Il Governo Draghi lo «disorienta», non ne condivide alcune scelte ma non per questo (per ora) vi toglierà l’appoggio: nella prima intervista al Corriere della Sera dopo l’uscita di scena da Palazzo Chigi, Giuseppe Conte racconta a Monica Guerzoni tutti gli ultimi aggiornamenti sulle tensioni interne al M5s, ma anche i confronti inevitabili tra il suo Governo e l’attuale, oltre che un “appello” ai suoi elettori per i prossimi mesi. «Alcune decisioni del governo ci hanno disorientato ma continueremo a sostenerlo», ammette l’ex Premier in riferimento al suo successo Mario Draghi, «penso al sostegno alle imprese, ad alcuni indirizzi in materia di tutela dell’occupazione e di transizione ecologica».



Non è piaciuto a Conte neanche il “condono fiscale” e “l’emarginazione dell’Anac”, riflette l’avvocato del popolo, «È normale che il disagio dei cittadini si ripercuota anche sulla forza che conserva la maggioranza relativa in Parlamento. Ma noi che abbiamo lavorato per la tenuta del Paese durante le fasi più acute della pandemia vogliamo essere protagonisti anche della ripartenza. Lo saremo in modo leale e costruttivo senza rinunciare ai nostri valori e alle nostre battaglie».



CONTE E IL FUTURO DEL M5S

Inevitabile il passaggio sulle attuali vicende politiche e non del Movimento 5Stelle: dopo aver ottenuto gli elenchi degli iscritti, lo scontro con Davide Casaleggio e Rousseau è alla massima potenza e ulteriori scissioni potrebbero consumarsi nelle prossime settimane: «le strade si sono divise, ma io e tutto il Movimento abbiamo grande rispetto per Casaleggio, padre e figlio. L’appoggio a Draghi è stato una scelta difficile e io ho rispetto per chi si è allontanato. Ma non potevamo volgere le spalle alla sofferenza degli italiani, quella scelta andava compiuta». Nega invece il possibile dualismo interno con Luigi Di Maio, anzi annuncia che lo stesso Ministro degli Esteri darà «il suo contributo fondamentale anche al nuovo Movimento». A livello invece personale, la sfida dal prossimo giugno saranno le votazioni online per il prossimo leader politico del Movimento: qui Conte si candida e lo conferma una volta di più, «sarò eletto democraticamente e chiamato a operare la sintesi in modo da orientare la rotta e tenere la barra dritta. Non avremo un uomo solo al comando, ma nuove figure e ruoli con numerosi organi. Ho assunto con grande entusiasmo l’impegno a elaborare il nuovo progetto e portare il nuovo statuto, che sarà votato prima delle cariche elettive». Se sul secondo mandato non è chiaro cosa avverrà nel nuovo statuto che verrà redatto dai probiviri M5s, è invece confermato al 100% la presenza di Beppe Grillo come garante anche del nuovo Movimento «presenza insostituibile», spiega ancora Conte al Corriere della Sera.



Chiosa finale su due elementi politici strettamente legati alla figura di Giuseppe Conte: in primis, la valutazione sull’operato di Domenico Arcuri in relazione al successo nella campagna vaccinale del suo successore Figliuolo, «Sono situazioni incomparabili. Arcuri ha fatto un lavoro straordinario nonostante critiche ingenerose e spesso strumentali, ha permesso all’Italia di partire con il piede giusto nella fase in cui dovevamo fare i conti con la mancanza dei vaccini e comunque anche allora eravamo tra i primi in Europa. La situazione oggi è molto diversa, Figliuolo e le Regioni stanno efficacemente completando la campagna vaccinale». Infine, la smentita ufficiale sulla possibilità di essere candidato per il M5s nel seggio di Roma alle prossime Elezioni Suppletive alla Camera: «mai pensato di correre per il seggio. Alleanza col Pd? Non do affatto un giudizio negativo del dialogo che stiamo coltivando col Pd e le altre forze di sinistra. La direzione di marcia è chiara e la nostra identità sarà così forte che ci consentirà di dialogare anche con l’elettorato moderato».