In attesa di una decisione ufficiale da prendere in Commissione Affari Costituzionali, non è piaciuta a diversi gruppi parlamentari in maniera bipartisan l’emendamento della relatrice al Decreto Elezioni, la grillina Bilotti, confermata dallo stesso Premier Conte: «Le elezioni sono una cosa seria e non si può giocare con le date. Presentazioni delle liste e campagna elettorale si dovrebbero svolgere nel mese di agosto. Che non sarà un mese normale, perché il turismo opererà in condizioni di grande disagio. Aggiungere un turno elettorale sarebbe un’autentica follia. Bisogna garantire diritti democratici pieni. Una vera campagna elettorale. Un libero confronto con i cittadini. Cosa che le date indicate non consentirebbero in alcun modo», attacca il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia. L’auspicio, conclude l’azzurro, è che il Governo «si muova con cautela e non faccia imposizioni». Dal centrodestra alla sinistra, la proposta dell’election day il 13-14 settembre per Elezioni Regionali, Comunali e Referendum proprio non piace: «è improponibile per ragioni tecniche e di partecipazione democratica. Siamo ovviamente favorevoli ad un election day ma in una data che consenta un confronto elettorale vero, una raccolta delle delle candidature e delle liste in tempi ragionevoli e non a ferragosto», spiega Paolo Cento di LeU, dunque membro del Governo.
Contrari anche in +Europa e Verdi con la nota di Della Vedova e Borrelli che si scatena contro il Governo «Si tratta di una grave forzatura e chi l’ha proposta non si è fatto carico di considerare meccanismi di partecipazione al voto per le Liste elettorali che non comporti la raccolta di firme per nessuna delle liste». Secondo il Governatore della Liguria Toti – una delle regioni in scadenza della giunta – la proposta migliore rimane quella del 26 luglio «sarebbe una data sicura e tale da consentire una ordinata ed esaustiva campagna elettorale, ma se si vorranno scegliere i primi 10 giorni di settembre, già data limite per l’espressione di un diritto così importante, lo si faccia e la si finisca di tirare per la giacca, a seconda delle varie convenienze, un diritto che non è nelle disponibilità di nessuno, se non degli italiani».
CONTE: “ELEZIONI REGIONALI A SETTEMBRE”
Dopo i vari rinvii per l’emergenza coronavirus, il mese di settembre potrebbe seriamente diventare l’appuntamento elettore unico per recuperare Elezioni Amministrative, Regionali e pure il Referendum Costituzionale (sul taglio dei parlamentari, ndr): lo ha fatto intendere il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte rispondendo ai cronisti al termine della lunga giornata di informativa alla Camera e al Senato, ma dovrebbe essere anche il tema del prossimo Cdm tra stasera e domani. «Si sta lavorando a questa possibilità, non è il governo che decide, è una scelta condivisa», ha confermato il Capo del Governo a domanda specifica sulle Regionali a settembre.
Alle urne ricordiamo dovranno andare i cittadini di Toscana, Veneto, Marche, Puglia e Campania, oltre ai diversi Comuni sparsi lungo la Penisola, ma anche le Suppletive delle Politiche e infine l’atteso Referendum costituzionale rinviato dal 29 marzo a data da destinarsi per l’ovvia emergenza Covid-19. Restano ancora tantissimi dubbi sia sulle date – che costringerebbero ad una campagna elettorale in piena estate, già condizionata dalla crisi del turismo e dell’economia del Paese – ma anche sull’eventualità di un’election day previsto su così tanti appuntamento elettorali diversi tra contenuti e partecipazione nazionale.
LE IPOTESI SULLE DATE E L’ELECTION DAY
La decisione ultima dovrebbe arrivare entro martedì prossimo quando tornerà a riunirsi la Commissione Affari Costituzionali (fonte Corriere della Sera), ma nel frattempo opposizione e Governo litigano ancora sulla ipotesi finora circolate. La più preminente – riportata da Public Policy e sostenuta dalla relatrice M5s Anna Bilotti – vede un election day con elezioni Regionali, Amministrative e Referendum costituzionale tra il 13 e 14 settembre con eventuali ballottaggi il 27 e 28 settembre: un’altra ipotesi, meno probabile, vede nel 6 settembre la data idonea per la maxi tornata elettorale. Le Regioni al momento contestano la scelta (avrebbero voluto andare subito a luglio al voto, per evitare eventuali ripercussioni-seconde ondate del coronavirus in autunno che rischierebbero di far saltare ancora le elezioni) ma il parere del Governo sembra ormai orientato a indicare in settembre la finestra giusta per tute le scadenze elettorali.
L’election day, per via delle misure di sicurezza Covid-19 che vogliono comunque evitare grandi assembramenti alle urne – tenderebbe ad essere suddiviso in un voto fino alle 23 della domenica e in aggiunta anche il lunedì subito dopo fino alle 15. «Al fine di assicurare il necessario distanziamento sociale, le operazioni di voto per le consultazioni elettorali e referendarie dell’anno 2020 nella giornata di domenica dalle ore 7 alle ore 23 e nella giornata di lunedì dalle ore 7 alle ore 15», riporta il testo dell’emendamento Bilotti presentato in Commissione Affari Costituzionali. «La campagne elettorale fatta in agosto o la presentazione delle firme attorno a Ferragosto lascia molto perplessi. Rischia di limitare pesantemente lo svolgimento di una campagna elettorale dignitosa e di limitare la partecipazione al dibattito elettorale e al voto stesso», riportano diversi deputati di maggioranza e opposizione all’Adnkronos.