A volte i discorsi sono come i quadri, più ci si allontana e più si chiariscono i dettagli e le particolarità (o anche le storture): dopo la conferenza stampa di ieri sera dove il Premier Conte ha presentato il nuovo Dpcm attivo dal 4 maggio prossimo, la tanto sperata “fase 2” ben presto si è resa alquanto simile alla “1”, se non per qualche lieve ammorbidimento sul lockdown sostanziale che però rimane ancora in Italia fino al prossimo 18 maggio. C’è però un passaggio in particolare che è passato in “sordina” rispetto alle tante cose che ha detto (o che ha “dimenticato”, come trattare i temi test, tamponi, app e scuole): delineando gli interventi messi a punto nel Dl Imprese, Cura Italia e il futuro “Sblocca Paese” (i 55 miliardi stanziati per il Decreto Aprile), il Presidente del Consiglio ha ribadito che gli occhi del mondo sono sull’Italia.



Ma rispetto a quanto già affermato nel discorso del primo lockdown ad inizio marzo, l’affondo di ieri di Conte è parso ancora più dettagliato e alcuni tra i commentatori non hanno potuto non avanzare una qualche minima “ironia” in merito. «Ci stanno guardando a livello europeo e internazionale perché mostrano sostegno e solidarietà e diciamocelo, anche con ammirazione per molti dei provvedimenti che abbiamo preso in questi mesi», così ha parlato il Premier nella lunga conferenza stampa prima delle 21.



“CI CHIEDONO LE COPIE” (DI UN DECRETO CHE NON C’È)

Conte stava parlando del tema imprese, spiegando che nei prossimi giorni «è allo studio un pacchetto di misure per poter intervenire. Con il decreto da 55 miliardi abbiamo più aiuto per gli autonomi e ad esempio per le autonome. Chi ha avuto il bonus da 600 euro potrà averlo rinnovato con un semplice clic». Ebbene, il Governo ha già promesso che arriveranno nuovi aiuti alle imprese per non perdere altro Pil e per non perdere soprattutto altri occupati: «Non dimentichiamo settori particolarmente colpito come il turismo che non potrà recuperare, un settore che produce dal 10 al 15% del pil e avrà bisogno di un robusto sostegno del governo. C’è anche un decreto “sblocca paese”, non possiamo sbloccare i singoli cantieri». È qui che poi avviene il passaggio che richiama a discorsi di ben più alto rango della storia moderna (da Churchill a Robespierre, da Truman a Kruscev) dove addirittura il mondo e l’Europa «ci stanno guardando» per i provvedimenti presi dal Governo Conte.



E ancora nel discorso poco dopo «Confido che anche questo nuovo provvedimento», ovvero il Decreto Sblocca Paese, «possa permettere regole studiate poi da tutti, già ci stanno chiedendo una copia del nuovo decreto. Anche nella ripresa l’Italia potrà essere ammirata e dobbiamo far correre il Paese con i nuovi finanziamenti». Si può discutere nel merito di un’Italia presa ad esempio nel mondo quando abbiamo ancora scuole chiuse, imprese per metà bloccate, Pil crollato, numero di morti record e ben poche strategie sul tracciamento dei contagi nella fase 2; ma ci limitiamo, proprio come degli attenti osservatori di un quadro che ci spiazza, a notare un piccolo quanto semplice quesito. Quali copie del decreto “Sblocca Paese” starebbero chiedendo dall’estero se ancora non è stato non solo pubblicato ma neanche scritto il prossimo Decreto di fine aprile?