«Dibattito con diverse posizioni, ma la pandemia ha costretto a misure di estrema urgenza con principi di massima precauzione e proporzionalità», così ha cominciato la nuova informativa in diretta dalla Camera il Premier Giuseppe Conte. Il testo è quello base usato in Senato, con alcune sfumature di passaggi specie su mascherine e lotta al coronavirus nelle case di cura: «Sempre avuto la premura per preservare il delicato equilibrio tra Costituzione ed emergenza sanitaria: la strategia del Governo in 5 punti ha stabilito la via verso la ripresa dall’emergenza coronavirus». Mentre qui sotto trovate i passaggi nello specifico, c’è un particolare riferimento dove Conte non esprime direttamente ma fa capire bene il suo rivolgersi alle troppe morti in Rsa e case di cura della Lombardia.



«Il 17 aprile Arcuri ha indetto una gara di procedura per la fornitura di kit per 150mila tamponi sierologici “campione” nella popolazione italiana con possibile estensione di altri 150mila test. 29 aprile sarà sottoscritto il contratto con procedura trasparente»; la fase 2 è alle porte ma serve un programma dettagliato che comporti una revisione dei modelli organizzativi di lavoro, del trasporto pubblico e di tutti i distanziamenti sociali («ci saranno alcune modifiche, non sfugge la difficoltà che i cittadini hanno dovuto sopportare in questi mesi»). Infine, Conte ribadisce il lavoro sul reperimento del materiale: «distribuzione mascherine e Dpi, ogni giorno il commissario Arcuri provvede a rifornimenti e mappature: 117milioni di mascherine sono state reperite fino al 19 aprile scorso».



PREMIER CONTE: I 5 PUNTI DELLA FASE 2

In attesa di assistere alla seconda informativa di giornata del Premier Conte – questa volta in diretta video streaming dalla Camera dei Deputati, sempre senza voto finale – quanto va trattenuto per sommi capi dal primo discorso del Presidente del Consiglio riguarda i 5 punti sulla fase 2 e il “no” al veto sul Mes nel prossimo Consiglio Ue. Sulla riapertura graduale dell’Italia dopo la quarantena, il leader del Governo giallorosso ha espresso così i 5 capisaldi che reggeranno il nuovo Dpcm nei prossimi giorni sula fase 2: mantenere e rispettare il distanziamento sociale, promuovendo l’utilizzo di mascherine e Dpi fino al vaccino; rafforzare le reti sanitarie sul territorio, come arma più efficace per la lotta al virus, con particolare attenzione alle case di cura; intensificare la presenza di Covid-hospital per la gestione dei pazienti infetti e ridurre i rischi di contagio nelle strutture sanitarie; Uso corretto dei test, sia tamponi che test sierologici; Rafforzamento della strategia di mappatura dei contatti sospetti con l’utilizzo delle nuove tecnologie.



Annunciati 50 miliardi, minimo, per il prossimo Decreto Aprile (che però verrà con ogni probabilità presentato ad inizio maggio) mentre sul fronte Consiglio Ue, Conte ha ribadito nell’informativa che l’Italia valuterà le varie richieste e non porrà veti sul “no Mes” per rispetto delle posizioni simili alla nostra della Spagna e della Francia. Nello specifico, creando non pochi malumori tra le file del Senato, ha spiegato «appoggiamo la proposta francese avendo chiesto di integrarla in modo da rispondere piu’ puntualmente ai requisiti che riteniamo imprescindibili. Da ultimo è stata presentata una proposta spagnola che pure, ma con qualche suggerimento di variazione, potremmo appoggiare per la sua conformità alle nostre finalità».

“MES, NO VETI DALL’ITALIA”

Durante l’informativa al Senato il premier Giuseppe Conte ha annunciato un ulteriore impegno del governo per sostenere l’economia del Paese. «Ci sarà un ulteriore ricorso al disavanzo non inferiore a 50 miliardi di euro che si aggiungeranno ai 25 già stanziati. Intervento complessivo non inferiore a 75 miliardi di euro». In aula è poi scoppiato il caos quando si è rivolto all’opposizione. «Sarà assicurata la massima attenzione alle istanze dei parlamentari. Ringrazio la maggioranza, i presidenti dei gruppi, ma ogni singolo parlamentare per l’apporto costruttivo, anche critico. Confermo la disponibilità al dialogo con le forze di opposizione». Poi ha parlato dell’Unione europea. «Le politiche non possono essere solo nazionali. È necessario mettere in campo una risposta coordinata. L’ho ribadito al G7, al G20 e al Consiglio europeo. L’Ue non può sbagliare come nel 2008. Allora non si riuscì ad affrontare in modo coordinato uno choc comune, ma furono ampliate le divergenze tra i Paesi, portando alla crisi dei debiti sovrani. Questo è un rischio che non possiamo permetterci di correre».

