A conclusione del summit durato oltre 3 ore a Roma, fonti ufficiali del M5s fanno sapere alle agenzie «Giuseppe Conte ha raccolto l’invito a elaborare nei prossimi giorni un progetto rifondativo con il Movimento 5 Stelle». La conferma del potenziale imminente cambio al vertice del M5s vede accompagnarsi anche una prima bozza di cosa possa significare il “restyling” dei pentastellati nei prossimi mesi/anni: «Una sfida cruciale per il Movimento, una ristrutturazione integrale per trasformarlo in una forza politica sempre più aperta alla società civile, capace di diventare punto centrale di riferimento nell’attuale quadro politico e di avere un ruolo determinante da qui al 2050».



Per lo stato maggiore M5s, guidato ancora una volta da Beppe Grillo e Luigi Di Maio, «Il Movimento sarà la forza trainante della transizione ecologica e digitale, poggiando però su pilastri insostituibili, quei valori originari che lo hanno sempre contraddistinto: la tutela dell’ambiente, l’importanza dell’etica pubblica e della lotta alla corruzione, il contrasto delle diseguaglianze di genere, intergenerazionali, territoriali, la lotta contro le rendite di posizione e i privilegi, la più ampia partecipazione dei cittadini alla vita democratica attraverso il rafforzamento degli istituti di democrazia diretta». Singolare la scelta di “copricapo” col quale Beppe Grillo si è presentato al vertice all’Hotel Forum: un finto casco bianco, via di mezzo tra un astronauta e un ricoverato per Covid (tanto che non sono mancate le forti critiche sui social per la scelta ben poco adatta al contesto attuale).



CONCLUSO IL SUMMIT M5S: CONTE PROSSIMO CAPO POLITICO?

Si è concluso nel primo pomeriggio il vertice del M5s alla fine tenutosi nell’Hotel Forum di Roma, con l’arrivo in presenza stamane tanto del garante Beppe Grillo quanto dell’ex Premier Giuseppe Conte: il futuro dei 5Stelle riparte da Roma e da un summit dove tutti i partecipanti hanno convenuto sulla necessità di affidare un ruolo più che centrale all’avvocato-professore.

Secondo quanto trapela dall’Adkronos, il “mandato” di Grillo a Conte è chiaro: sulla falsariga di quanto è stato per Di Maio e Crimi, il due volte Presidente del Consiglio dovrà essere il nuovo capo politico unico del Movimento 5Stelle, con mandato a termine e con voto della base su Rousseau per la ratifica. Il summit ha fatto però emergere la perplessità sull’affidare ad una sola persona un ruolo che finora non è stato gestito al massimo dai predecessori: non solo, Crimi avrebbe anche spiegato a Grillo che non si può mettere in secondo piano il voto su Rousseau degli iscritti che hanno scelto per un “direttorio a 5”. Per superare l’impasse si potrebbe giungere al compromesso di un Conte leader con una segreteria politica – composta dai 5 membri scelti dalla base – da affiancare all’ex Premier: secondo l’Adn, Grillo ha controreplicato che il timore potrebbe essere di un Conte “depotenziato” «Non è possibile che in ogni snodo complicato debba tornare in pista sempre io in prima persona», avrebbe confidato il garante ai suoi.



VERTICE GRILLO-CONTE-DIRIGENTI M5S

Il luogo è tenuto super top secret ma il vertice c’è eccome ed è in corso da questa mattina: Beppe Grillo vede Conte e tutto lo stato maggiore del Movimento 5Stelle per definire i prossimi passaggi che dovrebbero portare proprio l’ex Premier alla guida del M5s. Scissioni dei parlamentari, espulsioni e fratture con la base dopo il voto su Rousseau per il Governo Draghi, il Movimento è una polveriera nelle ultime settimane e l’unica ricetta possibile per il garante e fondatore si chiama Giuseppe Conte, anche a costo di “aggirare” il nuovo statuto del M5s votato dagli iscritti che prevede una guida a 5 responsabili grillini a turnazione.

Tutte le agenzie danno per certo il vertice in corso voluto da Grillo, anche se dopo le precedenti “fughe di notizie” degli scorsi giorni non dovrebbe più essere nella tenuta a Marina di Bibbona dell’ex comico: come spiega Repubblica, al summit sono presenti oltre a Grillo e allo stesso Conte, anche Luigi D Maio, Roberto Fico, Stefano Patuanelli, Vito Crimi, Alfonso Bonafede, Paola Taverna e Roberto Fraccaro. Si conferma la “spaccatura” tanto con Alessandro Di Battista – uscito dal partito dopo l’adesione al Governo Draghi – quanto con il capo di Rousseau Davide Casaleggio.

IL FUTURO DEL M5S

Al summit in corso Grillo e la dirigenza generale M5s oltre a ragionare su come intendere l’ingresso dell’ex Premier Conte in un ruolo centrale del Movimento, si discute sul futuro prossimo del M5s dopo il caso espulsioni e scissioni (che proseguono praticamente ogni settimana): come lo era stato la scorsa settimana Luigi Di Maio, anche oggi a Repubblica un altro ministro grillino come Stefano Patuanelli (Agricoltura, ex MISE) spiega la “naturalità” di avere Conte come perno sul quale far ripartire e rivoluzionare l’intero Movimento 5Stelle.

«Conte è il leader naturale del Movimento, l’unico in grado di unirci», spiega il Ministro a Rep anticipando alcuni temi del summit M5s, «lo dico non solo per quello che ha fatto in questi tre anni da presidente del Consiglio, ma seguendo un ragionamento che mette al centro il percorso del Movimento in questa legislatura. I 5 stelle sono passati da forza di opposizione a forza centrale su cui costruire tre governi. Questo passaggio non ha un ritorno. Conte ha il profilo giusto per una rifondazione, non per una manutenzione straordinaria». Capo politico o comunque figura centrale, per Patuanelli poco cambia: Conte ci deve essere, temi e campi politici vengono di conseguenza «perché è caduto il Conte 2? Perché Renzi aveva due obiettivi: il primo era non consentire a Conte di occupare uno spazio politico che vuole occupare lui alle prossime elezioni, il secondo rompere l’asse tra M5S, Pd e Leu. Non dobbiamo consentire che questo secondo obiettivo venga raggiunto. È evidente che l’intesa deve rafforzarsi a ogni livello, locale, parlamentare, europeo», conclude il Ministro dell’Agricultura.