«Possiamo ripetere ai telespettatori delle litanie, ma non esce sconfitto il M5S, escono sconfitti i giornaloni che sostenevano che fosse meglio avere Draghi al Quirinale»: così Giuseppe Conte nella lunga intervista tv a “Otto e Mezzo”, l’ultima di un esponente M5s prima dell’editto “calato dall’alto” di Beppe Grillo che nella mattinata di martedì, anche in “risposta” alla posizione presa dal Presidente M5s dopo il caos della sentenza del Tribunale di Napoli.



Attacca i media prima per aver descritto le liti interne al Movimento 5Stelle tra lui e Di Maio (tutt’altro che false però, ndr) e poi anche per aver “tifato” in qualche modo per l’arrivo di Mario Draghi al Quirinale. A poco più di una settimana dall’elezione di Mattarella e dopo il fallimento della trattativa Conte-Letta-Salvini sul nome di Elisabetta Belloni al Colle, il leader “decaduto” del M5s attacca i “grandi giornali” davanti ai giornalisti ospiti in studio: nell’ordine, Massimo Giannini (direttore de “La Stampa”), Monica Guerzoni (“Corriere della Sera”), Andrea Scanzi (“Il Fatto Quotidiano”). «Rapporti con Draghi imbarazzanti», sosteneva poco prima il direttore del giornale di Torino, con anche la “sentenza” sulla mancanza di presenza politica del Movimento 5Stelle, «non avete toccato palla». Qui Conte sbotta e replica, «Forse Giannini è stato fuorviato dai giornali nei giorni delle Quirinarie scrivevano che Di Maio controllava i parlamentari e io no, non era così, sono teste pensanti che decidono».



CONTE-GIORNALONI, LA DURA REPLICA DI GIANNINI

Giuseppe Conte, mentre è stato “sospeso” nella sua carica di Presidente del M5s dalla sentenza del Tribunale di Napoli, contesta la ricostruzione secondo cui il vero peso e controllo sui parlamentari ce l’abbia Luigi Di Maio: «Ho lavorato con loro, con i capigruppo, in cabina di regia – dove c’era anche Di Maio – e abbiamo portato 230 parlamentari a votare uniformemente ma nessun giornale ce lo ha riconosciuto e ho dimostrato che i 230 del nostro gruppo hanno votato compatti. Il Mattarella bis è da intestare a noi». Poi l’attacco ai “giornaloni” scatenando la furia dei cronisti: Guerzoni esplode in un sintomatico, «Nooo, questo no!» Mentre Giannini contesta proprio il metodo usato da Conte, «Questo no! Non dica “giornaloni”, lei è stato Presidente del Consiglio, porti rispetto per la libera stampa». L’ex Premier però insiste ottenendo solo un “mini” richiamo della conduttrice Lilli Gruber («serve maggior grammatica politica, togliamo dal tavolo la parola ‘giornaloni’»): «Beh c’era una linea abbastanza condivisa dai giornaloni a un certo punto hanno sostenuto che fosse meglio Draghi al Quirinale, il M5S invece compattamente ha ritenuto non fosse soluzione nell’interesse nazionale», conclude Giuseppe Conte nell’intervista a “Otto e Mezzo”.