E quindi Conte ha parlato anche del Mes: «Si è alimentato nelle ultime settimane un dibattito che rischia di dividere l’Italia in tifoserie. L’Europa non deve trovarsi nella condizione di chiedere scusa, come accaduto con la Grecia. Da qui la mia posizione di assoluta cautela. Non si può pensare che la risposta debba essere modesta sul piano finanziario e su un accordo intergovernativo. Per come è stato concepito in passato, questo strumento ha consentito di dosare l’imposizione di misure fiscali sempre più stringenti, tutte cose che io ritengo inaccettabili».

«L’Italia ha lanciato una sfida ambiziosa all’Europa», ha proseguito il presidente del Consiglio, ribadendo che comunque l’ultima parola spetta al Parlamento. «La Spagna è interessata al Mes, purché non abbia le rigide condizionalità, quindi rifiutare la nuova linea di credito sarebbe fare un torto ad altri Paesi, ma a noi serve altro. È stato fatto un passo avanti: nel paragrafo 16 sull’uso del Mes è stata proposta una nuova linea di credito, adeguata alla natura dello choc. Per capire se sarà effettivamente così, bisognerà attendere l’elaborazione dei documenti». E in vista del prossimo Consiglio europeo: «Dalle consultazioni è emersa la magnitudo dello spazio fiscale messo in campo da Stati Uniti, Cina e Giappone. La risposta europea non è adeguata, per questo non posso accettare un compromesso al ribasso. Non ci saranno vincitori e perdenti. O vinceremo tutti o perderemo tutti». (agg. di Silvana Palazzo)

DIRETTA CONTE INFORMATIVA SENATO E CAMERA: “FASE 2 E RIAPERTURE”

È cominciata l’informativa del premier Giuseppe Conte sulle recenti iniziative del governo per fronteggiare l’emergenza coronavirus. «La pandemia ha costretto a misure di estrema urgenza, ma adottate nel rispetto di massima precauzione e proporzionalità. Ho avuto la premura di preservare l’equilibrio tra i molteplici valori coinvolti, tutti di rango costituzionale». Il presidente del Consiglio ha poi parlato della strategia elaborata dal punto di vista sanitario, caratterizzato da cinque punti: misure di distanziamento sociale, uso di dispositivi di protezione individuale «fino a quando non ci sarà una terapia specifica e un vaccino», rafforzamento delle reti sanitarie e della presenza di ospedali Covid, test «intesi come tampone e test sierologici», quindi mappatura dei contatti sospetti. A tal proposito ha parlato dell’app Immuni: «L’applicazione sarà offerta su base volontaria, non obbligatoria. Faremo in modo che chi non vorrà scaricarla non subisca limitazioni di movimenti o altri pregiudizi».

A proposito della Fase 2, il premier Conte ha confermato che è molto complessa. «Dobbiamo procedere con un allentamento delle restrizioni, fare il possibile per preservare l’integrità del nostro tessuto produttivo. I motori del Paese devono riavviarsi, ma secondo un piano articolato». Ha anche annunciato modifiche sulle misure di distanziamento sociale. In merito invece al piano di riaperture: «Saranno progressive, il piano sarà omogeneo su base nazionale. Apriremo buona parte delle attività produttive e commerciali, tenendo sotto controllo la curva del contagio per intervenire se dovesse crescere oltre una certa soglia». (agg. di Silvana Palazzo)

GOVERNO, DOMANI VIA LIBERA AL DEF?

Gli animi al Senato sono già piuttosto caldi con le dichiarazioni pre-informativa Conte tanto sul Mes quanto sulla ripartenza della fase 2: Forza Italia se è vero che rivendica l’utilizzo del Fondo Salva-Stati, dall’altro contesta insieme al Centrodestra l’operato del Governo Conte e i continui rallentamenti sulle decisioni importanti da prendere per colpa di spaccature costanti interni alla maggioranza. In attesa di vedere come il Premier cercherà prima al Senato e poi alla Camera di “mediare” tra le due anime interne al Governo sui prossimi trattati europei del Consiglio Ue (e mentre anche la Lega vive ore di tensione per lo scontro presunto tra Salvini e Giorgetti proprio sull’utilizzo del Salva-Stati), fonti di Palazzo Chigi riportano che per la giornata di domani è previsto il Consiglio dei Ministri con il varo del Documento di Economia e Finanza: assieme al Def, «Il governo dovrebbe dare il via libera anche alla relazione al Parlamento sullo scostamento di bilancio, per autorizzare nuove spese in deficit e finanziare le misure del decreto atteso a fine mese» ribadisce l’Ansa mentre sono in corso ancora altre riunioni della task force con Colao per poter permettere a fine settimana l’annuncio su come sarà la fase 2 e con quali norme scatterà dal prossimo 4 maggio.

