«Presidente, perché non ti tagli tu lo stipendio?»: non era cominciato proprio benissimo il rapporto tra Layla Pavone, attuale candidata M5s a sindaco di Milano, e Giuseppe Conte, oggi leader 5Stelle ma nell’ottobre 2020 (all’epoca cioè del commento lasciato dalla esponente grillina sotto un post di Conte sulla pandemia) Presidente del Consiglio protagonista della gestione Covid durante le prime tre ondate. Il rapporto tra l’ex componente del cda di Seif, la società editoriale del Fatto Quotidiano, e lo stesso Conte sembrava però ricomposto e migliorato con la candidatura di Pavone contro Sala e Bernardo, ma una gaffe incredibile rischia di minarlo nuovamente.
In un video che circola su Twitter si vede il nuovo Presidente M5s intervenire ad un gazebo elettorale la sera dell’8 settembre a Milano con la propria candidata Layla Pavone: ecco la dichiarazione completa, con inevitabile gaffe virale subito provocata, «Sono emozionato qui a Milano, sono molto contento di incontrare Layla Romano. Mi fa piacere davvero che il Movimento 5 Stelle dia un grande segnale di rinnovamento. La nostra candidata è la dimostrazione che noi guardiamo alle punte più avanzate dell’innovazione digitale». Ecco, peccato che la candidata si chiami sì Layla, ma Pavone e non Romano.
CONTE, LA GAFFE A (PRESUNTE) TINTE “HOT”
L’ex cd del “Fatto” ha fatto notare con sobrietà e compostezza la gaffe che tra l’altro per un politico che incontra centinaia di persone ogni giorno, può assolutamente capitare. Certo, non proprio il massimo che il leader di un partito sbagli il nome della propria candidata sindaco nell’importante Milano, ma ripetiamo un infortunio del genere può davvero capitare a tutti. Quello che stupisce e dà un tono quasi “hot” alla strana vicenda è quanto scoperto poco dopo dal “Riformista”: facendo qualche ricerca web, il quotidiano diretto da Piero Sansonetti scopre che Layla Romano in realtà è il nome di una escort, o di una donna che quantomeno vuole far apparire come tale la propria mansione. Sul suo profilo si leggono frasi come «Fuck me» o ancora peggio, «Treat me like a princess, fuck me like a whore» (che non tracciamo per limiti di decenza, ma ci siamo capiti): ora, la gaffe per un cognome scambiato può succedere, la strana coincidenza che tale cognome richiami ad una presunta escort rende invece ancora più dissacrante il tutto.