LA “TELENOVELA” M5S NON FINISCE: CONTE RISPONDE A GRILLO (E NON RICUCE”, “PRONTO AD ANDARMENE SE…”

Grillo attacca, Conte replica; Beppe provoca, Giuseppi non porge l’altra guancia: da settimane il M5s da un lato prepara la particolare e ancora “controversa” Assemblea Costituente di fine ottobre, dall’altro prepara lo scenario per un autunno incandescente con la possibile scissione all’orizzonte. Il tema lo abbiamo riproposto più volte in questi ultimi giorni e potremmo riassumerlo così: Beppe Grillo è pronto a usare i propri poteri da Garante del M5s per evitare che vengano cambiati in Costituente i 3 “paletti” rimasti dalle origini del Movimento, ovvero nome, simbolo e vincolo doppio mandato. Il Presidente del M5s Conte invece punta dritto a far scegliere agli iscritti come e in che modo rivoluzionare il partito rimasto sconfitto tanto dalle Politiche 2022 anche dalle Elezioni Europee 2024, eliminando anche la figura del Garante.



La guerra intestina è tanto semplice quanto burrascosa e dopo l’ultimo post sul Blog di Beppe Grillo dove si fa esplicito riferimento ad una possibile battaglia legale sui valori cardine del M5s, ecco la risposta attesa (un po’ a effetto ritardato, va ammesso) del leader ed ex Presidente del Consiglio: intervenuto alla festa del “Fatto Quotidiano”, Conte non le manda a dire e non sembra affatto voler ricucire al di là di un «rispetto Grillo» e un «non immagino il M5s senza di lui». Innanzitutto, il Presidente pentastellato intende allontanare almeno mediatamente il tema “guerra Grillo-Conte” con un più sofisticato, «questione Grillo-comunità». L’ex Premier minaccia l’uscita di scena qualora rimanesse Beppe Grillo con i poteri attuali (e quelli “minacciati” contro la Costituente negli ultimi interventi): «non accetterò mai di vivere in una comunità in cui c’è un soggetto sopraelevato rispetto alla comunità stessa». Addirittura Conte avanza il principio secondo cui con un soggetto che rimanga “sopra” gli iscritti (come del resto avvenuto finora?, ndr) lo porterebbe ad andarsene dal M5s, «così io non potrei esserci».



DAL CAOS GRILLO AL CAMPO LARGO: IL VETO SU RENZI E IL DIALOGO CON SCHLEIN, COSA HA DETTO CONTE

Conte spiega sempre alla festa del “Fatto” che il rapporto con Grillo non è mai stato perfetto né idilliaco, nonostante il rispetto reciproco: sono due visioni opposte di cosa è stato e cosa dovrebbe ora essere il M5s, «purtroppo non ci siamo più sentiti, non mi ha più chiamato» dopo i post al vetriolo del Garante e fondatore a 5Stelle. In maniera ancora più netta di quanto già non emerso con queste dichiarazioni, Giuseppe Conte aggiunge come la ricetta del M5s di 20 anni fa con Grillo e Casaleggio non può più essere attuale: «Se fosse possibile applicare la stessa ricetta evidentemente non ci sarei stato neppure io. C’è una ricetta che non funziona più».



Rilanciare l’Assemblea Costituente e non retrocedere dalla possibilità di condurre in porto un’alleanza politica ad ampio raggio nel campo del Centrosinistra progressista: questi gli obiettivi non nascosti da Conte, che non teme di poter eliminare le regole su nome, simbolo e mandato qualora gli iscrittti votassero in tal senso (contro quello invece che sostiene Grillo). «Il doppio mandato? Quando io non c’ero è stato introdotto il mandato zero. Simbolo e regola del doppio mandato sono già cambiati», afferma il leader pentastellato (non si può più dire “grillino” ormai…) aggiungendo la postilla per cui d’ora in poi «Nessuno può dire di questo si può discutere e di questo no». Anche davanti alla battaglia legale che potrebbe sorgere nell’immediato futuro tra Grillo e la sua stessa “creatura”, Conte non si dice preoccupato dato che il Garante «deve rispettare un impegno contrattuale» e non può continuare a contestare e basta.

L’alleanza con il Centrosinistra nel campo largo, chiosa Conte, deve avere un limite e un soltanto: «È il popolo italiano che non si fida più di Renzi. Noi mai potremo lavorare con Renzi e costruire un progetto con lui». Il Presidente M5s dice di volerne parlare con Schlein, la quale resta per ora tra i due fuochi verso un “campo largo” che manco è nato ed è già polveriera a livello nazionale (mentre in Sardegna e altri territori una quadra è stata trovata finora). Il progetto alternativo al Centrosinistra può avvenire ma solo con Pd e AVS, conclude il leader pentastellato, farlo con un «Renzi contaminatore» non è un’opzione possibile per Conte. Dopo che ancora questo weekend il leader di Italia Viva Matteo Renzi aveva lanciato un appello a Conte per superare i dissidi e gli scontri passati, ecco che l’intervento del n.1 M5s alla festa del “Fatto” ha come fatto crollare l’ultima resistenza renziana: «Non prendo lezioni di etica da chi diffonde fake news». Renzi su X dice di voler puntare ancora sulla leader dem sottolineando che Schlein ha chiesto di costruire una coalizione larga e senza veti: «noi siamo pronti a farlo», il M5s – traduciamo dal renzese – no.