GOVERNO SI SPACCA SUL MES

Non sarà un’informativa “semplice” per il Premier Conte visto che tanto le opposizioni quanto il suo stesso Governo sono sul piede di guerra (per motivi diversi): in primis, il Centrodestra ora anche con Forza Italia ritiene assurdo che le comunicazioni importanti e delicate il Presidente del Consiglio le faccia prima su Facebook e poi venga in Parlamento a ripeterle, come dice Mulè (FI) «A forza di frequentare quotidianamente il suo portavoce, Rocco Casalino, il premier Giuseppe Conte deve essersi davvero convinto di vivere nella Repubblica di Facebook». Non solo, il Cdx attacca il Premier per la linea “morbida” sui trattati europei e sul pacchetto di misure economiche tanto esterne quanto nei decreti prodotti in queste settimane.

Ma è nel Governo che si consuma la frattura più preoccupante per Palazzo Chigi, con il tema “Mes-Consiglio Ue” che non rende più sereni i rapporti tra Pd e M5s: ci ha pensato il leader di Italia Viva Matteo Renzi a “provocare” stamattina i compagni di Governo del Movimento 5 Stelle dicendo «Conte non stia dietro ai dieci sovranisti rimasti ancora dentro M5s e faccia si che la liquidità arrivi alle aziende. Hanno cambiato idea su tutto, cambieranno idea anche sul Mes…». Da ultimo, il “fuoco” arriva anche dall’estero dove le fonti Ue hanno spiegato all’Ansa che nel Consiglio Ue non si tratteranno i temi del Recovery Fund e degli eurobond: tocca ora a Conte spiegare cosa intende affrontare come linea italiana se già alla vigilia le sue proposte anti-Mes sono state di fatto “rinviate”.

CONTE: “FASE 2 DAL 4 MAGGIO”

Dalle ore 15 in poi il Parlamento italiano verrà informato dal Premier Conte circa i prossimi due appuntamenti cruciali per la vita e la storia di questo Paese: il 23 aprile prossimo con il Consiglio Ue sul Mes e sugli aiuti economici da far partire e il 4 maggio prossimo quando sarà invece l’Italia a dover ripartire con la “fase 2” della pandemia da coronavirus. La tregua con il Centrodestra è ormai definitivamente saltata, dopo che il Governo ha rifiutato di porre un voto al termine del discorso di Conte (sarà infatti una informativa che a termini di legge non prevede alcuna mozione alle parole del Presidente del Consiglio) e dopo che ha fatto slittare le votazioni sul distanziamento del deficit (settimana prossima) e sul Dl Aprile che potrebbe a questo punto arrivare ad inizio maggio.

Nel frattempo, importantissimo il post su Facebook pubblicato stamattina dallo stesso Conte, una sorta di “sunto” di quello che dirà in Aula oggi circa la fase 2: si parte dal 4 maggio, sarà una ripresa “nazionale”, deciderà la politica assieme alla scienza e entro la fine di questa settimana sarà lo stesso Conte ad informare i cittadini in una conferenza stampa con tutti i dettagli. «L’allentamento delle misure deve avvenire sulla base di un piano ben strutturato e articolato. Dobbiamo riaprire sulla base di un programma che prenda in considerazione tutti i dettagli e incroci tutti i dati», spiega il Premier non prima di aggiungere «Prima della fine di questa settimana confido di comunicarvi questo piano e di illustrarvi i dettagli di questo articolato programma. Una previsione ragionevole è che lo applicheremo a partire dal prossimo 4 maggio».

CONTE PARLA AL SENATO E ALLA CAMERA

Dal 25-26 marzo, giorno dell’ultima informativa del Premier Conte al Parlamento, sono cambiate diverse cose per l’emergenza coronavirus in Italia: dal nuovo lockdown “prorogato” al 3 maggio fino agli accordi mancati in Europa sugli aiuti economici, la condizione del Covid-19 ha variato poi anche sul fronte epidemiologico con le prime risultanze “positive” viste nei dati degli ultimi giorni. Di tutto questo oggi il Presidente del Consiglio informerà Senato e Camera nel suo doppio discorso che anticipa il prossimo Consiglio Europeo del 23 aprile, ma non sarà una informativa “solo” economica. Il Parlamento, come del resto l’intera cittadinanza, attende novità sulla nuova “fase 2” che dovrebbe cominciare dal 4 maggio in poi.

