«Il voto del 9 dicembre non mi preoccupa, faremo la riforma del Mes con Berlino e Parigi»

: così il premier Giuseppe Conte nella lunga rilasciata oggi ai microfoni di Repubblica. Il giurista si è detto certo della tenuta del suo Governo nonostante le tensioni sul fondo salva-Stati, considerando che il suo Movimento 5 Stelle «sta completando la svolta pro-Ue». Il presidente del Consiglio, a proposito dell’appuntamento di lunedì, ha evidenziato che verranno approfonditi una sessantina di progetti che hanno superato il vaglio preliminare e che sono ormai in dirittura finale: «Esprimeranno una chiara visione del Paese. Raccogliamo anche le raccomandazioni della Commissione europea che condividiamo pienamente: individuano carenze strutturali del Paese, che dobbiamo assolutamente superare per marciare nella fascia di testa dell’Unione Europea».



Ma non solo: lunedì verrà approvata la struttura di governance con coordinamento presso la Presidenza del Consiglio ed è previsto inoltre – «come ci chiede la Ue» – un comitato ristretto deputato a vigilare con costanza tutta la fase attuativa. «Ne faremo parte io, il ministro dell’Economia e il ministro dello Sviluppo Economico, con la responsabilità di riferire periodicamente al Ciae e al Parlamento. La supervisione tecnica dell’attuazione sarà affidata a una struttura composta da sei manager», la precisazione del premier.



GIUSEPPE CONTE: “MES NON GODE DI GRANDE APPEAL, MA…”

Dopo aver presentato i progetti sopra citati – che vanno dall’efficientamento energetico alla messa insicurezza degli edifici pubblici – Giuseppe Conte ha difeso il suo approccio al Recovery Fund, invitando i critici a leggere il Piano: «Mi sembra più che corretto». Tornando sul Mes, il giurista ha precisato di averlo ereditato dai precedenti esecutivi ed ha sottolineato di aver evitato l’inserimento di meccanismi automatici di ristrutturazione del debito, pretendendo inoltre l’introduzione di misure di sostegno al sistema bancario e di migliore articolazione delle azioni collettive: «Se la riforma del Mes può facilitare il futuro ricorso al Mes? È un fatto, non una mia considerazione personale, che il Mes non goda di grande appeal. Sta per iniziare la Conferenza sul futuro dell’Ue e proporrò in quella sede di riconsiderare in modo più radicale la sua struttura e la sua funzione. L’Italia potrà essere protagonista di una proposta innovatrice che porti a superare la sua natura di mero accordo intergovernativo, in modo da integrarlo più compiutamente nell’intera architettura europea, con estensione a tutti gli Stati Membri, revisione delle sue funzioni, e raccordo più efficace con le Istituzioni europee, che offrono maggiore garanzia di trasparenza e democraticità». Passando a Forza Italia, il premier ha sottolineato di non voler costruire le fortune del suo esecutivo sui comportamenti di una forza di opposizione ma continuerà «a mantenere aperto un tavolo di confronto con le forze politiche che vorranno dare un contributo». Infine, sull’ipotesi rimpasto di Governo ha tagliato corto, invitando le forze di maggioranza al confronto: «Se, nell’ambito di un serio e costruttivo confronto politico, una forza dovesse ravvisare l’opportunità di migliorare la sua squadra, questo sarebbe un altro discorso. Ma deve nascere dalle forze politiche, in maniera trasparente».