“CONTE HA LICENZIATO GRILLO”: L’ANNUNCIO DEL LEADER M5S A BRUNO VESPA E LA SMENTITA DELLO STAFF DEL GARANTE
Il leader M5s Giuseppe Conte ha licenziato Beppe Grillo dal ruolo di Garante del Movimento 5 Stelle; oppure no, il contratto permane; oppure ancora, il Presidente licenzia il Garante parlandone non con note ufficiali o nelle sedi istituzionali del partito, bensì in un libro del più importante conduttore-giornalista italiano; oppure, da ultimo, mentre i due litigano, il “terzo” Davide Casaleggio rivendica la paternità del simbolo M5s.
Oppure è tutto questo insieme e in effetti così è (e ci pare pure, ndr): il tumulto “silenzioso” di queste ultime settimane dopo le clamorose lettere l’uno contro l’altro fra Conte e Grillo è infine oggi esploso in un terremoto politico che vede (anzi, vedrebbe) il licenziamento in tronco del Garante nonché fondatore del Movimento 5 Stelle. Dopo che Grillo chiedeva a Conte di fermare il pieno rinnovamento della prossima Assemblea Costituente sui tre vincoli chiave (nome, simbolo e vincolo sul secondo mandato per i candidati), con attacchi durissimi contro la Presidenza M5s, Conte nel nuovo libro di Bruno Vespa spiega come l’ex comico «è responsabile di una contro-comunicazione che fa venire meno le ragioni di una collaborazione contrattuale». Insomma, un siluramento non da poco, dopo che lo stesso Beppe Grillo aveva rivendicato il compenso annuo da Garante (circa 300mila euro) nelle ultime lettere indirizzate contro Giuseppe Conte. Per il Presidente 5Stelle tale pagamento non è mai stato considerato accettabile (ma non l’ha mai detto, se non anzi rivendicare la centralità del ruolo di Garante per Grillo, ndr) in quanto avrebbe un valore morale intrinseco «non compatibile con una retribuzione».
Contro-comunicazione ma anche sabotaggio, queste le accuse principali che Conte rivolge contro il suo ex-alleato nell’annunciare il licenziamento: davanti alla nuova Assemblea Costituente, Grillo si sarebbe macchiato di «atti di sabotaggio compromettendo l’obiettivo di liberare energie nuove». Da ultimo, sempre nelle anticipazioni del libro di Bruno Vespa uscite oggi su “Corriere della Sera” e ANSA, Conte ha racconta come qualcosa nel rapporto con l’ex Garante si è rotto mesi fa, in un modo del tutto irreversibile: addirittura in passati Conte definisce come “velenosi” gli attacchi lanciati da Grillo, ora però la misura sarebbe colma e non vuole più soprassedere, «è contro la sua stessa comunità» e contrasta platealmente contro il processo di «partecipazione democratica». Caso “finito”? Manco per sogno, dallo staff di Grillo arriva immediata la controreplica che di fatto smentisce il licenziamento e lo stop al contratto come Garante del Movimento 5Stelle: «A noi non risulta che Conte abbia fermato la consulenza, il contratto è in essere», spiegano all’Adnkronos i responsabili del blog di Beppe Grillo.
MISTERO M5S: DA DOVE NASCE LO SCONTRO E COSA PUÒ SUCCEDERE ORA
Riavvolgendo il nastro bisogna tornare in piena estate quando il 28 luglio 2024 una duplice lettera appare sul sito ufficiale del Movimento 5Stelle: nella prima, Beppe Grillo attacca Conte chiedendo di stoppare l’Assemblea Costituente che avrebbe portato in autunno alla possibile rivoluzione interna anche in termini di regolamento e vertici. Il fondatore e Garante accusa l’ex Premier di aver fatto perdere identità al M5s, trovando la contro-replica piccata del leader che contesta l’ingresso nel Governo Draghi scelto da Grillo in piena crisi post caduta Conte-bis.
A quel punto praticamente ogni settimana si è arricchita di una lettera, di una replica, di una controreplica e di frecciate tra social e interviste: la risultanza è che quella che sembrava poter essere un’iniziale frattura componibile, sebbene a fatica, si era ormai trasformata in una scissione sempre più imminente. Conte ha confermato l’iter della Costituente M5s, non ritenendo i tre “paletti” chiesti da Grillo come effettivamente “sacri” per il futuro del partito. Grillo ha minacciato e poi effettivamente segnalato agli organi M5s «l’ipocrisia e autocrazia di Giuseppe Conte», preparando una denuncia formale che avrebbe portato alla guerra totale interna al Movimento 5Stelle. E così è avvenuto, con quest’ultima puntata della “telenovela” a 5 Stelle di cui abbiamo un’unica certezza: non sarà l’ultima.
DAVIDE CASALEGGIO AGGIUNGE ULTERIORE CAOS AL M5S: “SIMBOLO MIO E DI DI MAIO. CONTE PARLA A VESPA E NON AGLI ISCRITTI 5STELLE”
In primis infatti occorre capire se le anticipazioni di Conte a Bruno Vespa avranno seguito negli organi ufficiali del Movimento, così come interessante sarà capire se la natura dello scontro – oltre che economica – sia anche politica, con Grillo che non ha mai nascosto di non accettare il futuro nel “campo largo” tra M5s, AVS e Partito Democratico. Nel frattempo, tornando a bomba, l’aggiunta delle dichiarazioni di Davide Casaleggio contribuiscono a rendere il frastuono interno al partito che si appresta ad un’effettiva scissione nelle prossime settimane.
Intervistato a “Un Giorno da Pecora” su Rai Radio 1, il figlio del fondatore M5s non lesina attacchi alla leadership di Giuseppe Conte contro cui già v’era stato l’addio in passato con il passaggio della piattaforma online per le votazioni del Movimento da “Rousseau” della Casaleggio e Associati, fino all’attuale SkyVote. Secondo Casaleggio jr le dichiarazioni di Conte sono molto strane in quanto rilasciate ad un libro e non nelle sedi degli iscritti M5s: «percorso democratico di Conte? Se non si conosce nemmeno il numero degli iscritti è difficile che lo sia». Da ultimo, Davide Casaleggio spiega che il M5s è sempre più vicino alla morte politica in quanto del Movimento che fu è rimasto solo il nome, dato che anche il simbolo «è di proprietà dell’Associazione fondata da me e da Luigi Di Maio». Insomma, entro fine anno si potrebbe assistere non solo alla scissione tra “contiani” e “grillini” ma si potrebbe anche avere un nuovo partito