea è di evitare un «derby progressista», ma anzi di «mantenere interlocutori in tutti i partiti». Dal punto di vista Conte, c’è molto da guadagnare dal fatto che nell’immaginario della sinistra entri l’idea di una “relazione speciale“. In vista delle elezioni europee, ogni voto è essenziale, motivo per il quale suona l’allarme dalle parti del Pd, in particolare da Elly Schlein. Nel frattempo, la premier Giorgia Meloni osserva con interesse, ma anche preoccupazione.