Si prevedeva guerra e guerra sarà: dopo la sentenza del Tribunale di Cagliari (qui sotto tutti i dettagli, ndr) è l’Associazione Rousseau di Davide Casaleggio a lanciare sul Blog delle Stelle (ormai sempre più lontano dalla vita parlamentare del Movimento 5Stelle) un vero e proprio atto di accusa al M5s, confortati dalla decisione dei giudici sardi. «La sentenza della Corte d’Appello di Cagliari che ha rigettato il ricorso dell’ex capo politico Vito Crimi conferma quanto diciamo da sempre, ovvero che l’Associazione Movimento 5 Stelle non ha alcun rappresentante legale politico né un soggetto legittimato ad amministrare e o rappresentare il Movimento», scrive Rousseau, ribadendo «In altre parole l’Associazione Movimento 5 Stelle non ha oggi alcun capo politico».
Per questo motivo, prosegue l’associazione diretta da Casaleggio, «ad oggi non è in grado di esprimere alcuna volontà e chiunque decida di impegnare il Movimento rispetto a qualunque atto di ordinaria o straordinaria amministrazione, parla a titolo personale almeno fino a che non sarà eletta, con le modalità previste in Statuto, la nuova governance collegiale paritaria a 5 componenti, chiamata Comitato direttivo». L’ascesa di Conte come leader politico, voluta fortemente da Beppe Grillo (e anche dal Pd di Letta che con Conte intende dar vita ad un’asse elettorale permanente) vede così decisamente incrinarsi le possibilità di una pacifica conclusione. Nel lungo comunicato di Rousseau si legge poi un ulteriore attacco lanciato ai gruppi dirigenti attuali del Movimento: «Le espulsioni fatte dai capigruppo di Camera e Senato su indicazione di un ex capo politico, sprovvisto di poteri di guida politica sono chiaramente viziate, potrebbero essere annullate ed impegnano la responsabilità personale di coloro che, esercitando un potere non posseduto, le hanno disposte. Questo comporta anche l’illegittimità del nuovo regolamento del trattamento economico degli eletti del Movimento 5 Stelle poiché deliberato esclusivamente dal Comitato di garanzia, ma non su proposta dell'(assente) Comitato direttivo».
LA SENTENZA CHE INGUAIA CONTE
Per vedere Giuseppe Conte leader ufficiale e non più solo “annunciato” del Movimento 5 Stelle potrebbe volerci ancora molto, molto tempo: a “stoppare” nuovamente la sua ascesa al potere grillino non vi è più solo lo scontro interno al Movimento (che già ha portato a due “rumorose” scissioni, Di Battista e Casaleggio) ma ora anche il Tribunale di Cagliari rischia di “impantanare” indirettamente la situazione Conte. Stamattina la Corte di Appello ha rigettato il ricorso del reggente capo politico uscente Vito Crimi contro la nomina di un curatore speciale del Movimento, confermando così come ad oggi il Movimento 5 Stelle non abbia alcun rappresentante legale.
Tradotto in termini politici, nella già complessa trattativa tra M5s e Rousseau la Corte sarda dà “ragione” a Davide Casaleggio frenando invece le volontà di Beppe Grillo e Vito Crimi. Con la decisione oggi avvenuta a Cagliari di fatto il M5s si trova costretto ad eleggere un nuovo organo di rappresentanza per poter imporre le nuove frontiere della leadership (in sostanza, niente Comitato direttivo a 5 bensì Conte nuovo unico capo politico): fino ad allora rimarrà come curatore speciale, l’avvocato Silvio De Murtas, scelto da tribunale di Cagliari quando fu respinta l’espulsione da M5s della consigliera regionale sarda Carla Cuccu.
M5S: CONTE LEADER, I TEMPI SI ALLUNGANO
Come prevede lo statuto dei 5Stelle, serve ancora la piattaforma Rousseau il che complica decisamente le cose dopo lo “strappo” di Casaleggio avvenuto lo scorso 23 aprile. Tra le due entità vi è in corso una difficile trattative per risolvere sopratutto i nodi (e i debiti) economici ma con la sentenza della Corte di Appello di Cagliari ora si aggiungono elementi di “dipendenza” reciproca che potrebbero rallentare e non poco l’evoluzione politica del Movimento. Inoltre, spiega Repubblica, «I dati degli iscritti al momento sono in mano alla piattaforma e il figlio del co-fondatore del Movimento, prima di consegnarli, pretende che ci sia un organo giuridicamente legittimato». Il 17 febbraio scorso gli iscritti alla piattaforma Rousseau hanno votato e scelto la modifica dello statuto inserendo un Comitato direttivo di cinque membri al posto del Capo politico unico, con tutte le funzioni di rappresentanza legale.
Poi la crisi del Governo Conte e l’arrivo dell’ex premier come nuovo leader ha rimesso tutto in discussione: per apporre però il pieno riconoscimento, è necessaria un’altra votazione che ribalti la decisione di febbraio. Servono i dati degli iscritti 5Stelle ma Casaleggio ha ribadito che per ragioni di privacy intende cedere la lista solo ad un rappresentante del Movimento legittimato legalmente da un voto degli iscritti. Il clima politico è molto teso, con diversi esponenti di rilievo dei 5Stelle che studiano alternative per aggirare il nodo legale oltre che politico: come scrive Huffington Post, la Procura di Cagliari potrebbe «decidere di sollecitare invece il Garante Beppe Grillo a nominare il nuovo organismo collegiale di governo del Movimento che, come si è detto, è la forma decisa dall’assemblea degli iscritti in occasione degli Stati generali». Se però così non avvenisse, i 5Stelle sarebbero “bloccati” nell’annunciare Conte nuovo leader con tutte le opzioni che a quel punto rimarrebbero sul tavolo, non da ultimo la fondazione di un nuovo partito.