CAOS M5S, LE RIVENDICAZIONI DEL PRESIDENTE CONTE SUL DL AIUTI
Flashback. «Non possiamo che agire con coerenza»: Giuseppe Conte viene accolto con applausi scroscianti dall’assemblea dei parlamentari M5s. Non si voterà il Decreto Aiuti, senza però formalmente far cadere il Governo in quanto i senatori usciranno dall’Aula al momento del voto. Tutti felici e contenti? Ecco, la realtà è più complessa e lo stanno dimostrando queste ore convulse tra Palazzo Madama, Palazzo Chigi e soprattutto il Quirinale. Draghi – e non solo lui, pare anche Letta, Berlusconi, Salvini e ovviamente Meloni – non sembra voler accettare una “fiducia a tempo” dove altri problemi e strappi potrebbero consumarsi nei prossimi ultimi mesi di Legislatura.
E dunque se alla fine i parlamentari del M5s non dovessero votare il Dl Aiuti, il Premier salirà al Colle e rimetterà nelle mani del Presidente Mattarella la decisione da prendere: a quel punto sarà crisi di Governo formale a tutti gli effetti, dovuta alla non volontà del M5s di accettare alcune norme sul Superbonus, sul Reddito di Cittadinanza e sul termovalorizzatore a Roma. Ovviamente il punto politico è molto più complesso, con la base grillina ormai sempre più desiderosa di “rompere” con il Governo di unità nazionale e puntare a recuperare (utopia?, ndr) “i valori delle origini”. Torniamo ora a ieri sera, a quella assemblea dove forse si è decisa – anche se indirettamente – la fine di questa Legislatura. Le rivendicazioni fatte sul Dl Aiuti sono state puntuali e dettagliate: «poteri straordinari dati al commissario di Roma in vista del Giubileo? Non sono stati dati alla nostra sindaca uscente, ma noi non ci siamo opposti. I nostri ministri hanno chiesto una riformulazione in linea con il piano regionale per i rifiuti, con i principi europei, ma tutto questo è stato respinto».
CONTE: “CRISI DI GOVERNO? SONO ALTRI CHE LA VOGLIONO”
In quell’occasione è stato Giuseppe Conte a puntare i piedi sui 9 punti del dossier presentato a Draghi la scorsa settimana: «non inteso come l’elenco di petizioni politiche da rivendicare con arroganza, ma come contributo serio e responsabile». Davanti alla possibilità concreta di una crisi di Governo, Conte attacca gli altri “attori” della maggioranza allontanando le “colpe”: «Invito tutte le forze politiche a maneggiare con cura il concetto di responsabilità: chi si straccia le vesti e lancia strali, attribuendo giudizi di responsabilità a destra e a manca deve guardare nel suo cortile e deve interrogarsi se sono stati loro responsabili di questa situazione». Insomma, secondo Giuseppe Conte la crisi di Governo se vi sarà non sarà certo per colpa del M5s: «Da oggi famiglie e imprese potranno sperare in un corposo aiuto finanziario come preannunciato da Draghi, che arriverà a fine mese, e questo, diciamolo, lo si deve al Movimento 5 stelle», ha proseguito il leader del M5s rivendicando il successo del prossimo Dl Aiuti a fine luglio, «Se oggi milioni di famiglie arrivano alla fine del mese lo si deve al reddito di cittadinanza che qualcuno vuole smantellare e come abbiamo chiarito al premier Draghi, non permetteremo mai che venga cancellato».
Conte ha riconosciuto come il Premier si sia reso disponibile a venire incontro su tutti i punti, «però è evidente non bastano dichiarazioni di intenti. Occorrono concrete azioni perché i cittadini possano sentire nelle loro tasche gli effetti di queste misure». La richiesta finale dell’ex Premier è quella di «entrare in una fase di governo completamente differente. C’è una recrudescenza del Covid e anche per il Pnrr occorrono una serie di interventi legislativi, perché si registrano ritardi. Abbiamo preteso un cambio di passo del governo nell’esclusivo interesse dei cittadini». Secondo Conte, in queste settimane si è aperta una grave crisi sociale, troppo profonda nel nostro Paese: «Ho il forte timore che settembre possa essere il mese in cui il conflitto sociale possa far salire la temperatura nelle piazze. La realtà ci consegna uno scenario cambiato. Chiediamo alla Politica di prenderne atto, di entrare in una fase di governo completamente differente». Con un appello destinato forse a fare breccia nel campo “largo” del Centrosinistra – forse inutilmente però, ndr – Conte conclude il suo discorso: «ma in questa fase qual è il compito di una forza politica responsabile? È nel tacere? Nel non far vedere gli sviluppi drammatici o nell’adoperarsi perché vengano usate misure rigorose, forti, strutturali? Il nostro compito è di non nascondersi le difficoltà, di non rinviare mai le soluzioni. Piuttosto dobbiamo affrontare la scomoda realtà dei nostri concittadini».