Dalla gestione della Cina ad inizio epidemia alle colpe del governo guidato da Giuseppe Conte, l’inchiesta di Fabrizio Gatti sul Covid-19 non fa sconti a nessuno. «In questo libro (“L’infinito errore”, ndr) chiedo ai lettori, per capire quello che accade oggi, di ripercorrere con me il viaggio del coronavirus dalle grotte cinesi ai laboratori nei quali i virus sono stati studiati e isolati, fino alle nostre case», ha spiegato il giornalista de L’Espresso a Omnibus…



Come dicevamo, Fabrizio Gatti ha acceso i riflettori sulla gestione targata Giuseppe Conte: «Rivedendo tutte le varie scelte irresponsabili, prima commesse dal Partito Comunista cinese e poi dai governi più allineati con la nuova geopolitica internazionali, tra questi c’è anche il governo di Giuseppe Conte, che per non danneggiare i rapporti economici e politici con al Cina, ha ignorato una serie di obblighi, consentendo al coronavirus di colpirci per primi al mondo al di fuori dalla Cina».



FABRIZIO GATTI, L’INCHIESTA SULLA PANDEMIA COVID-19

«Il libro dimostra che quello che accaduto non è stata una fatalità. Si parte dalla gestione drammatica dei laboratori cinesi e dai comitati di controllo internazionali falsi dichiarati dall’istituto di virologia di Wuhan, secondo i quali tutto era controllato dalla comunità scientifica internazionale», ha aggiunto Fabrizio Gatti nel corso del suo intervento a Omnibus: «Io non parlo di un virus creato artificialmente, la sequenza genetica dimostra il contrario, ma metto in luce la sottovalutazione del rischio biologico dei tanti ricercatori che sono mandati nelle grotte a catturare coronavirus. Quando scoppia l’epidemia e la dittatura cinese cerca di impedire la diffusione dell’informazione, il 13 gennaio l’Italia firma un accordo con la Cina per il raddoppio dei voli turistici, che permetteranno a migliaia di lavoratori e turisti di tornare in Italia senza nessuna precauzione». Il giornalista, che ha anche indagato sul ruolo di Massimo D’Alema nella compravendita dei ventilatori, ha poi messo nel mirino il ministero della Salute guidato da Roberto Speranza: «Il 21 gennaio Borrelli aveva già dato l’allarme a Conte sul massiccio afflusso di turisti e sulle analogie drammatiche tra Covid e Sars, un bagaglio di conoscenza completamente ignorato dal ministero della Sanità».

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