L’ULTIMATUM DI CONTE AL PREMIER DRAGHI

«O Draghi ci risponde sui nostri 9 punti o noi usciamo dal Governo»: questa volta pare sì un ultimatum e non i tanti “penultimatum” con i quali non più di un anno fa Beppe Grillo contestava la figura politica di Giuseppe Conte. Sono passati 15 mesi e nel pieno della crisi di Governo, il Presidente M5s torna a riferirsi direttamente al Premier dimissionario Mario Draghi in vista della giornata cruciale di mercoledì 20 luglio, quando appunto tornerà in Parlamento per verificare se esista ancora una maggioranza di Governo. Lo fa Conte dalla Assemblea del partito, con una diretta video che ha ricordato a molti le “sinistre” comunicazioni stampa in notturna dei mesi terribili della prima ondata Covid: «Non potremo condividere alcuna responsabilità di governo se non ci sarà chiarezza sui punti nel documento consegnato e se non ci sarà indicazione concreta sulla prospettiva di risoluzione di quelle questioni», è la chiave dell’intervento in video del leader M5s a tre giorni dal voto in Parlamento.



Secondo il Presidente 5Stelle, il suo successore a Palazzo Chigi dovrebbe ora «assumersi le sue responsabilità»: la dialettica usata da Conte non fa che confermare quella «rottura del patto di fiducia» all’interno della maggioranza, denunciato da Draghi nel suo discorso di dimissioni fatto in Consiglio dei Ministri. Spiega ancora Conte in video: «Come noi ci assumiamo la responsabilità dei nostri comportamenti, anche Draghi si assume la responsabilità della sua decisione. Le dimissioni del presidente intervengono in un momento in cui l’ultimo voto di fiducia espresso certifica che esiste una maggioranza che gode di ampi margini numerici». Per Giuseppe Conte, quanto avvenuto al Senato giovedì scorso non era un No alla fiducia del Governo, anzi «abbiamo partecipato al voto abbiamo cercato di circoscrivere al minimo il significato politico. Non era una votazione contraria e quindi neppure un’astensione. Ritenevamo giusto alla luce della forzatura che è stata operata nei nostri confronti e principi che non fosse attribuita a questa non partecipazione al voto il significato di un voto contrario alla fiducia. Quella nostra mancata partecipazione è stata intesa come elemento di rottura del patto di fiducia. Ne prendiamo atto».



ASSEMBLEA M5S SPACCATO SU CONTE E LA FIDUCIA AL GOVERNO

Se lato Pd, ma anche alcuni “pontieri” di Lega e Forza Italia, si cerca di trovare una quadra per un Governo Draghi-bis da mercoledì fino a fine Legislatura, le parole del leader M5s Giuseppe Conte sembrano gettare ancora più benzina sul fuoco dell’esecutivo: «gli atteggiamenti di chiusura», si riferisce agli ultimi mesi del Governo Draghi, «hanno rasentato l’umiliazione politica». Insomma, chiarendo ancora una volta la sua “linea” al partito, Conte ha concluso l’intervento in video streaming ributtando la palla a Palazzo Chigi «Spetterà a Draghi valutare se ci sono le condizioni per garantire al Movimento 5 stelle di poter svolgere la sua azione politica in un contesto di una maggioranza poco coesa, consentendo a M5s di poter godere di rispetto e della medesima correttezza accordata da M5s alle altre forze politiche». L’Assemblea congiunta dei Parlamentari 5Stelle si è aggiornata ieri sera e continuerà oggi in giornata: sul tavolo, per l’appunto, la linea dettata ieri da Giuseppe Conte ma anche la possibile votazione online degli iscritti M5s per valutare l’eventuale fiducia o meno al Governo Draghi. È in ballo poi anche il futuro stesso del Movimento, dilaniato da continue scissioni e con una base parlamentare sempre più spaccata davanti al voto di mercoledì prossimo.



«Chi guida il partito ha fatto una scelta incosciente non votando il dl Aiuti. Perché il Movimento così diventa una forza politica che non fa interesse degli italiani ma cerca consenso», è stato l’intervento anti-Conte del deputato grillino Niccolò Invidia, intervenuto all’Assemblea congiunta ieri sera. Con lui anche Soave Alemanno, deputata e delegata d’Aula del M5s: «Questa crisi che noi abbiamo generato con questa scelta scellerata al Senato, in un momento così delicato, sia lo specchio di una gestione irresponsabile. […] Perché finché siamo stati maggioranza, non siamo riusciti a essere incisivi? E oggi noi, come mi dite, dovremmo raccontare agli italiani che andando all’opposizione saremo in grado di difendere le nostre leggi? Lo trovo utopistico». Critiche anche dal senatore Di Piazza e da almeno altri 10 parlamentari in quella frattura evidente che è parsa l’Assemblea M5s: secondo l’Agi, si starebbe allargando la spaccatura tra chi vuole rompere la linea Conte e votare la fiducia a Draghi, e chi no. «La linea finora tenuta non risulta – ha sottolineato qualche voce interna al M5s all’Agi – deliberata e ratificata dagli attivisti e dal garante». In un’intervista a “La Stampa” e al “Messaggero”, l’ex M5s Di Maio getta la responsabilità della crisi di Governo in pieno contro Giuseppe Conte: «Se le cose restano come sono oggi Mario Draghi mercoledì rassegnerà le sue dimissioni davanti al Parlamento. E tra giovedì e venerdì, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella scioglierà le Camere. […] Conte sta compiendo una vendetta politica».