Dopo l’accordo trovato con la cabina di regia del weekend passato, la task force guidata da Vittorio Colao sta ultimando le ultime direttive da esporre assieme al verbale del Comitato Tecnico Scientifico sul tavolo di Palazzo Chigi prima di prendere decisione ufficiale in merito al prossimo attesissimo Dpcm sulla fine lockdown. E così nell’Aula del Senato alle ore 15 è attesa la prima informativa di giornata del premier Conte: a seguire, attorno alle ore 17 (diretta video streaming sui canali YouTube del Parlamento) salirà anche alla Camera per raccontare ai deputati i contenuti del proposta italiana nel prossimo Consiglio Ue (leggasi Mes e eurobond) oltre ai prossimi step sulla fase 2 e i decreti economici attesi a questo punto per fine aprile.

L’INFORMATIVA PRIMA DEL CONSIGLIO UE: IL NODO MES

L’Italia si aspetta solidarietà e «non è possibile ritrovarsi di fronte a misure che, come è stato per la Grecia, richiedono ulteriori sacrifici inaccettabili»: così in queste ultime ore il Premier Conte si è pronunciato nelle interviste internazionali, specie alla tedesca Sueddeutsche Zeitung, per esprimere la contrarietà italiana allo schema “a 3 punte” per gli aiuti Ue raggiunti in Eurogruppo (Mes “light”, Bei, Sure) che per l’appunto non contengono l’ipotesi di bond comunitari per affrontare la crisi del debito che si ingigantirà con l’emergenza coronavirus. «Il Mes in Italia ha una cattiva fama […] Molti Paesi europei hanno guardato finora soltanto ai propri vantaggi, la Germania ha un bilancio commerciale superiore a quanto prevedano le regole dell’Ue e con questo surplus non opera da locomotiva bensì da freno per l’Europa», ha spiegato Conte “forzando la mano” per provare ad ottenere spazio negoziale in corso d’opera nel Consiglio Ue del prossimo 23 aprile.

Di contro, il direttore del Mes Klaus Regling in un’intervista al Corriere della Sera ha promesso che la proposta del “nuovo” Fondo Salva-Stati non avrà le condizionalità della troika greca, suscitando il plauso di Pd, Renzi e anche di Forza Italia (che si stacca così dalla linea anti-Mes di Lega e Fratelli d’Italia): resta d sciogliere il nodo interno al Governo, con Conte che dovrà mediare l’ala più dura M5s (Di Battista e Fico) e restia all’utilizzo del Mes e alla bocciatura invece tutta europea degli eurobond. Conte ci proverà fino all’ultimo ma l’impressione è che alla fine in Consiglio Ue verrà varata la linea della Francia in accordo con la Merkel: Recovery Fund potenziato e più rapido possibile per “sostituire” quei bond mal digeriti dai “falchi” del Nord. Ieri il commissario Ue Gentiloni spiegava così la “linea” che potrebbe appoggiare anche l’Italia «il bilancio europeo è la strada per attivare strumento comune con cui raccogliere 1000 miliardi».

LA FASE 2 CORONAVIRUS: LE NOVITÀ

Dall’Europa all’Italia, l’informativa di oggi in Senato e Camera vedrà una parte sostanziosa dedicata dal Premier Conte alla prossima, possibile, riapertura del Paese dopo praticamente due mesi di lockdown per coronavirus: sono ancora diversi i punti da chiarire per capire la strategia di ripartenza dopo il disastro sanitario. Da più parti gli esperti del CTS spingono affinché si possano utilizzare massime precauzioni e test a tappeto per rendere più evidente la presenza di “immuni” al Covid ed evitare ondate “di ritorno” già in estate (mentre sembrano quasi scontate dal prossimo autunno, in attesa di conferme epidemiologiche): si pensa a istituire delle linee guida nazionali (stilate da Colao e dalla task force) ma non si escludono ancora le riaperture “differenziate” a seconda delle Regioni, osteggiato da Lombardia e Veneto che vorrebbero far riaprire le proprie città dal prossimo 4 maggio.

Per poter riaprire le aziende potrebbero dover compilare un’autocertificazione dove garantire al massimo sicurezza e materiali Dpi per i propri dipendenti: da definire poi anche le situazioni di negozi, bar, ristoranti (probabili aperture da metà maggio con “contenimento” garantito nelle metrature) ma anche del trasporto pubblico. I punti da dirimere sono ancora molti e bisognerà comprendere quale linea il Governo vorrà percorrere, se la fase 2 più immediata possibile per limitare il disastro economico già in corso o se quella più conservativa che miri a tenere monitorata con molta attenzione la situazione sanitaria, con misure semi-obbligatorie (app Immuni, test sierologici, tamponi di massa) che potrebbero essere inserite a breve nel nuovo Dpcm in preparazione a Palazzo Chigi.